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L’ultimo bacio

Tensioni, veleni e gravi offese: la Procura di Catania è più spaccata che mai. Ecco perché.

PROCURA DI CATANIA
di Antonio Condorelli
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CATANIA – Il fragore degli applausi che ha avvolto l’insediamento di Giovanni Salvi nella Procura di Catania e quel bacio – immortalato da Livesicilia – con lo sfidante Giuseppe Gennaro, sembrano solo un lontano ricordo, quasi un’illusione. La sentenza del Tar Lazio che ha annullato la nomina di Salvi alla guida del palazzo di piazza Verga, emana l’odore asfissiante dei veleni che in questi mesi, lontani da occhi indiscreti, hanno continuato ad aggirarsi al primo e al secondo piano del tribunale etneo.

Gli applausi hanno lasciato il posto ai rancori per quella poltrona contesa e temuta, odiata e amata, servita e riverita, nella stanza alle spalle della grande statua della dea Giustizia che a Catania non è bendata ma ogni tanto, pare, soffre di una grave forma di cataratta.

Non saranno quei passi decisi, di Gennaro e Salvi, quando l’uno accanto all’altro andavano a sostenere l’accusa nel processo a Raffaele Lombardo, a svelare i retroscena di un rapporto che sembrava buono sul piano della tecnica giuridica, ma si è rivelato pessimo per molteplici riserve, tentazioni, paure, invidie e incomprensioni. Ci ha pensato il Tar a mettere a nudo quello che tutti sanno, a svelare ciò che i sorrisi immortalati dai flash dei fotografi cercavano di nascondere: Salvi e Gennaro si sono odiati. E si odiano.

Qui non giova celebrare quello che Salvi ha fatto di buono, anzi ottimo, dal momento dell’insediamento, basta dire quello che il Tar ha detto e far apparire il ricorso di Giuseppe Gennaro e Giovanni Tinebra per quello che è: il frutto di uno scontro all’ultimo sangue.

L’Ufficio ha grandi potenzialità, ma la tensione è cresciuta a ridosso dell’estate, tanto che il Tar, a pagina 21 della sentenza, svela che Gennaro ha chiesto la cancellazione di “alcune espressioni offensive” contenute all’interno della memoria che Giovanni Salvi ha depositato il 31 maggio 2012.

“La memoria di Salvi -scrive il Tar Lazio- afferma che il Gennaro sarebbe stato direttamente coinvolto nei contrasti che si sono verificati presso la procura della Repubblica di Catania e di seguito rappresenta al Collegio l’esistenza di un procedimento disciplinare aperto e quindi archiviato dal Consiglio superiore della magistratura nei confronti dello stesso Gennaro, e correlato ad indagini penali disposte, svariati anni or sono, nei suoi confronti, concluse esse pure con un’archiviazione”. In pratica Salvi ha ritirato in ballo, tra le argomentazioni, il noto “Caso Catania”, già ritenuto “irrilevante” dal Csm e smentito anche in sede giudiziaria. Da procuratore esterno rischia di farsi trascinare nel vortice dei vecchi veleni catanesi.

Salvi -continua il Tar- nella memoria ha inserito anche “un compendio dell’avvenimento su cui è intervenuta l’archiviazione, e che ovviamente non verrà qui riprodotto, bastando osservare come tale avvenimento non abbia nessuna effettiva relazione con la nomina del Salvi e non potesse quindi essere considerato dal Collegio se non alla stregua di un’interferenza insignificante, del tutto inidonea a suggestionare il giudicante in senso sfavorevole al ricorrente”.

Il Tar considera “offensivo” quanto esposto nella memoria di Salvi, “ove si tende a mettere nuovamente in dubbio la correttezza del Gennaro nella vicenda, già accertata sia dal giudice penale che dall’organo disciplinare”. “Se ne dispone pertanto -conclude il Tar- la cancellazione mediante annotazione a margine dell’originale della memoria depositata a cura della Segreteria di Sezione”.

Il problema non riguarda la valutazione dei fatti del Caso Catania, che ha già spaccato diverse generazioni di catanesi, riguarda piuttosto la Procura e la nuova spaccatura che la fa ripiombare nel clima che si respirava durante l’ultimo anno della reggenza di Vincenzo D’Agata. Il puzzo dei veleni alimenta sospetti, insinuazioni, etichette e schieramenti: elementi che non possono esistere all’interno di una Procura che è chiamata, in un momento come questo, a fare affermare la dialettica del diritto su ogni linguaggio possibile. L’Ufficio ha grandi potenzialità, i ricorsi di Tinebra e Gennaro potrebbero non portare ad alcunché e Catania non può permettersi una lotta intestina tra magistrati nell’attesa della pronuncia del Consiglio di Stato o del Csm. Così non va bene.

Pubblicato il 14 Ottobre 2012, 09:52
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Commenti
  1. l' arcangelo 8 anni fa

    Che bello spettacolo !

    Che ci offre questa “CASTA” arrogante, INCAPACE di produrre GIUSTIZIA nè in campo penale, nè civile nè amministrativo
    E che si è “furbescamente” agganciato lo stipendio a quello dei Parlamentari

    Bene ha fatto GRILLO a “sbarcare” a Messina !

    Rispondi
  2. NON VOTO 8 anni fa

    A PARTE GRILLO, MI SCOPRO DACCORDO CON L’ARCANGELO.

    NON SARA’ MICA GRAVE?

    Rispondi
  3. Quisque de populo 8 anni fa

    Il bacio c’è stato, i cannoli ariveranno . . .

    Rispondi
  4. basta 8 anni fa

    …d’accordo con Arcangelo!!!…giustizia scollegata con la realtà, intrisa di forza e potere personale…questa non penso sia giustizia serena….

    Rispondi
  5. NON VOTO 8 anni fa

    LA GIUSTIZIA NON ESISTE.

    PERO’ ESISTE LA MASSONERIA.

    Rispondi
  6. claudio 8 anni fa

    giustizia di rito catanese

    Rispondi
  7. Francesco Menallo 8 anni fa

    Questa notizia leggetela assieme alla memoria riacquistata da venturi ed alle sue dimissioni con passeggiate presso procure varie, attività nobile se svolta in tempo reale, non a tempo scaduto e dando segnali per il futuro…..il ricatto si intende continuarlo? Possibile che in questo porco paese la ” trattativa” sia sempre aperta? Chi sono i buoni e chi sono i cattivi? Ce lo fate comprendere con i comportamenti ?

    Rispondi
  8. marca liotru 8 anni fa

    leggetevi questo e poi parlate con cognizione di causa…
    http://www.sudpress.it/editoriale/gennaro-un-pericolo-per-i-comitati-daffari/

    Rispondi
  9. luca 8 anni fa

    È dopo il bacio venne il tempo della cozzata!

    Rispondi
  10. l' arcangelo 8 anni fa

    E ora di finirla con certe “PASTETTE” fra AVVOCATI e MAGISTRATI combinate nei “templi” MASSONICI

    Così come un Imprenditore deve dimostrare di NON appartenere alla MAFIA anche i MAGISTRATI debbono dimostrare di NON appartenere alla MASSONERIA

    Diversamente : RIMOZIONE in tronco e a casa a zappare !

    Rispondi
  11. luca 8 anni fa

    Arcangelo ci fai capire quello che hai detto? A chi ti riferisci? Chi sono gli avvocati in ballo?

    Rispondi
  12. seriopa 8 anni fa

    Anche questa è mafia: purtroppo i magistrati che fanno il proprio lavoro per bene, come Salvi, o vengono ammazzati, o meglio vengono screditati o mandati altrove…. Questo Tinebra prima di arrivare alla procura di Caltanissetta anni fa, aveva mai fatto indagini di mafia???
    Può un TAR annullare una nomina del CSM???
    Mi sa che dietro a tutto questo c’è lombardo….
    CHE SCHIFO……

    Rispondi
  13. LECABEL 8 anni fa

    DECISAMENTE OK. CONCORDO CON L’ARCANGELO CHE E’ MOLTO PIU DIPLOMATICO DI ME, IO SAREI ANDATO ANCHE OLTRE , MA NON POSSO.
    BRAVISSIMO

    Rispondi
  14. felix 8 anni fa

    Concordo con tutti quanti i post di sopra.

    Per @Luca: ci sono avvocati che “conoscono” giudici e che frequentano i medesimi salotti,
    per cui è facile trarre le “facili” conclusioni (inn argomenti di cause sospette)!

    Ripeto: meglio un PAPA STRANIERO a Catania, non frequentatore di “salotti” soliti…
    per il bene della GIUSTIZIA maiuscola, e…”senza cataratta”!

    Buona quella della malattia oculare, Condor.

    Rispondi
  15. concetta 8 anni fa

    la faccenda è più complessa,oggi lombardo sposta parte dei suoi voti su crocetta nonostante le polemiche con venturi e vecchio(LUMIA_CROCETTA_CARDINALE)è possibile che certi nuovi assetti a catania sono la mediazione per salvare lombardo in cambio di voti per far vincere crocetta?tutti questi questori e magistrati intorno a costoro valgono in termini di trattative?mahh!mah!!pensiero fuggente

    Rispondi
  16. Sergio 8 anni fa

    “La Giustizia per come noi Voremmo,non sara’ Mai giustizia finche per i giudici prevarra’ la clausola di interpretazione “SUB YUDICE” il che vuol dire che per uno stesso reato un giudice pu0′ Assolvere ed un altro Condannare:Come dire “PONZIO PILATO”e trincerati quindi sotto questa formula quando si aspettano le famoe “MOTIVAZIONI” ci si rendera’ conte che anche un CAMMELLO PUO’ PASSARE PER LA CRUNA DELL’AGO.Peccato perche’ hanno un meraviglioso strumento,ma vuoi perche’ in ogni uomo esiste “Yekil and Hide”si perdono nei meandri dell’insignificante

    Rispondi
  17. Emanuele 8 anni fa

    Casta….che piú casta non si puó….i tribunali del lavoro sono scandalosi….a seconda delle correnti….vince sempre l’impresa o l’operaio….la sezioni civili ….assomigliano a mercati ortofrutticoli…a chi offre di piú….e le sezioni penali….se ti puoi permettere un ottimo penalista…é fatta…..da uno a..sei mesi e vai a casa..

    Rispondi

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