Giallo Cimò, ore decisive| per Salvatore Di Grazia - Live Sicilia

Giallo Cimò, ore decisive| per Salvatore Di Grazia

Si è svolta ieri l'udienza davanti al Tribunale del Riesame per la richiesta di annullamento della misura di custodia cautelare in carcere presentata dai legali di Salvatore Di Grazia, in carcere perché accusato dell'omicidio della moglie scomparsa 14 mesi fa. In subordine la difesa ha chiesto per il 76 enne gli arresti domiciliari. Entro domani mattina la decisione del tribunale.

Mariella Cimò

La donna scomparsa, Mariella Cimò

CATANIA – Ore decisive per la sorte di Salvatore Di Grazia, il 76 enne in carcere dallo scorso 26 novembre per l’omicidio della moglie, Mariella Cimò scomparsa il 25 Agosto 2011 da San Gregorio di Catania. Ieri si è svolta l’udienza davanti al Tribunale del Riesame, presieduto da Maria Grazia Vagliasindi, riunito in camera di consiglio, per decidere sulla richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare presentata dall’avvocato Giuseppe Rapisarda, legale di Salvatore Di Grazia. La difesa ha contestato i due cardini su cui si fonda la misura cautelare: secondo i legali il quadro probatorio ruota solo sulle dichiarazioni, contraddizioni e bugie dell’indagato ma non sarebbe supportato da nessuna prova scientifica e ragionevole. Secondo la tesi dell’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Angelo Busacca, titolare dell’inchiesta, l’omicidio sarebbe avvenuto nella villa di San Gregorio, luogo della scomparsa, a seguito di una lite scatenata dalla richiesta della Cimò al marito di chiudere l’auto lavaggio di Aci Sant’Antonio, che la moglie credeva essere il luogo dove Di Grazia si intratteneva con le sue presunte amanti. Non si esclude come movente del delitto anche quello di natura patrimoniale in quanto tutti i beni della coppia erano intestati all’anziana.

L’altro cardine contestato dalla difesa sono le motivazioni che hanno spinto la procura a decidere per la richiesta di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip Alessandro Ricciardolo: inquinamento delle prove e reiterazione del reato. La condotta avuta da Salvatore Di Grazia, secondo i suoi difensori, sarebbe stata quella di collaborare con le forze dell’ordine in tutte le fasi dell’inchiesta, per la procura invece l’anziano ha tenuto comportamenti che hanno cercato di sviare in ogni modo le indagini e le ricerche: troppe cautele contro le intercettazioni ambientali, suggerimenti alle risposte dei possibili testimoni e schede telefoniche acquistate tramite terze persone.

Se l’annullamento della misura di custodia cautelare in carcere non dovesse essere accolta, l’avvocato Giuseppe Rapisarda ha chiesto, in subordine, gli arresti domiciliari in quanto il suo assistito supera i 75 anni di età. Nel corso dell’udienza sono stati visionati anche i filmati della villetta vicina all’abitazione di Salvatore Di Grazia: le riprese del 25 agosto 2011 non mostrano mai l’allontanamento di Mariella Cimò da casa. La decisione del riesame si attende nelle prossime ore: o nel tardo pomeriggio di oggi o domani mattina.

Un giallo quello della scomparsa di Mariella Cimò che lascia troppi dubbi e molti punti interrogativi, anche perché dopo 14 mesi non esiste una prova schiacciante contro Salvatore Di Grazia. Nonostante gli inquirenti hanno usato ogni strumento, anche sofisticato, per ritrovare la donna o anche il corpo dell’anziana, non è stato trovato alcunché. Gli specialisti del Ris hanno perlustrato palmo a palmo il giardino della villa anche con il georadar, ma tutte le ispezioni non hanno dato alcun risultato. Sono le contraddizioni di Di Grazia a portare i sospetti tutti su di lui, primo punto è che il marito denuncia la scomparsa della donna solo 11 giorni dopo. Il 76enne è accusato di omicidio ed occultamento di cadavere. Salvatore Di Grazia, dal carcere ed anche ieri in aula, ha ribadito la sua innocenza.


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