Precari, ridotto orario |Ugl: "Ingiustizia sociale" - Live Sicilia

Precari, ridotto orario |Ugl: “Ingiustizia sociale”

Dura la reazione di Giuseppe Viglianesi, Segretario Provinciale Ugl Autonomie Locali. “Non c’è stata alcuna concertazione con le organizzazioni sindacali – denuncia  a LiveSiciliaCatania – ci siamo ritrovati la delibera già approvata"

Viglianesi

Giuseppe Viglianesi

CATANIA – Non stanno zitti i sindacalisti dell’Ugl in merito all’ultimo coup de théâtre del sindaco Raffaele Stancanelli. La Giunta, in una seduta straordinaria ed urgente, ha approvato una delibera che ha prorogato il contratto per i 179 precari fino ad aprile. Regalo di fine anno con sorpresa: il monte orario infatti è stato ridotto da 35 a 24 ore settimanali. Effetto un taglio generoso agli stipendi. Una scelta vincolata – ha tenuto a chiarire l’amministrazione comunale – alle normative vigenti e dettata dalla necessità di accedere al fondo di rotazione per il riequilibrio finanziario dell’ente. L’amministrazione Stancanelli ribadisce “che la riduzione oraria dei lavoratori Puc si è resa necessaria in quanto l’art. 243 bis del testo unico degli enti locali, introdotto recentemente dal decreto legge n. 174 del 2012, ha condizionato alla riduzione della spesa del personale a tempo determinato l’accesso al fondo di rotazione per il riequilibrio finanziario del Comune. La deliberazione di proroga, com’è stato ripetutamente spiegato, è stata pertanto obbligatoriamente vincolata nel suo contenuto dalle norme di legge di cui s’è detto, per cui non esistono in capo all’Ente ulteriori e diversi spazi di scelta”.

Una spiegazione, questa, che non basta a Giuseppe Viglianesi, Segretario Provinciale Ugl Autonomie Locali. “Non c’è stata alcuna concertazione con le organizzazioni sindacali – denuncia Viglianesi a LiveSiciliaCatania – ci siamo ritrovati la delibera già approvata e, ora, non abbiamo alcun mezzo per poter intervenire. Chiediamo un incontro con il Sindaco Stancanelli per tentare di aprire un confronto e risolvere questa vicenda”.

“E’ offensivo – incalza il sindacalista – chiamare precari persone che da 20 anni occupano ruoli importantissimi in tutti i settori. Sono dipendenti comunali al 100%. Ricordo che da quando Raffaele Stancanelli si è insediato al Comune lavorano 1000 dipendenti in meno ed è stato grazie a questi lavoratori e alla loro grande professionalità che sono stati coperti ruoli e funzioni che vanno al di là del loro profilo”.

Il sindacato dell’Ugl muove dure critiche all’amministrazione guidata da Raffaele Stancanelli. “E’ vergognoso – dichiara Viglianesi – che i precari, la parte più debole dell’Amministrazione, subiscano quest’atto di ingiustizia sociale. Sono altri i capitoli di spesa da razionalizzare, iniziando dai consulenti e dagli assessori fantasma”.

Il sindacalista, poi, ricorda al Sindaco Stancanelli i contenuti della circolare inviata dal Presidente della Regione Crocetta il 30 dicembre scorso che chiedeva agli enti locali di prolungare i contratti ai precari fino ad aprile. “Ma questo non significava – sottolinea – decurtare di 9 ore l’orario di lavoro”.

Le idee di Viglianesi sono chiare: “In questo momento in cui si sta ridefinendo la macrostruttura del Comune è l’occasione utile per chiudere definitivamente questa storia infinita”. I 179 precari del comune meritano la stabilizzazione, dopo 20 anni di lavoro di precariato, sarebbe il percorso più naturale. Ma sembra che nell’epoca della flessibilità lavorativa i contratti a tempo indeterminato rientrano in quella sfera chiamata utopia.

L’amministrazione Stancanelli ribadisce “che la riduzione oraria dei lavoratori Puc si è resa necessaria in quanto l’art. 243 bis del testo unico degli enti locali, introdotto recentemente dal decreto legge n. 174 del 2012, ha condizionato alla riduzione della spesa del personale a tempo determinato l’accesso al fondo di rotazione per il riequilibrio finanziario del Comune. La deliberazione di proroga, com’è stato ripetutamente spiegato, è stata pertanto obbligatoriamente vincolata nel suo contenuto dalle norme di legge di cui s’è detto, per cui non esistono in capo all’Ente ulteriori e diversi spazi di scelta”.


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