Orlando e le Partecipate |"Regno di sprechi e rapine" - Live Sicilia

Orlando e le Partecipate |”Regno di sprechi e rapine”

Il sindaco del capoluogo protagonista della tavola rotonda sul 'Caso Palermo', organizzata a Villa Filippina: "Abbiamo disinnescato la bomba atomica della Gesip, mentre per Amia attendiamo la decisione del Tribunale". Poi le Regionali e la stoccata al Pd: "L'alleanza con l'Udc è il funerale di un partito che sta implodendo. Miccichè, Musumeci e Crocetta? Tutti uguali".

Il Festival della Politica
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8 min di lettura

PALERMO – Dalla patata bollente delle società partecipate del Comune (“regno di sprechi, abusi e rapine”), all’eterno nemico Pd, che nell’alleanza con l’Udc per le Regionali sta celebrando “il suo funerale”. Nel mezzo il giudizio sui alcuni candidati alla poltrona di Palazzo d’Orleans (“Miccichè, Crocetta e Mususumeci sono tutti uguali”) e la convinzione “di poter riuscire a cambiare Palermo”.

Quando Leoluca Orlando prende per la prima volta il microfono sul palco di Villa Filippina, si intuisce subito che sarà difficile limitare il sindaco di Palermo alle riflessioni di partenza del pomeriggio. Il dibattito organizzato nell’ambito del Festival della Politica ruota intorno al tema “Il caso Palermo. Come salvare una città dal default”, e la prima battuta lanciata da Orlando è decisamente in tema di salvataggi: “Siamo riusciti a disinnescare la bomba atomica della Gesip – afferma -, scampando alla logica dell’impiccato, che ci avrebbe portato soltanto a ottenere soltanto 5 milioni di euro dal governo”.

Prime avvisaglie di un Orlando che darà il meglio di sè sul finale, quando lancerà i suoi strali contro il Pd e l’alleanza dei Democratici con l’Udc, con la candidatura di Rosario Crocetta alla presidenza della Regione: “Ma quale laboratorio politico – urla -. La verità è che quell’accordo rappresenta il funerale del Pd, un partito che sta implodendo. Sel, che alle Comunali si schierò contro di me, si è ravveduta, loro no”. Per Orlando “tra Miccichè, Musumeci e Crocetta non c’è differenza”, perchè i tre “sono fotocopie dell’unico originale: il lombardismo-cuffarismo, che ha rovinato la Sicilia”. Eppure una parte di quel Partito democratico avrebbe cercato l’intesa con l’Orlando uscito trionfatore dalle elezioni comunali: “Alcuni dirigenti del Pd mi proposero di scegliere il nome del candidato alla presidenza della Regione, da sostenere insieme con l’Udc. Sarebbe stato incomprensibile. Non si può dire di essere in alternativa a Lombardo e  Cuffaro e, contemporaneamente, fare l’alleanza con l’Udc”.

La tavola rotonda sul ‘caso Palermo’ si arricchisce degli spunti di riflessione tratti da “Una rondine fa primavera”, il libro scritto dal giornalista Rai Giancarlo Licata ed edito da Novantacento, che racconta la Palermo della ‘Primavera’ di Orlando e contiene un’intervista al primo cittadino. “Quanti ricordi – si volta a guardare -, ma adesso dobbiamo guardare al futuro. Palermo non può migliorare? Se non ci fosse la speranza di far progredire questa città, di certo non resterei un minuto di più qui. Se ho fatto la lucida follia di ritornare sindaco di Palermo per la quinta volta, significa che credo nel cambiamento”. Sul palco sale anche Giancarlo Licata, autore di “Una rondine fa primavera”: “Nel libro ho voluto ripercorrere gli anni in cui Orlando ruppe con la Dc e diede vita alla giunta pentapartito, arrivando fino ad oggi – racconta -. Sono stati anni di rottura rispetto a equilibri consolidati”.

All’incontro partecipano anche i presidenti di Confindustria e Confcommercio Palermo: Alessandro Albanese e Roberto Helg. Dai rappresentanti del mondo imprenditoriale arriva l’invito: sedersi attorno a un tavolo per rilanciare la città. “Gli imprenditori chiedono di essere trattati almeno alla stessa stregua del pubblico – dice Albanese -. I servizi? Lanciamo dei bandi di gara con una clausola: ogni azienda vincitrice assumerà dei lavoratori delle società partecipate. Sarebbe un ottimo modo per alleggerire la finanza pubblica. L’Imu? La si applichi anche alla terza abitazione, ma non sulle imprese”. Helg incalza Orlando sull’ex Fiera del Mediterraneo: “Il progetto di crearvi un centro congressi è interessante, ma aspettiamo che l’amministrazione ci convochi per parlarne – afferma -. Bisogna lavorare tutti insieme, altrimenti non ne usciamo”. Orlando rilancia con un annuncio: “Nel prossimo bilancio inseriremo 100 milioni di euro per le scuole, per il rifacimento dei marciapiede e per i centri sociali, divisi per circoscrizione. Metteremo in concorrenza aziende pubbliche e private, così se il privato farà meglio del pubblico vorrà dire che salterà la testa di qualche dirigente”.

Le Partecipate sono in cima ai pensieri del cinque volte sindaco di Palermo, e non soltanto per le soluzioni ai deficit dei loro bilanci: “Sono il regno degli sprechi – esclama -, degli abusi e delle rapine. Amia? Ha un patrimonio netto passivo di 55 milioni di euro. Stiamo cercando di evitare il fallimento e speriamo che il Tribunale dia fiducia alla proposta di concordato per il pagamento dei debiti”. La via d’uscita scelta dall’Amministrazione comunale per risolvere definitivamente il problema delle aziende pubbliche è la società consortile: “Ci consentirà di avere le funzioni di tutte le società, attuando contemporaneamente un’operazione di dimagrimento delle dimensioni del personale. I servizi economici andranno alle singole aziende partecipate, mentre quelli strumentali finiranno alla società consortile. Nel frattempo, in due anni ci saranno mille pensionamenti”.

Uscire dalla logica dell’emergenza e cercare, contemporanemante, di rilanciare l’economia della città. Orlando non si nasconde dietro a un dito e coglie al balzo l’indicazione data nel corso del dibattito da Alessandro Musaio, professore di Economia aziendale e Controllo di gestione presso la LUISS Guido Carli. “In momenti di crisi è normale applicare misure straordinarie, ma sono necessari anche interventi che consentano alle aziende di continuare in un percorso virtuoso e rilanciarsi – dice Musaio -. Ogni azienda deve conoscere i propri obiettivi nel medio e lungo termine”. Il sindaco rilancia: “Vero, ma com’è possibile rilanciare gli investimenti con un bilancio che su 1,1 miliardi di valore, destina soltanto 11 milioni agli investimenti? Il livello d’indebitamento è bassissimo, ma c’è un effetto recessivo che deprime l’economia della città”. Per uscire dal tunnel, però, ci sarà bisogno anche di un intervento del governo “che sta preparando un decreto legge per Palermo, Napoli e Parma e che dovrebbe consentire il passaggio del personale da un’azienda partecipata all’altra”.

LA DIRETTA DA VILLA FILIPPINA

20:03 L’incontro si chiude con Orlando che svela un piccolo retroscena sulle elezioni regionali: “Alcuni dirigenti del Pd mi proposero di scegliere il nome del candidato, da sostenere con l’Udc. Sarebbe stato incomprensibile dire di essere in alternativa a Lombardo e  Cuffaro e, contemporaneamente, fare l’alleanza con l’Udc. Sarebbe stato come continuare il lombardismo e il cuffarismo, che hanno rovinato la Sicilia”.

19:56 Secondo Orlando “Miccichè, Crocetta e Musumeci sono tre fotocopie dell’unico originale: il lombardismo e il cuffarismo. Tra i tre – dice – non c’è differenza”.

19:50 Dal Comune ale elezioni regionali. Orlando torna ad attaccare il Partito democratico e l’intesa di quest’ultimo con l’Udc in vista delle elezioni regionali: “E’ il funerale di un partito, che sta implodendo, e non un laboratorio politico”

19:26 Ancora Orlando, che risponde così a chi gli chiede se sia possibile cambiare Palermo: “Se non ci fosse la speranza di far migliorare questa città, di certo non resterei un minuto di più qui. Se ho fatto la lucida follia di ritornare sindaco di Palermo per la quinta volta, significa che credo nel cambiamento”.

19:22 Sul palco sale anche Giancarlo Licata, autore di “Una rondine fa primavera”, che fa ripartire il dibattito dagli anni della cosiddetta ‘Primavera’ di Palermo: “Nel libro ho voluto ricordare quegli anni e arrivare fino a oggi. Sono stati anni di rottura rispetto a equilibri consolidati, come, ad esempio, la giunta pentapartito di Orlando”.

19:16 Non solo Gesip nei pensieri di Orlando, ma anche Amia “che ha un patrimonio netto passivo di 55 milioni di euro. Stiamo cercando di evitare il fallimento e speriamo che il Tribunale dia fiducia alla proposta di concordato per il pagamento dei debiti”.

19:06 “Il governo nazionale sta preparando un decreto legge per Palermo, Napoli e Parma, che dovrebbe consentire il passaggio del personale da un’azienda partecipata all’altra”, rivela Orlando.

19:02 Ancora Orlando, che spiega la ricetta per risolvere il problema delle Partecipate del Comune: “Daremo vita a una società consortile tra le Partecipate che ci consentirà di avere le funzioni di tutte le aziende, operando contemporaneamente un’operazione di dimagrimento delle dimensioni del personale. I servizi economici andranno alle singole aziende partecipate, mentre quelli strumentali finiranno alla società consortile. Nel frattempo, in due anni ci saranno mille pensionamenti”.

18:59 Orlando snocciola i numeri del bilancio comunale: “Il livello d’indebitamento del Comune è bassissimo, ma c’è un effetto recessivo che deprime l’economia della città. Su un bilancio di 1,1 miliardi, soltanto 11 milioni sono destinati agli investimenti”.

18:57 Secondo Orlando “le società partecipate sono il regno dello spreco, dell’abuso e della rapina”

18:53 Ancora Orlando su Gesip: “Siamo riusciti a scampare alla logica dell’impiccato, che ci avrebbe portato soltanto a ottenere 5 milioni di euro. Ho voluto affrontare problemi delle partecipate in maniera organica”.

18:50 Arrivano le parole di Leoluca Orlando, che parte subito con Gesip: “Siamo riusciti a disinnescare la bomba atomica della Gesip”.

18:47 L’intervento di Roberto Helg, presidente di Confcommercio Palermo: “In questa situazione difficile e disastrosa per Palermo bisogna lavorare tutti insieme, altrimenti non ne usciamo”.

18:45 Ancora Musaia, prendendo spunto da un passaggio del libro di Giancarlo Licata: “Non bisogna guardare a una singola azienda, altrimenti coglieremmo un solo aspetto e non il contesto in cui è inserita. Il percorso di risanamento deve essere di sistema. Poi bisogna rovesciare le strutture organizzative e i sistemi di governance delle aziende pubbliche”.

18:41 Il dibattito entra nel vivo, con il ragionamento sulle società partecipate. Alessandro Musaio, docente di Economia aziendale e Controllo di Gestione presso la Luiss Guido Carli, fornisce la sua ricetta: “In momenti di crisi è normale che si applichino misure straordinarie, ma al di là di questi provvedimenti c’è bisogno di una serie di interventi che consentano alle aziende di continuare in un percorso virtuoso. Servono sistemi di controllo direzionale. Ogni azienda deve conoscere i propri obiettivi nel medio e lungo termine”.

18:33 Albanese lancia la sua proposta per coniugare attenzione al privato e salvaguardia dei lavoratori: “Lanciare dei bandi di gara con una clausola: ogni azienda vincitrice assumerà un lavoratore delle società partecipate. Sarebbe un ottimo modo per alleggerire lla finanza pubblica. L’Imu? La si applichi anche alla terza abitazione, ma non sulle imprese”.

18:30 “Gran parte delle aziende pubbliche drenano risorse e possibilità di lavoro ai privati. Come imprenditori chiediamo di essere trattati almeno alla stessa stregua del pubblico”. Apre la tavola rotonda Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Palermo.


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