I feretri delle 4 vittime arrivano in chiesa, | il parroco: "Ora è questa la loro casa" - Live Sicilia

I feretri delle 4 vittime arrivano in chiesa, | il parroco: “Ora è questa la loro casa”

I feretri delle vittime di via Bagolino

Applausi e lacrime nel locale allestito a camera ardente. Padre Giuseppe Turco: "Oggi bisogna soltanto pregare, le accuse e le parole, adesso, non servono a nulla e non aiutano i familiari". Ieri sera una veglia, cui ha partecipato anche il sindaco Orlando, oggi i funerali.

Chiesa Santa maria della consolazione
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PALERMO – Sono arrivate intorno a mezzogiorno in chiesa le salme delle quattro vittime di via Bagolino. Le prime ad entrare nel locale allestito a camera ardente della parrocchia Santa Maria della Consolazione, sono state quelle di Ignazio Accardi e la moglie, Maria La Mattina, gli anziani che abitavano al primo piano. Un’altra macchina si è poi fermata all’ingresso per consegnare ai propri cari Antonino Cinà e la zia, Elena Trapani. I feretri sono stati accolti tra gli applausi di parenti, amici e conoscenti. Lacrime e ricordi. Abbracci che hanno cercato un conforto per il quale è stato difficile trovare le parole. Proprio come ha detto Padre Giuseppe Turco: “Possiamo soltanto pregare. Oggi non soffermiamoci sulle accuse, sulle domande. Io stesso ho avuto difficoltà nel decidere cosa dire per   consolare da un dolore così grande. La verità è che forse, non esistono parole se non quelle della preghiera”.

La folla ha circondato i feretri. Su quello di Accardi, una sciarpa rosanero: “Era un grande tifoso del Palermo – ha detto il figlio Antonino – non perdeva nemmeno una partita”. I parenti hanno abbracciato la foto di Maria: “Era tanto riservata, ma di una dolcezza unica”, dice la nuora. E lo stesso hanno fatto i parenti di Cinà e Trapani, che non credevano ai propri occhi: “La realtà è dura da accettare – dice un collega di Antonino Cinà – . Abbiamo lavorato insieme per anni, al bar Alba, e adesso non c’è più per sempre”. La preghiera di padre Giuseppe Turco è quella che, di solito, si recita nel corso della veglia ai defunti nelle proprie case: “Loro una casa non ce l’hanno più – ha detto il sacerdote – per questo fino a domani, sarà questa la loro casa”.

Un luogo, la chiesa di via dei Cantieri, che d’altronde le quattro vittime del crollo di lunedì notte frequentavano quotidianamente. “Quante volte ci siamo fermati davanti a questo portone – racconta Giovanni Ribaudo – a scherzare con Ignazio. Non avrei mai pensato che in questo stesso posto avrei versato tutte queste lacrime”. Ma nessuno ci avrebbe mai pensato. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una realtà così vicina all’incubo.

Stasera alle 21, si svolgerà una veglia, in attesa dei funerali in programma per domani a mezzogiorno. Poi, il trasporto dei feretri al cimitero di Santa Maria di Gesù, dove il Comune ha messo a disposizione quattro loculi.


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