Secondo i giudici| fu pagato un riscatto - Live Sicilia

Secondo i giudici| fu pagato un riscatto

Per la liberazione di Giuseppe Spinelli, cassiere di Silvio Berlusconi, fu pagato un riscatto. Ne sono convinti i giudici, mentre l'ex premier smentisce. Ma sulla vicenda ci sono ancora molti punti oscuri che gli inquirenti stanno tentando di capire.

SEQUESTRO SPINELLI
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ghedini sequestro spinelli berlusconi MILANO – Si continua a parlare della vicenda Spinelli . Il ragioniere di Silvio Berlusconi sequestrato insieme alla moglie il 15 ottobre scorso da un gruppo di sei persone. I giudici sono sempre più convinti che per il rilascio lampo del contabile, avvenuto la mattina dopo il sequestro, fu pagato un riscatto. Spinelli dal canto suo continua a negare ogni forma di trattativa con i banditi. Punto oscuro e dibattuto della vicenda, è il ritardo con cui Spinelli comunicò il sequestro al Premier e all’avvocato Nicolò Ghedini.

“Leggo con stupore ricostruzioni fantasiose della grave e dolorosa vicenda che è accaduta alla mia famiglia e a me”. E’ quanto dichiara in una nota Spinelli. “Debbo precisare – aggiunge – che il mio ritardo nel riferire al Presidente Berlusconi e all’avvocato Ghedini come si erano svolti effettivamente i fatti è dovuto unicamente al forte timore di gravi ritorsioni nei confronti dei miei familiari. La denuncia alla Autorità Giudiziaria è stata fatta immediatamente dopo”. Per il momento l’arresto di tre italiani, tra cui il capobanda,insieme a tre albanesi coinvolti nel sequestro. Questa è l’unica certezza in una vicenda dai risvolti assai oscuri.

Ad intervenire, rafforzando le parole di Spinelli, anche il legale Nicolò Ghedini che in merito all’intricata vicenda ha riferito che chiunque abbia un minimo di esperienza in situazioni analoghe sa perfettamente quanto sia sempre grande e difficilmente superabile nell’immediato il timore della vittima a denunciare i fatti.

Le indagini puntano anche su un viaggio in Svizzera. A seguito di un’intercettazione telefonica in cui due banditi parlano di 8 milioni da portare oltre confine è stato arrestato ieri a Milano uno dei presunti componenti della banda. Gli inquirenti cercano di capire se la trasferta in Svizzera é legata al presunto trasferimento di denaro in una cassetta di sicurezza, che potrebbe essere parte del riscatto pagato. Denaro di cui al momento non è stata trovata alcuna traccia. Tre le cassette di sicurezza aperte ieri dagli investigatori. In nessuna di esse, tuttavia, è stato trovato qualcosa di rilevante.


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