Venturi lascia il governo |"Lombardo ha favorito la mafia" - Live Sicilia

Venturi lascia il governo |”Lombardo ha favorito la mafia”

L'assessore regionale alle Attività produttive ha lasciato l'incarico in maniera "irrevocabile". E in un'intervista shock, anticipata dall'edizione online del settimanale l'Espresso, lancia accuse pesantissime al presidente della Regione.

PALERMO – Si perde un altro tassello del governo Lombardo. L’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, ha annunciato le sue “dimissioni irrevocabili”. I motivi della decisione saranno illustrati da Venturi in una conferenza stampa che si svolgerà nel pomeriggio.

Ma ntanto, il sito del settimanale L’Espresso anticipa i contenuti di un’intervista rilasciata dall’assessore con toni decisamente pesanti: “Raffaele Lombardo? E’ l’imperatore della Sicilia – dice Venturi -, da quando a luglio si è dimesso ha continuato a fare ciò che voleva, coltivando incontrastato il suo feudo e favorendo la mafia”. Venturi parla di un’amministrazione “selvaggia” dell’Isola e attacca frontalmente Lombardo: “Con il suo modo di fare e con i provvedimenti che ha adottato, sta mettendo ancora di più la regione nelle mani di mafiosi e affaristi. I favori che in Sicilia sta ottenendo ed otterrà Cosa nostra a causa delle sue azioni spregiudicate, inaccettabili e arroganti mi hanno costretto ad andare dai pm di Palermo e alla Corte dei conti – prosegue -, denunciando inquietanti e gravi atti adottati dal presidente della Regione”.

Il campionario di accuse al presidente della Regione non finsice qui: “Lombardo non pensa a far progrediere questa terra – è il pensiero dell’assessore -. Vuole tenere la gente sottosviluppata. Roba da Terzo mondo”. Il J’accuse dell’ex leader di Confindustria Sicilia continua con uno degli affondi più pesanti: “Il coagulo di interessi politici, finanziari e mafiosi ha trovato un luogo ideale in cui miscelarsi: a Palazzo d’Orleans con Raffaele Lombardo. Benché dimissionario, ne è il garante”.

Nei giorni scorsi non erano mancati gli screzi con il presidente della Regione dimissionario, Raffaele Lombardo. L’ultima puntata dello scontro fra i due si era consumata sulla nomina del dirigente generale del dipartimento Attività produttive, Francesco Nicosia, decisa dalla giunta regionale. Con una nota ufficiale inviata al presidente della Regione, oltre che alle procure di Palermo, Agrigento e Corte dei Conti, l’assessore alle Attività produttive aveva sostenuto l’illegittimità della nomina.

Stesso duello anche sulla nomina del commissario dell’Irsap (Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive), nato in sostituzione dei vecchi consorrzi Asi. Nell’occhio del ciclone l’incarico affidato a Luciana Giammanco. Anche in questo caso la decisione di Lombardo era stata bollata come “illegittima” da Venturi, che aveva diffidato il commissario aprendo, così, l’ennesimo fronte di scontro con il governatore. “Un atto necessario e non procrastinabile”, era stata la replica di Lombardo. La vicenda era finita anche in questo caso sul tavolo della magistratura con un colloquio tra Venturi, che aveva trasmesso diverse carte alla procura di Palermo, e l’aggiunto Antonio Ingroia. Venturi aveva lanciato l’allarme sui contenziosi in corso con l’Irsap, che “per via dell’illegittimità della rappresentanza legale dell’Istituto”, avrebbero rischiato di causare “un colpo mortale a danno dell’interesse pubblico”.

Ma le divisioni fra Lombardo e Venturi affondano le radici nel tempo. Nell’estate del 2011 la stessa maggioranza che sosteneva il governo Lombardo all’Ars affossò il disegno di legge proposto dall’assessore alle Attività produttive che mandava in soffitta i consorzi Asi. Lo scontro era legato proprio al potere di nomina dei vertici del nascente Irsap. Lombardo pretese e ottenne alcune modifiche in aula alla legge: l’ultima parola sulle nomine passò al presidente della Regione.


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