Storia di un albero |(una questione politica) - Live Sicilia

Storia di un albero |(una questione politica)

All'inizio del mese un errore di comunicazione tra capocantiere e operai ha messo fine alla vita centenaria di un fico. È una cattiva notizia. E non solo per motivi ambientali.

CATANIA – Sabato 10 un errore di comunicazione tra capocantiere e operai ha messo fine alla vita centenaria di un albero. Un albero di fichi. È successo in una piega degli iblei, ora ferita.
Una piccola ruspa con due colpi di pala ne ha rimosso le radici deponendolo sulle pietre bianchissime di un muro a secco smontato, fatte lettiga.
Noiosa attualità, con tutti i problemi che ci sono. Spia di un malessere profondo radicato nella cultura dell’isola. La scarsa attenzione del muratore, costretto all’efficienza, vessato dal rispetto dei tempi di consegna, è il sintomo di un allontanamento dell’uomo dalla terra. Molto tempo fa non sarebbe accaduto. Il muratore avrebbe chiesto la conferma a procedere, prima della rimozione, perché la sua sensibilità gli avrebbe suggerito attenzione. Caliti juncu ca passa la china, dice il proverbio, ma l’azione dell’uomo è cesoia dalla forza innaturale.
Ricostruire il rispetto per ciò che ci circonda fuori dai radicalismi dell’ideologia verde, dal business green che cambia solo il colore alla livrea del vorace capitalismo, deve essere tra i presupposti fondanti di una filosofia che fa da alveo a una politica di sviluppo dell’isola. Ha più attenzione verso un albero un cacciatore che spara a tordi e lepri, che un geometra con l’anticipo delle imposte da versare.
Un albero, un albero di fichi centenario è il naturale ornamento del soggiorno pubblico. Coincide con la data di nascita del figlio del casolare vicino a cui ha messo radici. È rifugio idealizzato per chi, costretto lontano, ci ritorna col pensiero. I suoi frutti, che segnano l’inizio della bella stagione, sono il furtivo, quanto mai vizioso, ristoro per coloro che capitano lì di passaggio. Le foglie hanno la forma di mani che implorano. I rami nodosi, attorcigliati, raccontano quanto è difficile crescere per la natura spontanea. La complessità del mondo senza, già, la mano dell’uomo.

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