Curcio e l'omicidio Rostagno: | "Le mie frasi strumentalizzate" - Live Sicilia

Curcio e l’omicidio Rostagno: | “Le mie frasi strumentalizzate”

L'ex terrorista (nella foto) sarà ascoltato come teste della difesa al processo sulla morte del sociologo, in corso presso la Corte d'Assise di Trapani: "Non ho mai detto di sapere com'è morto".

Renato Curcio

TRAPANI – “Ho fatto quelle considerazioni (“le ragioni dell’omicidio di Mauro Rostagno sono inconfessabili”, ndr) nell’ambito di una lunga intervista di 7-8 ore fatta per conto dell’Università di Trento e per il Museo risorgimento di Trento dal ricercatore Gianni Lo Scalzo sulla storia del movimento studentesco trentino e di quell’università. Qualcuno ne ha trafugato qualche fotogramma per farne un uso mediatico e sensazionalista”. E’ quanto puntualizza ai cronisti Renato Curcio, in attesa di deporre in aula come teste al processo per l’uccisione di Mauro Rostagno. “Espressi come un’intuizione – spiega l’ex terrorista – che non sarebbe stato molto facile arrivare all’origine dell’uccisione. Non si uccide per motivi banali Mauro Rostagno e non si uccide per motivi banali Rostagno a Trapani. Sono contento di avere espresso questa intuizione che allora era molto coraggiosa”.

Sulla sua convocazione dai giudici della Corte di assise di Trapani, Curcio osserva: “Non comprendo perché a molti anni di distanza debba essere convocato coattivamente dall’avvocato del suo presunto killer per dare una testimonianza che chissà perché dovrebbe essere interessante per la magistratura. Può essere interessante il mio rapporto con Mauro. Non sono interessato a sapere qual è il dito che ha ucciso Mauro né la mano”. Anche se quell’espressione “ragioni inconfessabili” è stata estrapolata da un contesto molto più ampio, lei conferma quanto disse allora? Chiede un cronista. “L’ho detto e quello che ho detto rispecchia perfettamente il mio pensiero. Ma non potrei mai aver detto so com’é morto”, è la risposta.


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