Camera di Commercio e polemiche: |Gambuzza resta al suo posto - Live Sicilia

Camera di Commercio e polemiche: |Gambuzza resta al suo posto

La vicenda della Sac sullo sfondo, nomine e malumori alla Camera di Commercio di Ragusa. Ma il presidente Gambuzza resta al suo posto, nonostante le polemiche.

RAGUSA– Il presidente della Camera di Commercio di Ragusa Sandro Gambuzza resta in sella, nonostante i duri attacchi ricevuti nelle ultime settimane riguardo la gestione dell’ente, l’accordo sul patto parasociale e la nomina del presidente della Sac. Nel corso di una conferenza stampa, tenuta in tarda mattinata nella sede della Camera di Commercio iblea, il presidente ha smentito l’ipotesi di dimissioni che gli erano state richieste, proprio qualche giorno addietro, dai rappresentanti di Ance, Cna, Col diretti, Confcooperative e Confindustria. La richiesta seguiva una mozione, votata lo scorso otto settembre, nella quale veniva sostanzialmente tolta la fiducia a Sandro Gambuzza, Angelo Chessari (della Confcommercio) e Pino Drago (ex Cia).

Sul punto in questione il presidente ibleo ha risposto che “in caso di visioni divergenti la sfiducia è un istituto previsto dalla Camera di Commercio e deve essere utilizzato per motivi ben precisi. Appare strano che dall’otto settembre si dica che il presidente abbia sbagliato, in quanto la giunta camerale va avanti sulle linee dettate dal consiglio e su 150 delibere si è avuta sempre l’unanimità, con risultati apprezzati da tutti”. “Il ventiquattro settembre – ha proseguito Gambuzza – è stata portata in giunta la mozione di indirizzo di giorno otto e si è arrivati a stabilire, in maniera unanime, di far proprie le richieste contenute in essa”.

Al centro della contesa rimane l’elezione del modicano Giuseppe Giannone, espressione della Confcommercio, alla presidenza della Sac e la sottoscrizione del patto parasociale. I “contestatori” accusano Gambuzza di non avere titolo a sottoscrivere il patto perché il commissario dell’Irsap, ente subentrato all’Asi di Catania, non aveva titolo a partecipare all’assemblea dei soci Sac. Quest’ultima, sempre secondo i dissidenti iblei, il 6 settembre scorso, avrebbe dovuto essere preseduta dal presidente del Cda uscente e non dal commissario della Camera di Commercio etnea. La giunta camerale, quindi, si è sentita estromessa dagli accordi che hanno portato Giannone al vertice della Sac e ritiene che l’operato del presidente abbia “vanificato anche per il futuro una presenza importante della camera di commercio e del territorio ibleo nella gestione dell’aeroporto di Catania”.

Il nocciolo della questione sta nei poteri del presidente Sac il quale si occuperà solo di relazioni esterne e istituzionali, mentre l’ad Torrisi avrà maggiori poteri di gestione. “Non intendo rispondere ai contestatori – ha dichiarato alla stampa il presidente Gambuzza – ho più volte spiegato l’iter amministrativo che ha portato alla governance della Sac e ho la coscienza a posto. Ribadisco la bontà del patto parasociale che è stato firmato, anche se la giunta ha deliberato di accogliere alcune titubanze relative ad esso. Inoltre i compiti differenti tra l’ad e il presidente della Sac sono stabiliti dalla legge e il primo ha funzioni di rappresentanza istituzionale”. I dodici dissidenti avevano anche criticato la ripartizione nel cda della Sac dove “il socio di maggioranza relativa, la Camera di Commercio etnea, determinerà il voto del 62.5% del capitale sociale, nei fatti dominando da solo la Sac per quattro anni, indipendentemente dal fatto che oggi la Camera di Commercio di Catania è governata da un commissario di stretta osservanza politica”.

Sullo sfondo di questo scontro interno alla Camera di Commercio iblea si intravedono nubi sempre più minacciose sul futuro dell’ente e lo stesso Giannone, nuovo presidente Sac, ha avvertito che l’eventuale rischio di un commissariamento sarebbe “un’ipotesi che le realtà produttive del territorio non meritano”. “Tutto ciò che è stato fatto – ha concluso Gambuzza – è nell’interesse del territorio e della Soaco e può succedere che su determinati argomenti vi siano delle visioni differenti e la delibera del ventiquattro settembre riporta in modo condiviso la risoluzione di criticità importanti”.

 

 

 

 


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