Novamusa, l'indagine si allarga| Il Gip contro dirigenti e assessori - Live Sicilia

Novamusa, l’indagine si allarga| Il Gip contro dirigenti e assessori

C'era la possibilità di evitare che il debito della Novamusa raggiungesse cifre milionarie. Qualcuno doveva controllare e non lo ha fatto. Il giudice attacca le "inadeguatezze e le lacune" della burocrazia regionale e chiama in causa l'ex assessore ai Beni culturali Antonello Antinoro. Il caso dei biglietti mai stampati.

PALERMO – La voragine poteva essere arginata. C’era la possibilità di evitare che il debito della Novamusa crescesse fino a toccare cifre milionarie. Qualcuno doveva controllare e non lo ha fatto. E poi, le critiche sulle gare per l’affidamento, le “lacunose “concessioni e quei biglietti di ingresso per le visite nei siti archeologici mai stampati. L’indagine si sposta sugli uffici regionali. Inevitabile che l’attenzione si concentri sull’assessorato ai Beni Culturali e sugli atti amministrativi emanati tra il 2003 e il 2011.

L’ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari Mariana Petruzzella che ha mandato ai domiciliari Gaetano Mercadante è un atto d’accusa contro la pubblica amministrazione. Il Gip tira in ballo, e in maniera pesante, gli uffici regionali e l’ex assessore ai Beni culturali, Antonello Antinoro, chiamato dal governatore Raffaele Lombardo a ricoprire il posto in giunta nel luglio del 2008 e rimasto in carica poco meno di un anno.

Il Gip scrive che “i rapporti concessione con Mercadante a dispetto delle sue continue appropriazioni del denaro dell’ente e l’incompletezza dei servizi, nonostante le perdite immani che da tutto ciò continuassero a derivare per la Regione, sono state mantenute in vita dal 2003 circa e ininterrottamente non risolte fino al 2011. E questo malgrado i termini di scadenza fossero fissati in quattro anni e nonostante il completamento nel 2008 delle procedure di decadenza”.

L’inchiesta si basa anche sulle dichiarazioni dell’ex dirigente dell’assessorato, Romeo Palma. È stato lui a puntare il dito contro Antinoro. L’arrivò del neo assessore, nel 2008, coincise con uno scontro fra i due. Scontro “acuitosi – scrive il Gip sulla base del racconto dell’allora dirigente – alla scadenza della concessioni relative a Mercadante, allorquando il predetto assessore intraprese con successo azioni dirette ad ostacolare le procedure di revoca. Queste situazioni determinarono, tra l’altro, il blocco delle procedure per dare il via ai bandi per le aggiudicazioni a nuovi concessionari”.

Al caso Novamusa hanno lavorato in contemporanea carabinieri e finanzieri. In un’informativa dei militari del nucleo investigativo acquisita dal Gip emergeva già il contesto ora descritto nella misura cautelare. “Dalla verifica degli atti risulta inoltre chiaro – scrivevano i militari – che gli organi preposti della Regione siciliana non avrebbero attuato i controlli necessari per contenere al minimo il debito accumulato dalle società concessionarie nei confronti della Regione, infatti le previsioni contrattuali circa i pagamenti delle somme provenienti dalle biglietterie erano abbastanza chiare”.

Una situazione su cui si concentra il Gip. Ne è venuto fuori un atto d’accusa che punta il dito contro le “inadeguatezze ed eclatanti lacune del contesto delle concessioni non precedute da alcuna analisi di fattibilità”. Critiche pesanti anche sulle procedure per la gara. I servizi sono stati affidati con licitazione privata. Un sistema che prevede di invitare solo alcune imprese che rispondono a precisi requisiti previsti dal bando. “La pubblicità del bando fu espletata – scrive la Petruzzella – solo sulla gazzetta della Regione a dispetto dei principi comunitari che per la scelta del concessionario impongono l’espletamento di procedure ad evidenza pubblica commisurate alla proporzionalità che aveva ad oggetto la consegna al concessionario di alcuni tra i più i straordinari siti archeologici e musei del mondo”.

Ed è in questo contesto di approssimazione amministrativa che il Gip richiama in causa Antinoro: “Sembrano spiccare i comportamenti dell’assessore Antinoro – si legge in un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare per Mercadante – il quale dunque nel 2008, allo scadere del termine delle concessioni alla Novamusa, non si limitò a non esercitare i poteri di contestazione e di revoca che competevano al suo pubblico ufficio ma pose in essere addirittura comportamenti positivi diretti ad impedire che le concessioni di Mercadante venissero revocate creando tra l’altro in tale maniera le condizioni che consentivano a quest’ultimo di continuare a mantenere la detenzione dei siti e di beneficiare pure oltre i termini di scadenza della concessione”.

Antinoro è stato assessore per meno di dodici mesi. L’arco temporale dell’inchiesta va dal 2003, anno della firma delle prime concessioni in favore di Novamusa, al 2011. Cosa è stato fatto in nove anni per evitare la voragine? Ecco perché l’inchiesta della Procura di Palermo rischia di allargarsi. Potrebbero esserci responsabilità dei dirigenti della Regione che rilasciarono le concessioni alla società di Mercadante.  L’elenco dei siti archeologici e museali affidati alla Novamusa è lungo. E comprende gioielli che tutto il mondo ci invidia: le aree archeologiche di Segesta e Selinunte, il museo Baglio Anselmi (Marsala), l’area archeologica di Selinunte, il Teatro antico di Taormina, il museo archeologico di Messina, la villa romana di S. Biagio (Terme Vigliatore), il museo archeologico Eoliano Bernabò Brea di Lipari, il museo Archeologico Ibleo di Ragusa, le cave di Ispica, il museo Paolo Orsi di Siracusa, l’Orecchio di Dionisio e il parco di Nepolis (sempre a Siracusa), l’area archeologica di Megera Hyblea di Augusta, il museo Piepoli di Trapani.


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