"Sicilianisti" corteggiati | per vincere al Senato - Live Sicilia

“Sicilianisti” corteggiati | per vincere al Senato

Il pacchetto di voti "sicilianisti" può essere decisivo per il premio di maggioranza al Senato. Miccichè potrebbe riavvicinarsi a Berlusconi. Ma in Grande Sud c'è chi, come Michele Cimino, non vuole saperne, e guarda in tutt'altra direzione. Il Pds al bivio tra una lega meridionalista e un patto con il centrosinistra sotto il nuovo simbolo di Tabacci. E c'è sempre l'ipotesi Monti...

PALERMO- Feste di fine anno all’insegna delle grandi manovre tra i partiti in vista delle Politiche del 24 febbraio. C’è fermento nel fronte “sicilianista” composto da Grande Sud e Partito dei Siciliani, che nel nuovo scenario politico nazionale cercano una collocazione per apparentarsi a partiti più grandi e staccare il biglietto per il Parlamento nazionale. Gianfranco Miccichè è stato cercato da Silvio Berlusconi, che vuole allargare la sua coalizione con più liste. C’è già stato un incontro romano e la trattativa è avanzata. Ieri La Stampa ha scritto dell’ipotesi di una “Lega Sud” con Miccichè, Dell’Utri e Cosentino, che affianchi il Pdl nel Mezzogiorno, risparmiando al Cavaliere l’incomodo di ricandidare Marcello Dell’Utri dopo le polemiche con Alfano. Un’indiscrezione che nel primo pomeriggio lo stesso Miccichè ha smentito: “Non sono a conoscenza di progetti simili”, ha detto il leader di Grande Sud.

I giochi non sarebbero ancora fatti. Nel movimento arancione, infatti, ci sarebbe chi non vede molto di buon occhio l’abbraccio a Berlusconi, da cui i miccicheiani si erano affrancati. Tra i più scettici su un ritorno alla casa berlusconiana c’è Michele Cimino, capogruppo all’Ars di Grande Sud, che nelle ultime settimane ha dialogato molto con gli ambienti crocettiani. Proprio in un momento in cui il neogovernatore cerca forze nuove per ingrossare le fila della sua lista del Megafono. Nei prossimi giorni ci sarà una riunione tra i vertici di Grande Sud per definire la linea politica.

C’è poi il Partito dei Siciliani-Mpa, per il quale, al momento, sembrano profilarsi due possibilità. La prima è quella di continuare il percorso comune con Grande Sud, aderendo al nuovo progetto meridionalista, magari sostenendo la corsa alla premiership di Silvio Berlusconi. Complicato, certo, dopo i fiumi di veleno che negli ultimi anni hanno diviso lombardiani e Pdl. La seconda è quella di un avvicinamento dell’ex Mpa al centrosinistra e in particolare alla nuova lista centrista (alleata del Pd) guidata da Bruno Tabacci – si chiamerà Centro democratico – alla quale si è avvicinato Agazio Loiero, partner di Raffaele Lombardo in Calabria. Questa seconda prospettiva a quanto si apprende è effettivamente sul tavolo. Ma avrebbe suscitato qualche mal di pancia a sinistra.

Ci sarebbe poi una terza ipotesi, di cui però non si sente più parlare da un pezzo. Ossia l’ingresso di lombardiani e miccicheiani nella nuova cosa centrista montiana, con Gianfranco Fini a fare da tramite nazionale per il loro inserimento. Una prospettiva sulla quale si sarebbe raggiunto mesi fa un accordo di massima e che potrebbe rendere il polo di Monti competitivo per la vittoria nell’Isola.

Si tratta di un passaggio che non ha solo portata regionale. La Sicilia, infatti, sarà probabilmente decisiva nella sfida per il Senato, dove il premio di maggioranza si assegna su base regionale. Se il centrodestra si ricongiungerà con un asse che dalla Destra arrivi fino all’ex Mpa, sarà dura per il centrosinistra di Bersani vincere nell’Isola, tanto più che gli alleati alla Regione dell’Udc correranno in un’altra coalizione. Tutto questo alimenta le speranze dei berlusconiani di strappare il famoso pareggio a Palazzo Madama che porterebbe all’ingovernabilità e attribuirebbe al Cavaliere ancora una volta una posizione centrale nel dopo-voto.


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