Irsap, Luciana Giammanco | vicina alle dimissioni? - Live Sicilia

Irsap, Luciana Giammanco | vicina alle dimissioni?

La dirigente avrebbe manifestato la sua intenzione di fare "un passo indietro", e rimettere le decisioni sulla guida dell'Istituto al nuovo governo. La sua nomina, voluta da Raffaele Lombardo, aveva portato alle dimissioni dell'assessore alle Attività produttive Marco Venturi.

Il commissario nominato ad agosto
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Luciana Giammanco, commissario dell'Irsap

PALERMO – La lettera di dimissioni non esiste ancora. O quantomeno, non è ancora stata consegnata formalmente. Ma il commissario straordinario dell’Irsap, Luciana Giammanco sarebbe vicinissima al “passo indietro”. A rimettere nelle mani del nuovo governatore il ruolo ricoperto pochi mesi fa, tra le polemiche, al vertice del nuovo istituto nato per sostituire le undici Asi. A evitare, così, anche che sia il nuovo esecutivo a deciderne la probabilissima revoca. Già, perché al di là della lunga esperienza alla Regione dove ha ricoperto e continua a ricoprire ruoli di grande responsabilità, Luciana Giammanco si è trovata, forse suo malgrado, all’interno di una querelle che ha assunto, col passare dei giorni, toni elevatissimi, con tanto di carte in Procura.

La dirigente, insomma, si è trovata “in mezzo” alla lunga lite tra l’assessore alle Attività produttive Marco Venturi e il presidente della Regione Raffaele Lombardo. E uno dei motivi di questa diatriba infinita è proprio il commissariamento dell’Irsap, l’Istituro regionale per le attività produttive. La “creatura” di Marco Venturi, che per metà legislatura almeno si è speso per la riforma delle Asi. Una riforma osteggiata anche all’Ars, dove un primo disegno di legge fu affossato dal voto segreto, spingendo già in quel caso Venturi a un passo dalle dimissioni. Alla fine, l’Irsap ha visto la luce. Ed era già stato indicato anche il presidente. Doveva essere Alfonso Cicero, segretario particolare dello steso Venturi, ma soprattutto alla guida di tre consorzi. Ma ad agosto ecco la “doccia fredda”: complice il “blocca-nomine”, Lombardo reputa atto “necessario e non procrastinabile” quello del commissariamento dell’Irsap. Venturi dapprima diffida il nuovo commissario, poi porta i documenti sulla nomina sia alla Procura della Repubblica, che a quella della Corte dei Conti. E nelle dichiarazioni di Venturi, in quei giorni, ecco anche un passaggio inquietante: “I contenziosi in corso, per via dell’illegittimità della rappresentanza legale dell’Irsap, – ha detto – subirebbero subito un colpo mortale a danno dell’interesse pubblico compresi quelli dell’Asi di Agrigento. Contenziosi già sorti e che sorgeranno per le aziende in odore di mafia e per quelle colluse per le quali l’ex commissario Alfonso Cicero aveva proceduto alla revoca dei lotti e degli appalti”.

E a gettare benzina sul fuoco, solo nell’ultimo mese, ecco una serie di dichiarazioni e accuse. A cominciare da quelle di Gaetano Armao, che avrebbe accusato Venturi di essere interessato alla “svendita a privati” di alcuni terreni delle ex Asi, passando a quelle dell’ex assessore alle Attività produttive che ha puntato l’indice contro l’Irsap guidato dalla Giammanco, “reo” di non essersi presentato di fronte al Tar in un giudizio contro un’azienda “in odor di mafia”, infine, ecco la denuncia della Cisl nissena, secondo cui la nomina del nuovo commissario Luciana Giammanco, non ancora titolare ancora di un formale contratto, non avrebbe consentito di sbloccare i mandati di pagamento nei confronti dei dipendenti delle Asi. Insomma, le polemiche hanno cadenza quasi settimanale. Così la dirigente, che al momento ricopre anche il ruolo di direttore generale alle Autonomie locali e quello di commissario della Provincia di Trapani, starebbe pensando al “passo indietro”, prima che il nuovo governo, ben visto dalla Confindustria siciliana, possa revocare l’incarico.

Nel frattempo, per le Asi non c’è pace. L’ultimo caso riguarda l’Asi del Calatino. Anche in questo caso, infatti, i venti dipendenti da mesi non vedono lo stipendio. Ma le motivazioni stavolta non hanno nulla a che vedere con le vicende riguardanti il commissariamento, ma sarebbero dovute “al pignoramento della cassa – hanno dichiarato i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Cobas Codir e Sadirs – da parte di alcuni creditori. Tali pignoramenti hanno bloccato di fatto tutti i pagamenti, comprese le retribuzioni dei dipendenti, nonostante l’Ente abbia approvato una delibera di impignorabilità degli stipendi e dei servizi essenziali per il funzionamento minimo delle aree industriali ed il giudice adito ne abbia riconosciuto la valenza, non assegnando i fondi al creditore principale. Tale delibera di impignorabilità (che garantisce l’attuazione delle funzioni istituzionali dell’Ente) – prosegue la nota dei sindacati – è tuttora disattesa dalla banca agricola popolare di Ragusa che, in autotutela, si sta assumendo la responsabilità di non pagare gli stipendi ai venti dipendenti del Consorzio e di bloccare le somme necessarie a garantire l’espletamento dei servizi indispensabili che l’ASI eroga alle imprese insediate. Oramai, si aspetta solo lo stacco delle forniture essenziali e dei servizi a rete, quali energia elettrica, gas, acqua e telefoni, con forte preoccupazione delle imprese che svolgono la propria attività nei rustici artigianali che il Consorzio gli ha locato garantendogli l’utilizzo delle utenze. Per evitare la chiusura degli uffici per carenze igienico-sanitarie, i dipendenti, a titolo personale, hanno approntato il servizio di pulizie dei locali. Questa paradossale vicenda – aggiungono le sigle – è aggravata dalla mancata corresponsione delle somme dovute dal Comune di Caltagirone e dalla SIE per il servizio di depurazione delle acque reflue della città di Caltagirone, che il Consorzio, con senso di responsabilità, in questi anni ha anticipato, finché ha potuto. Si rivolge un appello al neo presidente Crocetta – si conclude la nota – affinché provveda, in tempi celeri, a porre fine a questa grave situazione venutasi a creare, che sta mettendo a dura prove le famiglie dei dipendenti e delle imprese insediate negli agglomerati industriali”.


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