New entry a Sala delle Lapidi | C'è Federico, in forse Bevilacqua - Live Sicilia

New entry a Sala delle Lapidi | C’è Federico, in forse Bevilacqua

Giuseppe Federico entrerà a Sala delle Lapidi, dal momento che il neo deputato regionale Edy Tamajo si dimetterà. Ancora incerto Roberto Clemente: al suo posto entrerebbe Giuseppe Bevilacqua. Ecco chi tra i consiglieri comunali e provinciali ha tentato il salto all'Ars ma non ce l'ha fatta.

DOPO LE REGIONALI
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Da sinistra Giuseppe Federico e Giuseppe Bevilacqua

PALERMO – Sala delle Lapidi si prepara a nuovi arrivi. Le ultime elezioni regionali, infatti, hanno visto ben due consiglieri conquistare uno scranno all’Ars: si tratta di Roberto Clemente del Pid, che per una manciata di voti ha “soffiato” il posto a Marianna Caronia, ed Edy Tamajo di Grande Sud, che ha bruciato compagni di partito assai più blasonati come Franco Mineo e lo stesso Gianfranco Micciché.

Due elezioni un po’ a sorpresa, che avranno refluenze anche sul consiglio comunale. Se Tamajo, infatti, ha già scelto di dimettersi dalla carica di inquilino di Palazzo delle Aquile, Clemente deve ancora decidere: la legge non prevede un’incompatibilità fra le due cariche e così toccherà solo a lui scegliere se restare in entrambe le assemblee oppure optare per Palazzo dei Normanni.

Al posto di Tamajo diverrà consigliere Giuseppe Federico, capogruppo di Grande Sud alla Provincia, che lascerà così il posto a Palazzo Comitini a Salvatore Savoca, visto che il primo dei non eletti, Giovanni Lo Cascio, ha fatto il suo ingresso a Sala delle Lapidi lo scorso maggio in quota Udc. Ma lo stesso Savoca è stato anche eletto, alle ultime comunali, consigliere della Seconda circoscrizione e non esiste, al momento, incompatibilità tra le due poltrone. “E’ giuusto lasciare spazio agli altri – dice Tamajo – specie con Federico che mi ha sostenuto per queste Regionali. Nel nostro partito non amiamo le doppie cariche”. Ancora indeciso Clemente, al cui posto entrerebbe eventualmente Giuseppe Bevilacqua. “Non ho ancora scelto – dice il deputato del Pid – lo farò dopo l’insediamento”.

Ma Clemente e Tamajo non erano certo gli unici inquilini di Palazzo delle Aquile ad essere candidati, ma sono stati gli unici due ad avercela fatta. Felice Bruscia, del Pid, ex assessore della giunta Cammarata e capogruppo dei romaniani in consiglio comunale, si è fermato a 2850 voti; Giuseppe Milazzo, del Pdl, fedelissimo di Cammarata, a 5411 voti, risultando il primo dei non eletti e sfiorando per poche centinaia di preferenze l’elezione; il capogruppo Udc Giulio Cusumano, che ha raggranellato 3126 voti; Pino Faraone di Amo Palermo con 2085 voti e Mimmo Russo dell’Mpa con 2536 voti.

Anche a Palazzo Comitini in tanti hanno tentato il salto di qualità, ma invano. Si tratta di Vincenzo Di Trapani del Pdl (1734 voti); Toti Zuccaro del Pd (2637); Tommaso Gargano dell’Udc (5217); Antonio Marotta di Rifondazione comunista (1408); Vincenzo Briganò dell’Udc (3531) e Francesco Miceli, capogruppo dell’ Mpa (2944). Tra i candidati anche cinque ex assessori che, per tentare la corsa alle Regionali, si sono dimessi a settembre: Pietro Alongi del Pdl (5366), vicino a Renato Schifani; Dario Falzone del Pdl (2589); Giuseppe Di Maggio del Pdl (5053); Pietro Vazzana di Grande Sud (2224) e Salvatore Lo Giudice della lista Musumeci presidente (8575). Proprio quest’ultimo è risultato l’unico eletto.

 


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