"Caro Raffaele, |ecco invece com'è andata" - Live Sicilia

“Caro Raffaele, |ecco invece com’è andata”

Pietrangelo Buttafuoco, rispondendo all'ex governatore, parla della situazione economica del Teatro Stabile di Catania: "E’ sinceramente difficile fare cultura dovendo poi avere come interlocutore un uomo la cui unica cultura è quella di comandare e fottere".

La controreplica di Buttafuoco
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Ebbene sì, sono stato una foglia di fico. Sono stato l’uomo attraverso il quale Raffaele Lombardo voleva acquistare a Catania una verginità e accreditarsi presso un mondo per lui tanto, tanto lontano: quello della cultura e della decenza intellettuale. Ebbene sì, sono stato una foglia di fico ma, grazie a Dio, sono stato libero e indipendente come l’aria e come il vento. Non ho mai fatto politica con lui, mai con lui ho fatto gite e merende, mi sono occupato solo del teatro di cui qualcuno dice bene, qualcuno dice male e tutto questo, alla fine, don Raffaele non l’ha potuto sopportare. Non potendo cancellare me ha portato all’agonia, per asfissia finanziaria, il Teatro Stabile di Catania facendo venire meno i fondi (e non facendoli mancare agli altri, ovvio).

Ebbene sì, così è andata. E Lui, si sa, non se le sporca mai direttamente le mani. Secondo un collaudato costume il lavoro sporco viene sempre affidato a picciotti e picciottazzi, quelli serventi e sempre sugli attenti. E dunque sì, sono stato una foglia di fico ma beneficiario però – chiedo scusa – di che? Negli anni in cui ho presieduto il tormentatissimo teatro ci ho solo rimesso fatica, soldi e allegria. Soprattutto allegria. Gli sarò grato solo per avermi regalato, incontrandolo, l’opportunità di un’amicizia, quella con Nuccio Molino, l’unica vera mente di cui può disporre Lombardo, l’unico che però non gli scodinzola. Ebbene sì. E’ sinceramente difficile fare cultura dovendo poi avere come interlocutore un uomo la cui unica cultura è quella di comandare e fottere. Lo dimostra la fatica del Teatro Stabile i cui dipendenti possono ancora vantare l’orgoglio di non essere stati trasformati in clienti o in serventi.

Di sicuro il Teatro si salverà dopo la mia uscita, quando arriveranno i fondi. E si salverà grazie al sindaco della città, Raffaele Stancanelli, il mio unico interlocutore, che, ne sono certo, lo saprà difendere dallo sciacallaggio dei politici politicanti e di artisti falliti buoni solo per calcare le segreterie elettorali, non certo i palcoscenici. L’ho già scritto. Andrò via da questo teatro ma anche da questa Sicilia dove chi governa finisce sempre e comunque per travestirsi da padrino buono con i servi e spietato con i liberi infedeli. Ebbene sì, è andata proprio così.


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