"Serve una rivolta morale |contro i cattivi esempi" - Live Sicilia

“Serve una rivolta morale |contro i cattivi esempi”

Il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, intervenendo alla "Settimana alfonsiana" in corso a Palermo, ha parlato dei "cattivi esempi" della malapolitica, delle pratiche clientelari, degli attacchi alla magistratura e dell'esigenza di selezionare una nuova classe dirigente.

Piero Grasso
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PALERMO – Ci sono “troppi cattivi esempi” di una crisi di legalità nel Paese. E per questo occorre una riforma profonda della politica che scaturisca anche da una “rivolta morale”. E’ la strada indicata dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso in un intervento alla “Settimana alfonsiana” in corso a Palermo.

Grasso ha citato più volte il Vangelo e la figura di don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia, per mettere in relazione i “cattivi esempi” della malapolitica, le pratiche clientelari e gli attacchi alla magistratura con l’esigenza di selezionare una nuova classe dirigente. Dalla politica rigenerata dovrebbero essere intanto esclusi “chi vive di sola politica come professione e unica fonte di guadagno, chi si serve della politica per entrare anche nel mondo degli affari e chi incappa in problemi anche minimi nella giustizia”.

Oggi – ha aggiunto – spesso ci si candida in schiaffo alla giustizia, per guadagnare un’immunità e talvolta anche un’impunità. Sembra quasi che ci siano due Italie: quella dei tartassati e quella dei furbetti che si arricchiscono alle spalle dei primi e che vanno chiamati con il loro vero nome: evasori, corrotti, speculatori, estortori”. La “rivolta morale” consiste, secondo il procuratore, in alcune scelte nette: “Bisogna urlare no alla corruzione, no all’evasione fiscale, no ai favoritismi e ai privilegi, no alle spartizioni dei comitati di affari, al finanziamento illegale della politica, alle estorsioni alle aziende private, agli sfregi all’ambiente e allo sfruttamento degli immigrati”. Serve l’utopia delle conquiste democratiche e una nuova classe dirigente al posto di quella che si è “servita delle istituzioni per soddisfare il proprio potere”, ha usato denaro pubblico per soddisfare i “propri vizi” e “dell’arbitrio ha fatto legge”. Insomma, un “vento che scuota l’Italia” per ridare al Paese dignità, verità e voglia di sapere.


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