Brogli alle comunali del 2007 | Definitive tre condanne, in carcere un ex consigliere - Live Sicilia

Brogli alle comunali del 2007 | Definitive tre condanne, in carcere un ex consigliere

Ci furono brogli alle elezioni comunali del 2007. La conferma arriva con la sentenza della Cassazione che ha reso definitive le condanne per Gaspare Corso, candidato nella lista Azzurri per Palermo, e due presidenti di seggio. Solo Corso andrà in carcere.

SENTENZA DELLA CASSAZIONE
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Arrestato l'ex consigliere Corso

PALERMO – Ci furono brogli alle elezioni comunali del 2007. La conferma arriva con la sentenza della Cassazione che ha reso definite le condanne per un candidato a Sala delle Lapidi e per due presidenti di seggio. Gaspare Corso, ex consigliere comunale, sarà arrestato. Aspetta che gli venga notificato il decreto di esecuzione della sentenza.

Brogli sì, ma solo per alcune centinaia di schede. La validità delle elezioni non è comunque mai stata messa in discussione nei tre gradi di giudizio. I Supremi giudici hanno confermato le condanne inflitte a Gaspare Corso, Giovanni Profeta e Gaetano Giorgianni. Profeta e Giorgianni erano i responsabili dei seggi 460 e 127 nei quartieri Cruillas e Guadagna, dove furono falsificate 450 schede per favorire i candidati della lista del centrodestra “Azzurri per Palermo”.

A Corso, considerato l’organizzatore di tutto, sono stati inflitti 4 anni e 6 mesi. Tre anni e due mesi è la pena che ha avuto Profeta. Tre anni e 20 giorni quella di Giorgianni. L’unico per il quale la condanna a 4 anni e 20 giorni non è diventata definitiva è Gaetano Potenzano, anche lui candidato nella lista di centrodestra. Gli erano stati inflitti 4 anni e 20 giorni, ma la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza, accogliendo la tesi degli avvocati Claudio Gallina Montana e Salvino Caputo. Secondo i legali, all’imputato andavano riconosciute le attenuanti generiche. Il carcere scatta per le pene superiori ai tre anni. Profeta e Giorgianni avevano già scontato un periodo di custodia cautelare che gli ha evitato di tornare in cella. Non è stato così per Corso, ex consigliere che nel 2007 tentò senza successo di tornare a Sala delle Lapidi. Era candidato nella lista che appoggiava Diego Cammarata, poi confermato primo cittadino.

Giorgianni confessò di essere stato invitato da Corso nella sua segreteria politica di via Monfenera dove “mi offrì un posto di lavoro per quello che avrei potuto fare. A me e a Profeta, l’altro presidente, chiese di inserire delle schede contraffatte nelle urne. Mi disse che aveva necessità di farsi riconfermare al Consiglio comunale per aiutarmi meglio sul versante lavorativo”. Giorgianni giustificò il suo errore come il gesto di debolezza di un uomo disperato che a 45 anni era piombato nel dramma della disoccupazione.

Era tutto pronto, ma il giorno degli scrutini qualcosa andò storto. Lo sfidante di Cammarata, Leoluca Orlando, aveva denunciato i brogli elettorali. Sulle elezioni palermitane scoppiò il caos. Giorgianni commise l’errore di chiamare Corso al telefono per chiedere cosa fare. Quelle telefonate sono state acquisite agli atti dell’inchiesta. Sono diventate la prova dei brogli, assieme ai registri taroccati delle preferenze.


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