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Tangenti e fotovoltaico | “Mario Bonomo ai domiciliari”

Arresti domiciliari per l'ex deputato regionale Mario Bonomo e per il nipote Marco Sammatrice. Il Tribunale del Riesame ha accolto in parte l'appello della Procura contro la decisione di applicare nei loro confronti il solo obbligo di dimora. I due indagati per le tangenti nel fotovoltaico non saranno, comunque, arrestati perché faranno ricorso in Cassazione.

PROVVEDIMENTO NON ESECUTIVO
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L'ex deputato regionale Mario Bonomo

L'ex deputato regionale Mario Bonomo

PALERMO – Arresti domiciliari per l’ex deputato regionale Mario Bonomo e per il nipote Marco Sammatrice. Il Tribunale del Riesame ha accolto in parte l’appello della Procura contro la decisione del giudice per le indagini preliminari di applicare il solo obbligo di dimora ai due indagati nell’inchiesta sulle tangenti nel fotovoltaico. Indagati che, comunque, non finiranno agli arresti in casa visto che faranno ricorso in Cassazione.

La Procura incassa un punto a favore. A Bonomo e Sammatrice, accusati di concussione in concorso, era stato imposto l’obbligo di non allontanarsi da Siracusa. Si tratta della stessa provincia dove, secondo il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Maurizio Agnello e Sergio Demontis, “è da ritenere che Bonomo mantenga intatta quella rete di conoscenze e di influenze che gli hanno consentito di interferire con funzioni pubbliche regionali”. Ecco perché i pubblici ministeri ritenevano che fosse necessario il carcere per evitare la possibile reiterazione del reato. Secondo i giudici del Riesame, invece, gli arresti domiciliari bastano a garantire le esigenze cautelari.

L’inchiesta nasce dalle dichiarazioni dell’ingegnere Piergiorgio Ingrassia, arrestato assieme a Gaspare Vitrano mentre l’imprenditore Giovanni Correro – artefice del blitz con la sua denuncia – consegnava dieci mila euro all’ex deputato del Pd. Una tangente, secondo l’accusa. Spartizione di proventi societari, ha ribattuto la difesa di Vitrano, finito già sotto processo. Tesi analoga ha sostenuto Bonomo, che nel corso dell’interrogatorio ha negato di avere mai intascato mazzette.

Nell’appello presentato al Riesame i pm, tracciando la figura di Bonomo, candidato all’Ars e non rieletto per via dello sbarramento, avevano sottolineato “la elevata capacità di intimidazione palesata da Bonomo nei confronti degli imprenditori chiamati ad eseguire i lavori nei loro parchi fotovoltaici, posta in essere attraverso condotte che potrebbero essere nuovamente consumate anche in assenza della qualifica di pubblico ufficiale (il riferimento è alla mancata elezione in Parlamento ndr), nonché di dissimulare le tracce della propria condotta illecita e di reinvestirne in tempi rapidissimi i proventi di rilevante entità”.

Il riferimento di quest’ultimo passaggio è al conto scovato a Lungano, in Svizzera, dagli investigatori della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile. Al Credit Suisse è stato aperto un rapporto bancario, denominato “ognitanto” e intestato a Sammatrice. Sul conto, secondo l’accusa, sarebbe confluito denaro di provenienza illecita. Sotto sequestro sono già finiti 400 mila euro.


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