PALERMO – Rinviato a giudizio per diffamazione aggravata il deputato regionale Davide Faraone. In due interviste rilasciate nel 2006 puntò il dito contro l’allora comandante dei vigili urbani di Palermo, Maurizio Pedicone,e Marolina Labate, dirigente del servizio verbalizzazioni. Faraone diede loro la colpa della mancata riscossione di 40 milioni di euro di multe e ipotizzò che alcuni personaggi della politica venissero esentati dalle contravvenzioni. Pedicone e la Labate, assistiti dagli avvocati Claudio Gallina Montana e Vito Agosta, hanno denunciato il deputato regionale del Pd. Il processo inizierà il 13 gennaio a Catania, luogo dove viene stampato il giornale su cui vennrero pubblicate le interviste.
IL COMMENTO DI FARAONE
“Sono certo che quanto dichiarato e verificato allora corrisponda ad assoluta verità. In ogni caso, essere rinviato a giudizio per aver difeso gli interessi dei cittadini e del comune che allora rappresentavo in quanto consigliere comunale e segretario cittadino quasi mi inorgoglisce”.
Queste le parole del deputato regionale Davide Faraone dopo aver appreso della richiesta di rinvio a giudizio a seguito della denuncia per diffamazione aggravata presentata da Maurizio Pedicone, ex capo dei vigili urbani di Palermo e Marolina Labate, allora dirigente del servizio verbalizzazioni.
“Dalla mia attività di consigliere comunale e dal sopralluogo fatto alla caserma dei vigili svolto nel 2006, sono emerse irregolarità e disservizi che arrecarono al comune di Palermo danni enormi.
Fascicoli spariti, multe mai riscosse, agevolazioni ad assessori e politici, una gestione disordinata e inefficiente dei ricorsi, tutto questo si trasformò – continua il deputato – in spese pesantissime per il comune di Palermo. Non mi pento di aver condotto quella battaglia e se tornassi indietro lo farei di nuovo.
I cittadini sanno chi sono io e oggi sanno chi è l’allora capo dei vigili Maurizio Pedicone, di recente sorpreso “ a giocare alla guerra” con armi vere in un spazio pubblico nelle campagne di Portella della Ginestra – conclude Davide Faraone – Io dovrò rispondere di diffamazione, se così verrà giudicata, lui di ben altro”.
Ma se aveva ragione il giudice perché lo ha rinviato a giudizio? Mi sembra una difesa un Po fragile.
se fosse vero quanto afferma faraone non sarebbe stato rinviato a giudizio lui, ma pedicone e la labate sia davanti al giudice penale che contabile, cosa non avvenuta perchè le accuse sono state ritenute dagli stessi evidentemente infondate. anzi risulta che per le medesime dichiarazioni fatte negli stessi articoli rilasciate unitamente al faraone dal sindacalista dei cobas gianfabio monacò, quest’ultimo è già stato condannato per diffamazione aggravata dal tribunale di catania. faraone continua in mala fede a non sapere di cosa parla, dato che risulta agli atti che furono pedicone e la labate a segnalare alla corte dei conti un potenziale danno erariale di 40 milioni di euro per inefficienza nella riscossione coatta da parte della serit per multe regolarmente notificate e non pagate dai contravventori. per quanto riguarda i cittadini che sanno chi è forse si riferisce a coloro ai quali ha promesso posti di lavoro durante le recenti primarie per la candidatura a sindaco, come ha dimostrato stefania petix in un servizio di striscia la notizia…se continua così avrà ulteriori occasioni per sentirsi orgoglioso! chissà cosa si inventerà stavolta in campagna elettorale per le regionali ? certamente qualcosa di nuovo… o di vecchio ?
I soggetti interessati sono chiamati a rispondere, nelle opportune sedi,dei reati loro contestati;Faraone risponda alla magistratura per quello che lo riguarda, altrettanto farà Pedicone -in altra sede di giustizia- per i l reato ascritto relativo ad una vicenda personale e che,comunque, non attiene la pubblica amministrazione.
Ogni valutazione di ordine morale,nei confronti delle parti e dalle stesse provenienti,appare di dubbio gusto.
Le valutazioni saranno unicamente di carattere giuridico.