"Lombardo story" | È l'ora di Toti - Live Sicilia

“Lombardo story” | È l’ora di Toti

In campo il figlio del governatore e Giuseppe Castiglione, figlio di Santo, il presidente dell'autorità portuale. E continua così la "Lombardo story" della politica regionale.

Verso le regionali: le liste a Catania
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La candidatura alle regionali di Toti Lombardo, figlio dell’ex governatore siciliano, è ormai quasi certa. Papà Raffaele, in tempi non sospetti, aveva confidato a Livesicilia che il figlio, prima di candidarsi, doveva superare l’esame di procedura civile. Toti è stato promosso e adesso ha ripreso le riunioni in via Pola. E’ devoto come il padre a San Sebastiano e negli ultimi 5 anni ha fatto eleggere tutti i suoi candidati nei consigli comunali dei maggiori centri della provincia di Catania. Attenzione, non si tratta di vecchi tromboni ma di giovani, anche alla prima candidatura, sui quali sono confluiti i voti di Toti, che adesso hanno creato una vera e propria rete pronta a raccogliere i voti alle prossime regionali. A San Giovanni La Punta Toti conta su una psicologa eletta consigliere comunale, stesso discorso a Tremestieri Etneo, dove il Mpa si è diviso sul sostegno a tre diversi candidati sindaco, mentre Toti ha fatto eleggere Chiara Di Marzio, laureanda sempre in psicologia. E ancora: San Pietro Clarenza,S.Agata li Battiati. Il figlio del governatore dimissionario punta a superare il tetto delle 20mila preferenze, forte anche di qualche strizzata d’occhio dello zio Angelo Lombardo, l’onorevole che lo considera come un figlio. Per questo, nel Mpa è scattato il panico. Antony Barbagallo, sindaco di Pedara, dopo un decennio di militanza al fianco dei Lombardo, ha riscoperto una strana, quanto improvvisa vena democratica. Dovrebbe candidarsi col Pd, ma uno dei suoi diretti concorrenti, Giuseppe Galletta, democratico da sempre, assicura a Livesicilia: “Eviterò che il partito democratico catanese diventi terra d’approdo di autonomisti a tempo d’elezioni”. L’effetto “Toti” sta facendo riflettere l’onorevole uscente Giuseppe Arena che nelle settimane appena trascorse ha valutato la possibilità di candidarsi con una lista alternativa al Mpa, dopo aver sostenuto e vinto, insieme a Lino Leanza, un candidato sindaco contrapposto a quello di Angelo Lombardo.

Se nel Mpa il figlio di Raffaele crea non pochi pensieri a colonnelli e aspiranti deputati regionali, nel Pdl le cose non vanno meglio. Giuseppe Castiglione, omonimo del presidente della Provincia cognato di Pino Firrarello, è sceso in campo con un concerto di cantanti napoletani nel cuore di San Cristoforo. E’ il figlio di Santo Castiglione, presidente dell’autorità portuale che milita nella corrente “Raffaele” del Pdl: è uno dei maggiori sostenitori dell’ex numero 1 del Mpa. Sull’altro Castiglione, il segretario regionale del Pdl, pesa la scelta dei candidati azzurri, almeno di quelli scelti nella provincia di Catania. Argomento del giorno è il terzo mandato dell’uscente Pippo Limoli, incensurato, fedelissimo di Firrarello, che secondo il pentito Gaetano D’Aquino avrebbe incontrato il boss Angelo Santapaola. Per questioni elettorali. Limoli si è detto sempre estraneo a ogni tipo di coinvolgimento, ma i suoi voti, cioè quelli di Firrarello che lo ha sempre sostenuto, potrebbero essere determinanti per l’elezione di altri candidati del Pdl. Per evitare la contesa -tra i candidati- dei voti del senatore-sindaco di Bronte, Firrarello aveva assicurato la propria candidatura alle regionali. Adesso però ci sono altre priorità: puntare sul ricambio generazionale e tentare di rafforzare i consensi a Catania città. In provincia, il Pdl può contare anche su Nino D’Asero, forte a Biancavilla, onorevole uscente, ma in città i consensi sono concentrati prevalentemente nelle mani di Salvo Pogliese, sostenuto anche nell’acese dal deputato Basilio Catanoso. Il ricambio generazionale tanto decantato dai vertici del Pdl non può contare, sino a questo momento, su volti nuovi, su candidati, sostenuti dai vertici del partito, che non hanno completato già due o tre mandati a Palermo.

I democratici

Il centrosinistra è spaccato in tre. Da una parte la lista di comunisti, Sel, rifondazione e Idv, dall’altra le due correnti del partito democratico che si contendono seggi e posizioni alle falde dell’Etna. Da una lato c’è la corrente che che ha sostenuto Raffaele Lombardo, dall’altro la corrente guidata da Enzo Bianco, fiero oppositore del signore di Grammichele, almeno dopo il 2005, visto che Bianco, da candidato a sindaco di Catania, aveva indicato tra i propri assessori Ottavio Garofalo, uomo di fiducia di Raffaele Lombardo.

Per la corrente vicina a Raffaele è sicura la candidatura dell’uscente Concetta Raia, forte del sostegno del marito Giacomo Rota, segretario confederale della Cgil e di Angelo Villari, segretario generale della Cgil. La Raia raccoglie numerosi consensi anche grazie alle battaglie sindacali al fianco di braccianti e operai. Battaglie che hanno caratterizzato la sua crescita politica negli ultimi anni.

Incerta la candidatura del segretario provinciale del Pd Luca Spataro, oppositore di Enzo Bianco, molto vicino ad Anna Finocchiaro e al deputato Giuseppe Berretta, possibile candidato sindaco nel 2014. Con Bianco ci sono invece i militanti di Scelta Giovane, il movimento guidato da Daniele Capuana, assessore di Giuseppe Castiglione che si è dimesso un anno addietro, appena ha creato il movimento che oggi può contare su numerosi coordinamenti territoriali e iscritti. Capuana potrebbe candidarsi con il Pd.

A sinistra gli occhi sono puntati su Orazio Licandro, ex deputato e dirigente nazionale dei comunisti italiani, su Gioly Vindigni, coordinatore provinciale di Sel insieme a Marcello Failla. Ma anche su Pierpaolo Montalto, agguerrito avvocato di rifondazione, e Matteo Iannitti, leader del movimento studentesco. Il movimento 5 stelle non ha ancora svelato i nominativi dei candidati. Le regionali potrebbero trasformarsi in una sorta di primarie per le prossime elezioni comunali del movimento di Beppe Grillo.


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