I Revisori danno l'ok| al consuntivo di Cammarata - Live Sicilia

I Revisori danno l’ok| al consuntivo di Cammarata

Arriva il parere positivo dei Revisori dei conti sul consuntivo 2011, ovvero l'ultimo anno dell'amministrazione Cammarata. La manovra, dopo il vaglio della commissione, arriverà a Sala delle Lapidi. Ecco tutte le cifre e i numeri.

COMUNE DI PALERMO
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Prende il via l’iter del bilancio consuntivo del 2011 del comune di Palermo, che dopo l’approvazione della giunta riceve anche il parere favorevole dei Revisori dei conti. Un parere a metà, a dire il vero, visto che al collegio presieduto da Nino Maravantano non è mai arrivato l’inventario sui beni immobili di Palazzo delle Aquile che ha impedito, di fatto, di accertare la completezza e la veridicità del Conto del patrimonio e del Conto economico.

Un inspiegabile ritardo degli uffici, che comunque non ha impedito ai revisori di presentare ieri in commissione Bilancio il proprio parere sul consuntivo. Ieri è stato sentito anche l’assessore alle Partecipate, nonché vicesindaco, Cesare Lapiana, mentre oggi sarà la volta del Ragioniere generale, domani dell’assessore al Bilancio Luciano Abbonato e giovedì di nuovo dei revisori, prima di portare la manovra in Aula.

Un rendiconto dell’ultimo anno dell’amministrazione Diego Cammarata che si conslude, tutto sommato, in positivo con un avanzo di amministrazione 23,5 milioni, di cui solo 5,8 non vincolati e quindi riutilizzabili nel bilancio di previsione 2012. Anche se i Revisori consigliano al sindaco di metterli da parte per turare le eventuali falle risultate dai disastrati bilanci delle società partecipate. Un monito ad evitare di trovarsi senza un euro in cassa per coprire i numerosi buchi delle aziende. Il Comune della quinta città d’Italia rispetta comunque il patto di stabilità e vede aumentare i trasferimenti dello Stato, che passano da 543 milioni a 560, mentre i debiti si attestano su 300 milioni. Non esistono, invece, dati aggiornati sulle società partecipate.

RIEPILOGO ENTRATE E USCITE
A conti fatti, il Comune incassa e spende meno di quanto previsto. Sul fronte delle entrate, per esempio, arrivano 980 milioni, il 25% in meno degli 1,3 miliardi previsti, soprattutto a causa delle entrate dai prestiti (-99%) e dell’avanzo di amministrazione precedente, praticamente rimasto intaccato. Ad aumentare, invece, sono le entrate tributarie, cioè le tasse: il Comune nel 2011 incassa il 13% in più del previsto, ovvero oltre 255 milioni di euro. Passiamo alle spese: Palazzo delle Aquile ha speso 919 milioni, il 30% in meno del previsto, grazie a minori spese in conto capitale, ovvero investimenti (-68%) e rimborso di prestiti (-93%). Cala anche la spesa corrente, che passa da 828 a 781 milioni.

TASSE E IMPOSTE
Palazzo delle Aquile incassa più di quanto previsto, sia sul fronte delle tasse che delle imposte. Dall’Ici, per esempio, arrivano 57 milioni, grazie anche alla lotta all’evasione; dall’Irpef 27 e dalla pubblicità 5 milioni; la Tarsu frutta 139 milioni, 25,5 più di quanto preventivato e 11 in più dello scorso anno (grazie al recupero di quote arretrate), la Tosap 4,3. In particolare, la Tarsu negli anni ha pesato sempre più sulle tasche dei palermitani: se nel 2008 ogni cittadino pagava in media 185 euro, nel 2009 ha pagato 191, nel 2010 195 e nel 2011 212. Calano gli introiti dai diritti sulle pubbliche affissioni.

SERVIZI A DOMANDA
I revisori bacchettano il Comune, reo di incassare troppo poco da alcuni servizi e di investire ancora meno, “deludendo le aspettative della comunità”. Gli asili nido, per esempio, con le rette coprono appena il 15% del loro costo, così come la Città dei Ragazzi; non va meglio sul fronte degli impianti sportivi (10%) e delle mense scolastiche (11%), fino ad arrivare al misero 4,3% di musei e spazi espositivi.

SPESE E PERSONALE
Se le spese per l’amministrazione della giustizia restano costanti, calano drasticamente quelle per la scuola che in quattro anni passano da 81 milioni a 33. Aumentano quelle per la Polizia locale (51 milioni), restano stazionarie (anche se basse) quelle per la cultura, pari a 12 milioni. 121 milioni per i trasporti, in aumento rispetto al 2010. La spesa corrente si attesta a 781 milioni, 14 in più rispetto al 2010 e tetto più alto dal 2008 ad oggi.

In particolare, il personale di Palazzo delle Aquile costa 278 milioni, in continuo calo rispetto al 2008 e del 5,5% in meno in confronto al 2010. Il personale comunale richiede 182 milioni, il Coime 44, gli Asu 2, gli Asu stabilizzati 48 e gli Lsu 423mila euro. Una spesa finanziata per 244 milioni con fondi comunali e il resto con trasferimenti regionali e nazionali. I dipendenti diretti sono 9.579, di cui 7.569 di ruolo.

PARTECIPATE E TEATRI: QUANTO COSTANO?
Nel 2011 le partecipate sono costate, complessivamente, 289 milioni di cui 3,8 per Palermo ambiente, 109 per Amia, 8 per Amap, 64 per Gesip, 86 per Amat, 10 per Amg e 11 per Sispi, pari al 37% delle spese totali dell’intero consuntivo. Al teatro Massimo sono andati 1,8 milioni, 4 al Biondo. I debiti verso le partecipate ammontano a 216 milioni, di cui 151 ad Amat e 20 ad Amg. I disallineamenti, ovvero la differenza tra quanto le aziende chiedono al Comune e quanto il Comune riconosce di dover pagare, restano preoccupanti e si attestano a 73 milioni (Amia 24, Amap 15, Amg 3, Amat 23, Sispi 1,5, Palermo ambiente 60mila euro).

SPESE PER INVESTIMENTI
Le spese in conto capitale ammontano ad appena 38 milioni, ben 80 in meno rispetto al previsto, finanziate per quasi la metà da Stato e Regione. Basti pensare che nel 2010 le spese in conto capitale ammontavano a 191 milioni e nel 2008 a 202.

DEBITI FUORI BILANCIO
Calano i debiti fuori bilancio, che dal 2010 al 2011 passano da 31 a 13,5 milioni, di cui 12 derivanti da sentenze del tribunale.

UFFICI COMUNALI
Quanto hanno impegnato i singoli uffici? Quello di Gabinetto 7,5 milioni, lo staff del consiglio comunale 2,8, quello del direttore generale quasi 15. L’ufficio aziende 73, i Tributi quasi 9 e il Sociale 48, 11 i vigili.

CRITICITA’
Ma i revisori avevano già segnalato alcuni profili di criticità del bilancio del Comune, come evidenziato anche dalla Corte dei conti, tra cui la spesa eccessiva per il personale e gli eccessivi debiti fuori bilancio. Profili di criticità che sembrano restare tutti. I revisori incoraggiano inoltre l’amministrazione, ancora una volta, a rivalersi sui dirigenti che creano debiti fuori bilancio.

 


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