"Saremo leali con Micciché | Ma serve una lista unica" - Live Sicilia

“Saremo leali con Micciché | Ma serve una lista unica”

Il leader siciliano dei finiani: "Non abbiamo molte affinità col leader di Grande Sud, ma saremo leali. Serve un'ampia aggregazione per superare lo sbarramento, anche a costo di rinunciare al nostro simbolo". Granata: "Il peggio del vecchio centrodestra sostiene Musumeci. Imporremo codice etico e liste pulite".

Il coordinatore regionale di Fli Briguglio
di
4 min di lettura

PALERMO- “Una lista unica a sostegno di Micciché, insieme agli alleati di Grande Sud e Partito dei siciliani”. Carmelo Briguglio conferma l’intenzione di sostenere l’ex ministro di Berlusconi, ma rilancia: “Abbandoniamo i calcoli e gli accordi da retrobottega. Diamo vita a un nuovo progetto politico”. Un invito che è anche, in un certo senso, dettato dalla necessità di “sopravvivere”. Lo ammette con molta onestà, il coordinatore regionale di Fli: “Il nostro partito, al momento, è come un pulcino in autostrada, dobbiamo scansare macchine e autotreni”. Una tesi che, alla fine, tutto sommato, ha accontentato lo scontento Fabio Granata: “Io avevo un’altra idea, ma se la maggioranza del partito la pensava diversamente da me, Briguglio ha fatto bene a decidere in questo modo”. Cioè, a sostenere comunque Gianfranco Micciché, verso il quale Granata lancia prima un invito a “redimersi” da alcuni atteggiamenti critici nei confronti della magistratura palermitana, poi una sorta di assoluzione politica: “La sua vicinanza a Dell’Utri è stata solo ‘aziendale’”.

Alla fine, come detto, Fli non solo decide di sostenere Micciché, ma lancia l’idea di una lista unica, che lanci dalla Sicilia un progetto nazionale, come spiega Bocchino: “Quella che potrebbe chiamarsi ‘Lista Sicilia’ rappresenterà un esperimento di lista nazionale, una ‘Lista Italia’ che vada oltre i blocchi del centrodestra e del centrosinistra attuale”. La linea, appunto, rivendicata da Briguglio che durante il suo intervento al coordinamento regionale ha spiegato che “lo sforzo più grande, anche in vista delle imminenti elezioni regionali, è stato quello di non far sbandare il partito né verso il centrodestra che si ripresenta uguale al passato ma con la nuova maschera di Musumeci, né verso il centrosinistra che sostiene Crocetta, persona che rispettiamo, ma che ha un’altra idea della Sicilia e della vita, anche a livello personale. L’offerta politica – prosegue Briguglio – era questa. Stiamo costruendo con i mattoni che la Sicilia oggi offre. Abbiamo scelto Micciché, che ci ha offerto questa possibilità di ‘non sbandare verso l’una né verso l’altra parte. Sebbene con Gianfranco, diciamola tutta, non è che abbiamo molte ‘affinità elettive’”. E al di là dell’effetto “sbandata”, il sostegno a Micciché e l’invito a creare una lista unica nasce dalla “necessità – spiega Briguglio – di far parte di un’alleanza. Altrimenti, la pena sarebbe quella massima: l’irrilevanza”. Ovvero, il rischio concreto di non superare lo sbarramento del 5% in molte province siciliane: “Per cortesia – aggiunge Briguglio – mettiamo da parte l’ideale della ‘bella morte’: qella di chi muore stringendo il proprio simbolo. Noi vogliamo e dobbiamo vivere”.

Un’idea, come detto, condivisa da Fabio Granata, indicato inizialmente come candidato alla presidenza dei finiani: “Partiamo da un dato di fatto: abbiamo tolto energie e voti importanti come quelli di Gianfranco Micciché a una destra che stavaproponendo una nuova, preoccupante restaurazione. Questa è una grande operazione tattica e strategica, il cui merito è tutto di Carmelo Briguglio”. Una dichiarazione buona, insomma, per mettere a tacere “divisioni che non sono mai esistite. Si discute, come è giusto che si faccia in un partito”. Al di là della distensione, però, Granata rivendica la sua idea originaria, quella nella quale Fli, in un momento storico-politico come quello attuale, avrebbe potuto trovare forza e spinta da un candidato alla Presidenza che portasse con sé alcuni valori rappresentativi del partito. “Ma voglio precisare – aggiunge Granata – che Gianfranco Micciché è ineccepibile sul piano della legalità, e la vicinanza a Dell’Utri, in fondo, è stata solo ‘aziendale’”. Già, il “male vero” è altrove: “C’è tutta quella zona grigia dell’ex centrodestra col quale ha rotto Fli,che adesso si nasconde dietro il dinamico pizzetto della destra catanese e di un partito rappresentato da un leader come Storace che ha solo operato operazioni di sciacallaggio nei confronti di Gianfranco Fini”. E gli attacchi molto caustici agli avversari del centrodestra non finiscono qui: “Musumeci parla tanto di legalità, sono certo che su quel tema saranno in prima linea sia Saverio Romano che Rudy Maira. Poi c’è Pippo Scalia, noto per i suoi interventi in Aula da deputato nazionale e regionale quando, evidentemente, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ed è chiaro anche l’apporto in termini di voti da parte di Adolfo Urso che viene ricordato come l’uomo che, durante la traversata nel deserto di An è scappato portando via la borraccia”. Adesso, però, Urso, Scalia, Musumeci sono tutti dall’altra parte. Fli ha scelto Micciché. “Imporremo un codice etico e liste di persone irreprensibili – puntualizza Granata – mentre i nostri assessori in giunta dovranno proporre la costituzione parte civile della Regione siciliana nel processo sulla trattativa. A cominciare dall’udienza prevista per il 29 ottobre”. Quando anche il “pulcino Fli” saprà se è sopravvissuto agli autotreni.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI