I sindaci dei piccoli comuni| contro i tagli ai trasferimenti - Live Sicilia

I sindaci dei piccoli comuni| contro i tagli ai trasferimenti

I sindaci di sette piccoli comuni siciliani sono pronti a dare battaglia contro i tagli ai trasferimenti ai comuni. Oggi sono stati ricevuti dal prefetto di Palermo e hanno intenzione di far valere le proprie ragione anche a Roma.

L'INCONTRO CON IL PREFETTO
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Il sindaco di Gangi, Giuseppe Ferrarello

PALERMO –  Sono pronti a consegnare la fascia da sindaco e a rivolgersi alla Corte dei Conti: sono sette i sindaci del palermitano che hanno deciso di protestare contro i tagli imposti dall’Assessorato Regionale alla famiglia e alle politiche sociali. Il prefetto di Palermo Umberto Postiglione li ha ricevuti oggi per ascoltare le loro ragioni.

L’azione di protesta è stata portata avanti da Giuseppe Ferrarello (Gangi), Salvatore Burrafato (Termini Imerese) Franco Vasta (Campofelice di Roccella) Antonio Tumminello (Castelbuono), Rosario Lapunzina (Cefalù), Francesco Todaro(Alia) e Andrea Mendola (Cerda). Tutto è successo dopo la pubblicazione da parte della Regione dei decreti che riducono i trasferimenti ai comuni del 47% (per quei comuni con popolazione superiore ai 5mila abitanti e non montani).

“L’Assessorato ha attuato dei tagli a esercizio finanziario già concluso e ciò causerà il dissesto finanziario degli enti locali”, hanno dichiarato i sindaci, a cui si sono aggiunti anche i colleghi di Santa Flavia, Ficarazzi e Caccamo.

L’incontro col prefetto Postiglione ha avuto luogo oggi: i primi cittadini hanno spiegato le esigenze dei rispettivi comuni, rimarcando le difficoltà che una mancanza di risorse potrebbe portare alle attività e ai servizi cittadini. “Nelle prossime ore prepareremo un documento da sottoporre sia al nuovo presidente della Regione sia al Governo Monti, ci aspettiamo risposte concrete in pochi giorni, altrimenti saremo pronti alle barricate e alla mobilitazione generale“. I sindaci sono dubbiosi soprattutto per la tempestività dell’intervento: i tagli arrivano a fino anni, quando i comuni hanno già impegnato dieci dodicesimi delle somme a disposizione.


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