"La mia storia non ha ombre | D'Alia? Non è un mostro" - Live Sicilia

“La mia storia non ha ombre | D’Alia? Non è un mostro”

Il candidato di Pd e Udc si rivolge anche a Orlando: "La mia vicenda personale è nota. Credo possa bastare per sottoscrivere col sindaco di Palermo un 'patto antimafia' alla Regione".

Rosario Crocetta
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“Questo è il nipote di Placido Rizzotto, io voglio unirmi a questa storia, a questa tradizione che è anche quella di Peppino Impastato e di Pio La Torre”. Rosario Crocetta fa sedere vicino a sé un uomo brizzolato. Omonimo (e discendente) del sindacalista vittima della mafia. Un gesto simbolico e utilissimo. Specie in queste ore in cui in tanti gli stanno rimproverando l’alleanza con quello che fu il partito di Totò Cuffaro.

“Ma l’Udc ha sottoscritto con noi un patto sui diritti civili, sull’antimafia”, precisa. Un po’ infastidito, un po’ consapevole del fatto che “la politica è una cosa complessa, che muta, non si può pensare a compartimenti stagni, come se tutto fosse sempre immobile”. E comunque, di alleanze “non mi occupo io. Io sono Rosario Crocetta, il sindaco antimafia che licenziò la moglie del boss Emanuello, uno dei più pericolosi, e che ha una storia chiara e senza ombre. Ma i rapporti con le altre forze politiche – precisa – li curano i partiti”.

Anche, eventualmente, con ciò che resterà dell’Mpa di Lombardo. “Basta con queste domande su Lombardo. Che c’entro io con Lombardo? E poi, Lombardo tra poco non ci sarà più”. Non è un’apertura, insomma. Ma nemmeno una chiusura a quelle liste che potranno originare da un partito nel quale, al di là delle dichiarazioni di ieri (“Crocetta alleandosi con l’Udc dimostra di essere diverso da quello che pensavamo”), aveva espresso simpatia per l’ex sindaco di Gela, attraverso dichiarazioni di uomini di peso, dal governatore al capogruppo all’Ars Nicola D’Agostino.

Ma intanto, si parte dal blocco Pd-Udc. Dall’intesa Lupo-D’Alia. E il segretario del Pd oggi parla di “candidatura ampiamente condivisa all’interno del partito, e aperta anche a Idv, Sel, ai Socialisti. La candidatura di Rosario dà forza a un progetto che si basa sulla lotta alla mafia, e sullo sviluppo produttivo dell’Isola. Un progetto di cambiamento condiviso ampiamente dall’Udc, che consideriamo un alleato molto importante”.

A dire il vero, pochi giorni il segretario regionale dei centristi D’Alia fa aveva indicato Crocetta come “il candidato di Lombardo”, ricevendo una secca replica: “Come fa a parlare D’Alia, che fu uomo di Cuffaro e alleato di Lombardo?”. Screzi superati, assicura oggi Crocetta. “Nei giorni scorsi ci siamo fatti alcuni scherzetti, me sempre senza veleno”, minimizza. “Certo -aggiunge – se D’Alia dichiara di preferire Saverio Romano a me, mica posso essere contento. Negli ultimi giorni, però, – prosegue – ci siamo seduti a discutere, e abbiamo finito per convenire su molti punti: dalla legalità ai diritti civili. Credo che l’Udc abbia impresso una svolta mai vista. Ha dimostrato grande coraggio. E ora, tutti considerano D’Alia il mostro, solo perché s’è alleato con Crocetta”.

Ancora ampia è invece la frattura con Claudio Fava: “Ha detto che sono uomo di Ciancio. Lo sfido a spiegare quali sono i miei legami con l’imprenditore. E io – attacca – dovrei dire che è un berlusconiano solo perché ha preso i soldi da Mediaset? Io spero che in Fava prevalga lo spirito che ci accomuna: quello di una tradizione antimafia. E non si scordi che io sono ‘più di sinistra’ di lui”.

Ma al di là degli scontri, ecco anche le “buone intenzioni”. “Io non porterò avanti una campagna elettorale di offesa o di attacchi ai miei rivali. Anzi, dico già adesso che io ‘voglio bene’ a tutti i miei avversari”. E tra questi, il più “accreditato” pare essere Gianfranco Micciché, probabile candidato del centrodestra: “Io tempo fa – rivela Crocetta – iniziai un dialogo con Micciché. Ma gli chiesi di prendere pubblicamente le distanze da Marcello Dell’Utri. Lui decise di non farlo, e il dialogo finì lì”. E il dialogo, quasi certamente, si trasformerà in un testa a testa.

E per portare avanti la “rivoluzione della dignità, del lavoro e dell’onestà”, spiega Crocetta, “la porta è aperta a tutti”. Magari anche a Leoluca Orlando: “La mia storia personale è quella di un uomo che ha combattuto la mafia in prima persona, che vive sotto scorta, che da dieci anni non può affacciarsi al balcone di casa, che ha fatto licenziare la moglie di un boss. Io sono tutto questo. E in queste elezioni porto la mia storia personale, prima ancora delle alleanze e delle sigle di partito. A questo punto chiedo a Orlando: può bastarti tutto questo, per sottoscrivere insieme un patto contro la mafia, per la legalità e per lo sviluppo della Sicilia?”.


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