Caro Presidente, le spiego il tifo | ai tempi del marketing - Live Sicilia

Caro Presidente, le spiego il tifo | ai tempi del marketing

L'abbonamento più facile e più semplice, per realizzare la piena "customer satisfaction". Ma poi un vecchio abbonato deve sopportare i soliti sfregi. Caro Zamparini, ecco perché.

L'abbonamento
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3 min di lettura

La nuova stagione del Palermo è stata inaugurata dall’assunzione di un manager (argentino pure lui) alla direzione del marketing. Con un profluvio di termini trendy, ci è stato spiegato che la nuova policy aziendale punta alla valorizzazione del brand con il coinvolgimento di un top-sponsor tecnico che incrementerà la vendita del merchandising sfruttando i canali dell’E-commerce. Il tutto al fine di migliorare la customer satisfaction. Un primo impiego delle nuove tecnologie si è avuto all’apertura della campagna abbonamenti. Negli anni scorsi, per qualche errore nella scelta delle date e per l’alta richiesta, i tifosi più fedeli avevano sopportato gravi disagi con file estenuanti nel caldo d’agosto e addetti alla sicurezza non proprio professionali. Lo scorso anno, grazie al calo della domanda, le cose erano andate un po’ meglio. Anche se l’avvento (non dipendente dalla società) della tessera del tifoso aveva causato altri disagi. Avevo salutato “il nuovo corso” con grande favore. Ero felice del fatto che avrei finalmente rinnovato il mio abbonamento evitando l’annuale contatto con il salta-code panormita che, dopo aver tentato di fare il furbo, si riconosce dalla formula: “Ah, ma chi c’è tùinnu ?”. Ed avrei persino economizzato sull’annuale obolo al posteggiatore abusivo in servizio sul piazzale dello stadio. Ma quali code, spintoni e sudate: l’abbonamento si rinnova via internet.

Mi collego al sito del Palermo e un link mi rimanda a quello della LISTicket dove mi devo registrare ed attendere l’invio della password. Compilo il modulo per la conferma del mio posto inserendo le credenziali appena ricevute e i codici stampati sulla tessera del tifoso. Inserisco i dati della mia carta di credito comprensivi di codici di sicurezza e, al termine della procedura, giunge la sgradita sorpresa. Sui 400 euro del mio abbonamento in gradinata, ne devo pagare 25 di commissione. Ho inserito tanti di quei numeri che decido di andare avanti e concludere la transazione che mi è costata il 6,25% dell’importo dell’abbonamento. Non mi è chiaro se il balzello sia fisso o variabile in funzione del costo del rinnovo. Vado sul sito del Palermo ma in nessun punto dell’informativa sulla campagna abbonamenti è fatto riferimento all’esosa commissione. D’accordo che ho evitato il fastidio di andare allo stadio, ma se qualcuno m’avesse informato forse avrei scelto diversamente. E soprattutto non capisco perché debba pagare per aver fatto da casa l’identica transazione che un addetto pagato dal Palermo avrebbe fatto gratuitamente allo stadio.
Dunque, l’impiego delle nuove tecnologie si è ritorto contro di me, nuovo-vecchio abbonato. Uno dei 9.230 che hanno sottoscritto l’abbonamento (nadir dell’era Zamparini) nonostante il fatto che, dalla squadra che lo scorso anno si è salvata a stento siano usciti quasi tutti i giocatori più affidabili e che siano stati rimpiazzati da un ragazzino della Serie B argentina e da una serie di retrocessi, tra cui il campione olimpico di stupidità.

E adesso, confidando ancora nelle nuove tecnologie, mi rivolgo a Lei, Presidente. La ringrazio per averci prestato il Flaco e il Matador che sono ben diversi da Pullo, Finetti e Scaringella. Io non sono il proprietario, ma dubito che lei abbia mai visto la bicicletta di Vitogol, cui si ispira il mio pseudonimo. Io ho visto Stecco, u’ Tiriscu e Bugia ed ero allo stadio quando l’arbitro Sbardella fuggì in elicottero e quando il portiere del Brindisi Di Vincenzo fu abbattuto a testate da un tifoso della Nord per aver scalciato Barbana. Oggi i tifosi del Palermo sono i più corretti d’Italia. Ebbene, Presidente: qui ce n’è uno, anziano e fedelissimo, che non è affatto contento di come vanno le cose dentro e fuori dal campo e che spera con tutto il cuore di ricredersi presto. La prego, lo spieghi Lei al Manager addetto alla Customer Satisfaction: qui c’è un ottimo customer cui manca la satisfaction. Anche perché non lo avete degnato di uno straccio di risposta ai due messaggi di protesta inviati alla società attraverso il sito ufficiale quasi tre settimane orsono. Ma forse, dopo dieci anni, Lei capisce meglio il siciliano dell’inglese. E allora traduco: “M’abbuttò e minni pintivi. E l’annu appressu ci pensu tri voti”.

 

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