La visita dello sceicco è stata | una grande occasione di dialogo - Live Sicilia

La visita dello sceicco è stata | una grande occasione di dialogo

Sulla questione dello sceicco, dopo l'articolo di Giacomo Cacciatore, ci scrive il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

La risposta di Orlando
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4 min di lettura

PALERMO- Per i lettori di Livesicilia, lo stesso commento inviato al Corriere della Sera.

Gentile Direttore,

ho letto l’articolo con ampio richiamo in prima pagina del Corriere della Sera di oggi 7 ottobre dal titolo “E lo sceicco tentò Orlando”. Nel ringraziarla per l’attenzione riservata alla visita svolta Palermo da una delegazione della Camera di Commercio Italo-Araba, il cui Consiglio di Presidenza si è insediato il 4 ottobre scorso a Roma, credo opportuno precisare ai lettori alcuni elementi, chiedendole di voler dare a questa mia precisazione una adeguata visibilità.

La dirigenza della Camera di Commercio, appena insediatasi, ha valutato di dover svolgere alcune “visite di studio” al fine di avviare un importante dialogo con città, Amministrazioni e realtà imprenditoriali del nostro Paese; ha scelto, su mio invito, di svolgere a Palermo la prima di queste visite. Credo opportuno ricordare che il Presidente della Camera, sig. Zamil al-Zamil è uno dei più importanti operatori economici dell’Arabia Saudita, Paese da cui proviene la sua famiglia e nella quale svolge principalmente le proprie attività. Inutile ricordare l’importanza storica, economica e culturale di tale paese nel contesto mondiale ed islamico in particolare. Il Sig. Zamil, oltre che la cittadinanza saudita, ha anche quella del Bahrain, paese nel quale ha attività commerciali ma nel quale non riveste alcun ruolo pubblico e di governo. Egli ha il titolo di Sheikh (letteralmente: anziano, vecchio) che come saprà non indica una carica ma un riconoscimento pubblico dello status sociale o culturale rivestito all’interno della collettività.

A testimonianza del carattere internazionale della visita svolta a Palermo dalla Camera di Commercio Italo-Araba, la presenza della neo eletta Vice-Presidente, Signora Hessa Saad al-Abdullah al-Sabah, figlia del defunto primo ministro del Kuwait, imprenditrice Presidente del World Council of Arab Businesswomen. Anch’essa gode del titolo di Sheikha. E’ evidente che la visita non ha avuto quindi alcun legame o riferimento né a Stati né a Governi particolari. Essa è stata una occasione per ribadire la volontà reciproca di promuovere dialogo e collaborazione fra diverse realtà sul piano culturale ed economico, facendo di Palermo un luogo privilegiato di tale dialogo.

Tale visita è parte del processo di internazionalizzazione della Città di Palermo, che è nostro dovere promuovere, evitando tanto provincialistiche presunzioni di essere “ombelico del mondo” quanto, come tristemente accaduto negli ultimi dieci anni, di essere fuori dal mondo. Durante la loro presenza, gli ospiti hanno quindi intrecciato visite di carattere culturale (il grande patrimonio culturale arabo della città o il Teatro Massimo, per esempio) e di carattere commerciale ed imprenditoriale (i cantieri navali, alcune aree industriali dismesse e l’area della ormai fallita Fiera del Mediterraneo). Abbiamo registrato una grande sintonia sulla necessità di realizzare a Palermo un luogo di culto rivolto ai cittadini di religione islamica, che gli ospiti arabi hanno dichiarato di voler sostenere. Essi hanno affermato allo stesso tempo di essere pronti a sostenere la realizzazione anche di un luogo che, ospitando anche una chiesa cristiana ed un tempio Indù, dia il segno della multi-culturalità e multi-religiosità che caratterizzano il capoluogo siciliano e che sono figlie della sua tradizione storica come luogo di incontro e dialogo fra culture.

Sheikha Hessa ha inoltre, dichiarato il desiderio di organizzare a Palermo una grande Convention del Council of Arab Businesswomen, portando nel capoluogo siciliano oltre 600 fra le principali donne imprenditrici del mondo arabo e dando loro una opportunità di incontro con la realtà dell’imprenditoria femminile italiana ed europea.
Il riferimento specifico al Bahrain nell’articolo del Suo giornale mi è quindi apparso una stonatura, frutto probabilmente di una errata veicolazione dell’informazione sulla composizione della delegazione e sui motivi della sua presenza a Palermo. Ancora più stonato appare quindi l’accostamento fra la presenza della delegazione della Camera di Commercio Italo-Araba e la violazione dei diritti umani.

Tale riferimento mi consente però di ribadire e ricordare il grande impegno mio personale e della mia città sul fronte della difesa dei diritti umani, in Bahrain come in Cina e Tibet, in Russia come in Congo. Un impegno testimoniato su tutto dalla cittadinanza onoraria da me conferita al Dalai Lama e dalla mia candidatura, avanzata dall’allora Senatrice Hillary Clinton, per il premio Nobel per la Pace, con riferimento proprio al mio impegno per la promozione della legalità inscindibilmente legata ai diritti umani.

 

 


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