Amia Essemme in liquidazione| Ritardi sul concordato - Live Sicilia

Amia Essemme in liquidazione| Ritardi sul concordato

L'Amia spa decide la messa in liquidazione della satellite Amia Essemme su indicazione del Comune. Ma all'appello manca ancora la bozza di concordato preventivo per salvare l'azienda.

E anche per Amia Essemme scatta la liquidazione. Alla vigilia di Ferragosto, infatti, i commissari dell’Amia spa, la partecipata del comune di Palermo, su preciasa indicazione di piazza Pretoria, hanno deciso di presentare la richiesta di liquidazione per la società satellite, che conta circa 800 lavoratori e si occupa dello spazzamento delle strade e della pulizia delle caditoie.

Una misura resasi necessaria, secondo il commissario Sebastiano Sorbello, per mettere l’azienda satellite in simmetria con l’azienda madre e presentare un concordato preventivo per entrambe. “Ma ad oggi – dice Sorbello – non c’è ancora traccia della proposta di concordato preventivo che entro il 31 luglio il liquidatore Baldassarre Quartararo avrebbe dovuto presentare in vista dell’udienza del Tribunale”. Un ritardo che fa il paio con le dimissioni del vicesindaco e assessore al Bilancio Ugo Marchetti e che la dice lunga sulla difficoltà di Palazzo delle Aquile di far quadrare i conti.

Amia Essemme, nata nel 2004 per stabilizzare oltre 700 lsu, sarà liquidata dallo stesso Quartararo: l’azienda vanta crediti verso Amia per alcuni milioni di euro che però non possono essere corrisposti per le note difficoltà della società principale. “I nostri rapporti con il sindaco Orlando sono neutri e corretti”, specifica Sorbello dopo le roventi polemiche estive che hanno visto il primo cittadino scrivere più volte al ministro Passera e anche al premier Monti per chiedere proprio la testa dei tre commissari.

E con le dimissioni di Marchetti la strada appare ancora più in salita, mentre si avvicina l’appuntamento autunnale col Tribunale fallimentare. Ma anche se il concordato dovesse essere approvato, i problemi non sarebbero del tutto risolti. L’azienda chiede infatti venti milioni di euro in più all’anno, per non attivare procedure di mobilità. Intanto Essemme ha chiuso lo scorso esercizio con un passivo di 316mila euro e debiti per cinque milioni verso istituti previdenziali e erario statale, mentre il pm ne ha chiesto lo stato di insolvenza.

 


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