Messina, troppe bare | affollano il cimitero - Live Sicilia

Messina, troppe bare | affollano il cimitero

Bare in surplus al cimitero di Messina. La denuncia di un consigliere comunale. Anche la stampa nazionale ha sollevato il caso del degrado.

La denuncia di un consigliere
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Il cimitero di Messina

MESSINA- Bare in quantità al deposito del cimitero di Messina: 400 esposte alla vista dei visitatori. Del caso se n’è occupata la stampa cittadina, ma quella nazionale, la Tv nazionale, Rai 3 nello specifico, l’ha fatto con un blitz. Sono arrivati armati di telecamere quelli di “Codice a Barre”, trasmissione quotidiana del terzo canale Rai, per filmare il deposito del cimitero di Messina, il secondo per l’arte monumentale in Italia, il primo per sovraffollamento di…salme in attesa di loculo.

Hanno filmato quel gran numero di bare, 400, ma la telecamera è inadeguata a registrare la “puzza” che i parenti dei defunti in lista d’attesa sono costretti a respirare nel far visita al congiunto. Proprio il familiare di un defunto, ma anche consigliere comunale, Ivano Cantello, ha smosso la questione del surplus di feretri, e di altro. Lo ha fatto prima da figlio (la bara del padre è tra le 400 in giacenza) ma lo ha fatto anche da amministratore che vuol capire il perchè dei tempi troppo lunghi e del degrado. Cantello scrive: “Le condizioni di degrado e di abbandono del cimitero comunale sono sotto gli occhi di tutti. Le gravissime responsabilità vanno addebitate alle amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo, colpevoli non solo per i non voluti interventi strutturali, ma perché manifestano una insensibilità – che non può trovare alcuna giustificazione – nei confronti di un luogo verso cui va portato concretamente rispetto per la sua solenne sacralità”.

La giacenza di bare, a detta del consigliere di palazzo Zanca, avviene nonostante si abbiano a disposizione tumuli di proprietà. Troppa attenzione, dunque, sulla vicenda, perchè non si sentano anche le ragioni della controparte, il dirigente del dipartimento cimiteri, ingegnere Domenico Manna. “I servizi che possiamo offrire sono proporzionati alle risorse – ha detto Manna – la cura del verde, ad esempio, non può essere completata perché non ci sono soldi per pagare gli operai e gli addetti ai lavori, sia per la scerbatura che per l’informatizzazione. Ci stiamo impegnando ― continua ― a portare avanti l’ampliamento dei cimiteri, con non poche difficoltà logistiche. Siamo alle prese con decenni di non pianificazione. Attraverso l’ampliamento dei cimiteri, tra i quali: Castanea, Briga, Faro Superiore, S. Filippo, di cui una parte è già stata consegnata, abbiamo creato nuove celle a muro. Dobbiamo gestire circa 15 salme al giorno per un complessivo di 3500 l’anno”.

E problemi ci sono anche per la carenza di personale, il cimitero dispone di 5 tecnici, di cui solo 3 a tempo pieno, e per la benzina, che per la solita mancanza di fondi viene centellinata. E questo impedisce di compiere sopralluoghi regolari anche nei cimiteri periferici. Ma l’eccesso di bare in giacenza nel deposito? Manna risponde: “Gli spazi che abbiamo sono limitati, non possiamo estenderci all’infinito, perché c’è tutta una serie di normative da rispettare sul passaggio delle falde acquifere o le distanze dai centri abitati. Con il Dpr 285 del 90 si possono trasformare i tumuli precedenti al 1990: le salme possono essere detumulate e si possono ricavare per l’inumazione fino a 6 livelli. Dunque – prosegue il dirigente – più che pensare a costruire ex novo, ci stiamo impegnando soprattutto nel recupero, che restituirebbe il tanto declamato decoro”.

Intanto, la buona notizia è che sono stati già ricavati 170 posti al cimitero di Pace, 70 a Giampilieri, 200 a Gesso, 200 a Castanea, 250 al Gran Camposanto. Poi c’è la soluzione temporanea: il modello jolly. Consente la tumulazione provvisoria delle salme nei cimiteri di periferia e fare intanto domanda per un loculo nel cimitero che desiderano. Le spese sarebbero tutte a carico del camposanto e il familiare dovrebbe pagare solo una tassa di 43 euro all’Asp e mettersi in lista d’attesa. E perchè tempi lunghi anche per chi possiede già tumuli di proprietà? “Occorre almeno un mese dalla richiesta e dal pagamento effettuato- risponde – tempi che dipendono anche dalla valutazione che deve compiere il vigile sanitario che dà il via alla tumulazione”.

 


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