“Ho apprezzato le dichiarazioni del premier Monti quando, il 23 maggio scorso, in occasione della commemorazione di Capaci, ha sostenuto che l’unica ragion di Stato è quella dell’ accertamento della verità. Non condivido invece le ultime rilasciate dal nostro Presidente del Consiglio sull’operato della Procura di Palermo, ma ovviamente ognuno ha il diritto di sostenere le proprie opinioni”.
Lo dice il pm palermitano Antonio Ingroia a “Klauscondicio”. “Più in generale – aggiunge – non posso non osservare che questi anni sono stati teatro di reciproche accuse e invasioni di campo. Io credo però che da parte nostra, della magistratura, non ci siano mai stati sconfinamenti; semmai ci sono stati da parte della politica. Detto questo: mi auguro che al più presto possibile si stabilisca un clima di maggiore collaborazione istituzionale”.
“Senso di colpa? No. Dispiacere umano nei confronti di un collega che conoscevo da anni, che ho sempre apprezzato, che ho incontrato nei corridoi del ministero della Giustizia. Quando muore un collega che tu apprezzi, ovviamente sei dispiaciuto. So non esserci e non poter esserci nessuna relazione tra la sua morte e la nostra indagine”. Così il pm palermitano Antonio Ingroia a ‘Klauscondicio’, sulla morte di Loris D’Ambrosio, consigliere diplomatico del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.