PALERMO – Si trascina dal maggio 2011 la vertenza fra alcuni lavoratori del supermercato Cityper di via Ingham e l’azienda. Fra i sindacati ed il gruppo SMA era stato firmato un accordo, che però non tutti i lavoratori hanno accettato. Alcuni di questi hanno intentato la causa, assistiti dall’avvocato Nadia Spallitta
A fine settembre la decisione del giudice che ha ordinato il reintegro, senza però definire un’area geografica in cui lo stesso debba realizzarsi. Il caso di Giuseppe Riccobono, contattato da LiveSicilia è il seguente: “Il giudice ci ha dato ragione, ma la Sma per ripicca invece di assumerci in uno dei sei punti vendita a Palermo ci manda la lettera di reintegro per il nord Italia”.
Sicuramente con un contratto part-time da venti ore a settimana e circa 650 euro di stipendio mensile è difficile tirare avanti lontano da casa. “Ho anche due bambini – prosegue Riccobono – e sarò costretto a rifiutare il reintegro, perché non posso permettermi di andare in provincia di Parma dove la Sma mi ha reintegrato. Alcuni colleghi hanno già rifiutato, solo due hanno accettato invece”.
Riccobono però più che con l’azienda se la prende con i sindacati, che nel maggio 2011 avevano firmato l’accordo. “In particolare la Uiltucs, cui eravamo iscritti in 40 su 47, non ci ha voluto tutelare. Quello che mi fa più rabbia è proprio che i sindacati abbiano firmato quel contratto: se ne sono lavati le mani fin dall’inizio”.
A rispondere proprio il segretario della Uiltucs, Pietro La Torre: “Il signor Riccobono non sa quello che dice e se ne assumerà le responsabilità, perché se continua così lo querelo. Dico solo che se non avesse fatto causa sarebbe stato reintegrato qui entro il 2013, come i suoi colleghi che già stanno tornando a lavoro”.
