Ragusa, colpo alla 'Stidda'| Ecco tutte le foto - Live Sicilia

Ragusa, colpo alla ‘Stidda’| Ecco tutte le foto

Cinque arresti a Ragusa, grazie a un blitz dei carabinieri. Decapitato il presunto vertice di una cosca della 'Stidda'.

Cinque arresti
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RAGUSA- Estorsioni, minacce e un tentativo di omicidio andato a vuoto. Era un gruppo criminale composto da cinque persone, tutte appartenenti al clan della Stidda, che mieteva terrore tra i commercianti di Comiso, in provincia di Ragusa.

Stamattina, alle prime luci dell’alba, un’operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale ibleo, su input della Direzione Distrettuale Antimafia etnea ha sgominato il gruppo con cinque provvedimenti di custodia cautelare. Le accuse sono: associazione a delinquere di stampo mafioso, aggravata dal fatto di essere l’associazione armata, estorsione aggravata e detenzione e porto abusivo di armi da guerra e comuni.

A capo degli stiddari c’era Mario Campailla, di 50 anni, detto “Mario Saponetta”, il quale aveva già scontato otto anni di carcere per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e vera e propria mente criminale del gruppo. I complici sono Francesco Razza, di 53 anni e fratellastro di Campailla, Salvatore Servo, 38enne originario di Palagonia ma residente a Comiso, Silvio Izzia 36enne anch’egli fratellastro di Campailla e Massimo Scalambrieri, il più giovane del gruppo con i suoi 25 anni. Tutti gli arrestati avevano precedenti specifici, più un sesto fermato, Salvatore Adamo, di 36 anni, per porto abusivo d’armi.

L’operazione, denominata “Chimera”, è stata illustrata nei dettaglia dal procuratore di Ragusa Carmelo Petralia, il quale ha sottolineato “l’attività che prosegue in sinergia tra la procura iblea e la Dda, in un territorio che ha dimostrato la persistenza del fenomeno mafioso e con un giro d’affari non indifferente”. A caratterizzare il ritorno degli stiddari a Comiso, come spiega il procuratore aggiunto della Dda Amedeo Bertone, “era la grande disponibilità di armi da guerra, provenienti dalla Calabria e la capillare organizzazione che Campailla aveva dato al gruppo sin dagli ultimi mesi della sua detenzione”.

Diverse sono state, infatti, le armi rinvenute da i carabinieri tra cui svariate pistole, mitragliette Skorpion, un kalashnikov e una penna–pistola con un silenziatore costruito artigianalmente. Omertà e paura regnavano a Comiso. Come ha sottolineato il sostituto procuratore Lucio Setola “grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali abbiamo raccolto le prove delle estorisioni, convocando gli imprenditori in questione, ma se alcuni hanno collaborato attivamente altri, frenati dalla paura, hanno smentito qualsiasi richiesta estorsiva”.

Tre imprenditori hanno collaborato con gli inquirenti, ma un particolare svelato dal procuratore Setola è paradigmatico di come la mafia si alimenti soprattutto di timore. “Un commerciante – spiega Setola – aveva subito un’aggressione fisica e si era ribellato reagendo. In un secondo momento, però, al posto di denunciare l’accaduto aveva cercato una persona amica per contattare il gruppo criminale per dirimere la questione in preda alla paura. Adesso con questi fermi confidiamo nella collaborazione degli imprenditori, perché finché ci sarà la paura della denuncia i criminali troveranno campo libero”. Il gruppo degli stiddari agiva prevalentemente a Comiso e l’escalation di violenza ha convinto gli inquirenti ad agire, anche perché era già stato pianificato un omicidio per un imprenditore che non aveva voluto cedere alle richieste estorsive.

Mario Campailla

Silvio Izzia

Francesco Razza

Massimo Scalambreri

Salvatore Servo

 

 

 


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