"Caponnetto avrebbe | gradito la mia elezione" - Live Sicilia

“Caponnetto avrebbe | gradito la mia elezione”

Il neo governatore della Sicilia ha risposto così ai giornalisti durante la cerimonia di Firenze in ricordo di Antonino Caponnetto, l'ideatore del pool della procura di Palermo. Poi, ha ricordato che prima di lui "l'unico presidente antimafia" è stato "Piersanti Mattarella".

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Rosario Crocetta

PALERMO – “Penso di sì, non si era mai riusciti ad imporre con le elezioni un presidente chiaramente antimafia”. Il neo governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ribadisce, con la convinzione e l’orgoglio di sempre, il suo ruolo di uomo che la mafia l’ha combattuta in prima linea. Lo ha fatto rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se, secondo lui, il giudice Antonino Caponnetto sarebbe stato contento della sua elezione.

Crocetta si è fermato a parlare con i cronisti poco prima che iniziasse la cerimonia, a Firenze, per ricordare il capo del pool antimafia nel decimo anniversario della morte. Caponnetto raccolse l’idea del giudice istruttore Rocco Chinnici. Aveva capito che per vincere Cosa nostra bisognava creare una squadra che si occupasse, a tempo pieno, della criminalità organizzata. Della squadra entrarono a far parte anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la cui figlia, Lucia, è arrivata a Firenze a braccetto con il neo governatore. “Caponnetto è nel cuore dei siciliani – ha detto Crocetta -, ha fatto un gran lavoro non solo nella magistratura ma anche nella società. Perdere una persona così fu perdere un po’ di sé stessi”.

Non c’è solo spazio per Caponnetto nei ricordi di Crocetta che ha anche associato il suo nome a quello di Piersanti Mattarella: “L’unica volta che c’è stato (un presidente antimafia ndr) fu Mattarella, ma la sua non fu frutto di un’elezione diretta ma di una scelta inaspettata del Parlamento”. Piersanti Mattarella con Paolo Borsellino e Giovanni Falcone ha condiviso il triste destino di essere ammazzato dalla mafia.

Ucciso per decisione dei boss, proprio come il giornalista Pippo Fava, la cui memoria è stato, nelle settimane scorse, al centro di un duro botta e risposta. “Io sono un Giuseppe Fava rimasto ancora vivo”, disse Crocetta poco dopo essere stato eletto governatore, suscitando la reazione di Claudio Fava, figlio di Pippo e mancato sfidante dell’ex sindaco di Gela alla corsa per Palazzo d’Orleans: “Considero Crocetta per queste parole, per averle ripetute non ancora sazio della sua vittoria, più miserabile di quelli che hanno ammazzato mio padre”.

”Fava mi sembra allucinato ha perso il senso delle cose – Crocetta non tardò a replicare -. Ho detto solo che ci sono tanti Pippo Fava vivi e che bisogna stare attenti a delegittimarli, spaccando il fronte antimafia, per poi ricordarli quando sono morti. Il mio era solo un messaggio positivo, non volevo certo rubargli il padre ma intendevo solo esaltarlo”.

Già, il fronte antimafia. Quel fronte di cui Crocetta si sente partecipe a pieno titolo. Lui che vive sotto scorta, come lui stesso ricorda, per avere fatto arrestare centinaia di mafiosi. E così ai cronisti che a Firenze gli hanno chiesto come mai, con la sua elezione, la mafia abbia dimostrato di non essere riuscita ad orientare il voto, il presidente della Regione ha detto sorridendo: “”Ormai c’è poco da dividere. I soldi pubblici non si possono distribuire tanto facilmente: c’è la spending review. Quella di chi dice che la mafia si sia astenuta è un’analisi semplicistica. La mafia non è riuscita a costringere la gente ad andare a votare. E’ venuto a mancare il necessario consenso. Con la crisi ha meno da spendere anche lei”.

 

 


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