"Incendio doloso per colpire l'Amia| e venderla a privati paramafiosi" - Live Sicilia

“Incendio doloso per colpire l’Amia| e venderla a privati paramafiosi”

La Cgil si dice preoccupata dal possibile intervento dei privati nel ciclo dei rifiuti, a causa delle infiltrazioni mafiose. E chiede al sindaco Orlando certezze sul futuro dell'azienda.

BELLOLAMPO, IL GRIDO D'ALLARME DELLA CGIL
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“Con l’incendio doloso di Bellolampo, è pubblicamente partita l’operazione mafiosa per far fallire l’Amia ad ottobre e svenderla ad un gruppo privato di probabili ‘carissimi amici’”. La Cgil lancia un grido d’allarme sul destino dell’Amia, l’azienda partecipata del comune di Palermo che si occupa di igiene pubblica, in relazione anche al vasto incendio che per giorni ha interessato, e tutt’ora interessa anche se in minore entità, la discarica del capoluogo siciliano.

Un grido d’allarme non nuovo: da mesi i sindacati denunciano le possibili attenzioni della criminalità organizzata sul ciclo di gestione dei rifiuti e l’emergenza Bellolampo ha riportato l’attenzione sul tema.

“Qualcuno vuole ballare sulle nostre ceneri – dice Riccaro Acquado, coordinatore provinciale della Fp Cgil – consegnando l’Amia ai privati. E dietro la gestione privatistica dei rifiuti può esserci la criminalità organizzata. La magistratura ha parlato di una pista dolosa per l’incendio ed è ora che i partiti, i giornali e l’opinione pubblica comincino a porsi delle domande su chi abbia provocato l’incendio e perché”. Un silenzio della politica sul tentativo da parte dell”altra mafia’, come la definisce il sindacato in una nota – per mettere le mani sui rifiuti “come ai tempi di Vito Ciancimino”.

Una situazione di emergenza su cui la Cgil chiama alle proprie responsabilità anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Il primo cittadino non ha colpe – specifica Acquado – ma non può buttare il bambino con l’acqua sporca. Non attacchi questo o quello per fini politici, ma dica chiaramente cosa vuole fare di questa azienda, quali provvedimenti ha intenzione di prendere nell’immediato: non importa che ci siano i commissari o qualcun altro. Il sindaco, un tempo paladino della giustizia e della incorruttibilità, ci dia certezze. L’azienda aveva già i suoi problemi e adesso, con quanto succede a Bellolampo, ne ha ancor di più. Le casse si stanno svuotando per riparare i sistemi della discarica e per il trasporto di rifiuti, non vorremmo che qualcuno ne approfitti”.

E quel qualcuno è proprio la criminalità organizzata, nascosta dietro la faccia pulita di una certa imprenditoria privata. “Bellolampo è la più grande discarica del Mezzogiorno dopo Roma – aggiunge il sindacalista Cgil – e ci sono progetti per ingrandirla: è ovvio che faccia gola a molti. A quei molti che volevano i termovalorizzatori, che volevano importare immondizia dal Nord Europa. Il nostro è un monito a tenere alta la guardia, perché il pericolo di infiltrazioni criminali c’è, come dicono anche la magistratura e la commissione parlamentare antimafia”.

 


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