"Pdl primo partito a Catania |nonostante l'anti politica" - Live Sicilia

“Pdl primo partito a Catania |nonostante l’anti politica”

Il coordinatore regionale del Pdl replica a Stancanelli che aveva parlato ieri di strategia sbagliata del partito nella campagna elettorale siciliana. "I dati di tutti i partiti sono in flessione: Pd, Pdl, Udc, Mpa-Pds. Tutti. Lombardo che in questi anni ha gestito il potere in maniera organica e sistematica ha raccolto il 9% dei consensi. Se il Pdl non può esultare, mi chiedo però chi possa farlo. Tutti devono trarre insegnamento da questa tornata elettorale".

Il coordinatore del Pdl Castiglione
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CATANIA – L’analisi del voto siciliano di domenica scorsa divide il Pdl catanese. Così, se ieri il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, ha parlato a Livesicilia Catania di una strategia del partito sbagliata su tutta la linea, oggi arriva la risposta di Giuseppe Castiglione, co-coordinatore regionale del Pdl. Il presidente della Provincia, che proprio ieri ha annunciato il suo addio a Palazzo Minoriti, nonostante la sconfitta di Musumeci, aveva evidenziato come comunque a Catania il Pdl fosse rimasto il partito più votato.

C’è una discrepanza considerevole nell’analisi del voto fra lei e il sindaco Stancanelli?

Io ho fatto una serie di considerazioni serene. Certamente domenica l’elettorato ha lanciato un severo monito, già a partire dal circa 53% di siciliani che non è andato a votare. Inoltre, il voto ai grillini è un voto di mera protesta. In merito attendiamo le proposte del Movimento 5 Stelle per il governo della Regione, ma al momento chi lo ha votato lo ha fatto solo per manifestare contro il sistema. I dati di tutti i partiti sono in flessione: Pd, Pdl, Udc, Mpa-Pds. Tutti. Lombardo in questi anni ha gestito il potere in maniera organica e sistematica e ha raccolto il 9% dei consensi. Se il Pdl non può certo esultare, mi chiedo però chi possa realmente farlo. Insomma, tutti i partiti, proprio tutti, devono trarre insegnamento profondo da questa tornata elettorale.

Compreso il Popolo della Libertà?

Il Pdl ha contribuito alla composizione delle liste di Musumeci e del Cantiere popolare, questo è bene ricordarlo. A Catania, con la qualità della classe dirigente e con candidati fortemente radicati nel territorio e con esperienze amministrative consolidate, siamo riusciti a confermarci in testa alle preferenze dei cittadini. In un contesto così difficile, con un alto astensionismo, con il consenso dei delusi dalla politica raccolto dai grillini, siamo comunque ancora il primo partito.

E questo vi lascia sereni?

Un Pd che passa da 29 a 14 rappresentanti all’Ars credo sia il segnale di un tracollo peggiore.

Passiamo alla Provincia regionale di Catania. Ieri si è dimesso da presidente. Come l’ha trovata e come la lascia?

È stata senza dubbio una esperienza amministrativa esaltante. Ho trovato un ente con una struttura burocratica ipertrofica e non valorizzata, con molte consulenze e dirigenti esterni (ben 27 esterni su 38 dirigenti in organico). Oggi lascio una Provincia con 11 dirigenti, tutti interni all’amministrazione e strutturati. Abbiamo amministrato con grande sobrietà e trasparenza, tutti i nostri atti sono on line. E abbiamo anche lavorato molto sulla programmazione. Ricordo poi che dopo decenni è stato approvato il piano territoriale e anche quello di sviluppo economico. Ancora, piano della mobilità e risparmio energetico. Da ultimo, tengo molto a sottolineare come la mia amministrazione abbia portato a Catania i denari della Bei, la Banca europea degli investimenti. Il nostro è stato l’unico progetto in Sicilia che la Bei ha ritenuto valido. Di ciò vado molto orgoglioso. Non è stato affatto semplice, credetemi.

A questo punto si sono già aperte le danze per il dopo Castiglione?

A mio avviso è prematuro parlare di ciò. Intanto bisogna capire che fine faranno le Province e come si voterà. Vi saranno elezioni di secondo livello, ossia i consiglieri provinciali verranno eletti dai consigli comunali, o rimarranno le elezioni di primo livello, dirette? Vi sarà la trasformazione in Città metropolitana o no? Molto dipende da questi particolari.

Però la candidatura di Nello Musumeci è stata frutto di un chiaro accordo nel centrodestra. Musumeci a Palermo, Castiglione a Roma, Salvo Pogliese assessore regionale, Basilio Catanoso candidato presidente alla Provincia di Catania e Raffaele Stancanelli confermato quale candidato sindaco. Logico supporre che con la sconfitta il patto vada rivisto.

Apprendo in questo momento di tale accordo. O è una congettura giornalistica o io non ero presente al momento della sua elaborazione. In ogni caso, in primavera si voterà per le politiche, per il Comune di Catania e probabilmente per la Provincia. Qualsiasi ragionamento deve quindi essere fatto in maniera globale. Il problema non è chi andrà alla Provincia dopo di me.

Certo, però, che con gli ex deputati all’Ars non rieletti al Pdl farebbe comodo mantenere il controllo di Palazzo dei Minoriti. Si può dire che il problema di che cosa far fare ai non riconfermati rappresenta un surplus di urgenza per voi?

In questa campagna elettorale la nostra gente si è spesa senza risparmio alcuno, lottando voto su voto. C’è chi ce l’ha fatta e ce chi non ce l’ha fatta. In molti hanno dato un contributo e hanno profuso impegno. Un partito serio deve anche farsi carico di tutto questo entusiasmo e riuscire a valorizzare le sue risorse.

Traduciamo: occorre trovare una collocazione a chi non è riuscito a entrare o rientrare all’Ars.

Non è un problema di collocazione, ma di proposta politica. C’è stata della gente coinvolta nella campagna elettorale in nome di un progetto politico cui è giusto continuare a dare corpo. Semplice.


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