E il Pd pensa | a Gianni Riotta - Live Sicilia

E il Pd pensa | a Gianni Riotta

I democratici cercano ancora un candidato fuori dai partiti. Ecco spuntare l'ipotesi dell'ex direttore del Tg1.

Verso le regionali
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Dopo Pippo Baudo, ecco Gianni Riotta. Il Pd starebbe pensando all’ex direttore del Tg1 come possibile candidato alla presidenza della Regione. L’indiscrezione sarebbe frutto, da un lato, del “no” del segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni e dall’altro dalla volontà di scegliere un uomo “fuori dai partiti” per mettere a tacere le diverse anime del Pd e per riuscire a trovare la quadra dell’accordo con l’Udc. La nuova indiscrezione, ovviamente, non cancella le altre ipotesi ancora sul tappeto. Il centrosinistra siciliano, infatti, non ha messo del tutto in soffitta infatti l’idea della candidatura di Gianpiero D’Alia, ma deve fare i conti con la corsa di Rosario Crocetta, che sta guadagnando consensi giorno dopo giorno anche all’interno del partito democratico. Un partito che alla fine potrebbe trovarsi quasi “obbligato” a sostenere un candidato che potrebbe, nel caso di una corsa solitaria, indebolire ulteriormente i democratici.

Non c’è molto entusiasmo, invece, sullo strumento-primarie. A maggior ragione se, come pare, la data delle elezioni verrà ulteriormente anticipata al 7 ottobre (se ne saprà qualcosa in più, pare, in occasione della giunta di governo di domani). Ma se davvero Lombardo deciderà per i primi giorni di ottobre, ci si troverebbe, improvvisamente, a due mesi esatti dalle urne. Con una campagna elettorale ancora tutta da fare. E senza contare le recenti “scottature” nelle primarie del centrosinistra alle amministrative palermitane. Nel caso in cui, però, la soluzione-Crocetta dovesse essere scartata sull’altare dell’accordo con l”Udc (D’Alia è sempre stato molto critico nei confronti dell’ex sindaco di Gela, “è il candidato di Lombardo”, ha detto), c’è anche la possibile soluzione “interna”: quella del segretario Giuseppe Lupo, pronto a scendere in campo in prima persona.

Ad attendere, c’è sempre Raffaele Lombardo, che potrebbe decidere di puntare su Rosario Crocetta, nel caso in cui quest’ultimo venisse abbandonato dal Pd. Fermo restando che un candidato del Nuovo polo c’è già: è Fabio Granata, che qualche giorno fa ha persino aperto alla creazione di un “polo per la legalità” insieme all’Idv. Un’idea fortemente “cassata” dal suo partito. E intanto, sempre in seno al Nuovo Polo, iniziano le manovre in vista del superamento della soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale. Il raggruppamento, infatti, potrebbe presentarsi in una formazione composta da un lato, dal solo Mpa; dall’altro da Fli, Api e Mps in una lista unica. Insomma, l’obiettivo è quello di non ripetere l’”errore tattico” delle ultime amministrative palermitane, nelle quali i finiani e il movimento di Riccardo Savona non hanno conquistato nemmeno un seggio a Sala delle Lapidi. Risultato che avrebbero ottenuto tranquillamente, se avessero corso insieme, inglobando magari anche la lista di Massimo Russo e Gaetano Armao. Un errore di valutazione sottolineato, non a caso, dallo stesso Raffaele Lombardo nell’immediato “dopo-elezioni”. Forse proprio pensando alla tornata delle Regionali di qualche mese dopo. Quando, nel caso in cui l’idea Crocetta dovesse essere abbracciata da Pd e Udc, il Nuovo Polo potrà contare su un’altra chance. E stavolta la possibile nuova alleanza ha origine nel centrodestra, dove Innocenzo Leontini sembra averci preso gusto, al punto da non voler fare passi indietro dopo l’annuncio della sua candidatura.

A dire il vero, il Pdl, che sembra, esattamente come nel caso delle elezioni comunali di Palermo, aver gettato in uno sgabuzzino le primarie dopo averle annunciate ufficialmente, sta lavorando su due opzioni. La prima è quella di Gianfranco Micciché. Una candidatura considerata forte, di spessore, e in grado di convogliare i voti di Grande Sud, disposto in caso contrario anche alla corsa solitaria. Ma la scelta dell’ex sottosegretario non sarebbe graditissima al Pdl catanese, Castiglione in testa (quest’ultimo, a dire il vero, s’era inizialmente proposto in prima persona). Così, lo stop di un’ala del Pdl potrebbe alla fine far confluire verso la candidatura di Roberto Lagalla. Un candidato, quest’ultimo, che porterebbe in dote il pregio di far rientrare la “fronda orientale” di Leontini, Beninati e Mancuso. A loro, Lagalla sarebbe gradito. Così come “graditissimo” sarebbe al Cantiere popolare di Saverio Romano.

Tre nomi, quelli di Leontini, Micciché e Lagalla che non sono invece affatto graditi ai giovani del Pdl: “Sarebbe un suicidio politico – ha detto il presidente di Giovane Italia Mauro La Mantia – ripetere l’errore del sostegno ad un altro leader di un partitino autonomista, per altro artefice della scissione del Pdl, il quale ha dato ossigeno per lungo tempo a Raffaele Lombardo. Non ci sono neanche i tempi per candidature improvvisate di tecnici che, come dimostra il flop di Massimo Costa a Palermo, non riscontrano il consenso popolare. Abbiamo sempre sostenuto – ha proseguito – il metodo delle primarie per la scelta del candidato. Nel prendere atto che per motivi di pura miopia politica, non certo per questioni logistiche, il partito ha scartato questa ipotesi riteniamo che il segretario nazionale Angelino Alfano debba intervenire in prima persona rompendo gli indugi e indicando il candidato. A lui consigliamo – ha concluso La Mantia – di scegliere una figura di rilievo del partito siciliano senza cedere al ricatto di chi si è autocandidato, come Innocenzo Leontini, minacciando la fuoriuscita dal Pdl”. Un identikit che porta dritto a Francesco Cascio. Il presidente dell’Ars, al di là delle dichiarazioni di rito, ci spera. Ma ha anche ammonito i suoi compagni di partito: “Se non scegliamo entro il 15 agosto, meglio non presentare nostri candidati alle elezioni”. L’impressione è che, almeno sui tempi, verrà accontentato. Ma il nome del candidato, molto probabilmente non sarà il suo.


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