Edilizia, persi 40 mila posti di lavoro | In Sicilia il settore è al collasso - Live Sicilia

Edilizia, persi 40 mila posti di lavoro | In Sicilia il settore è al collasso

"Siamo di fronte a una vera e propria Caporetto: gli edili rappresentavano il 25% del Pil, adesso siamo ai minimi storici”, dice il segretario generale della Filca Cisl Sicilia, Santino Barbera. Che aggiunge: "Mentre il settore agonizza i politici pensano solo alla prossima tornata elettorale".

L'ALLARME DELLA FILCA CISL
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PALERMO – In Sicilia il settore dell’edilizia è al collasso. In particolare, “negli ultimi tre anni ha perso 40 mila posti di lavoro, come se avessero chiuso 20 stabilimenti Fiat di Termini Imerese”. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Filca Cisl Sicilia, Santino Barbera, che commenta: “Siamo di fronte a una vera e propria Caporetto: gli edili rappresentavano il 25% del Pil, adesso siamo ai minimi storici”, aggiunge Barbera. Che poi si rivolge ai politici: “C’è troppo silenzio, anche da parte del presidente Crocetta, sui temi del lavoro, del lavoro produttivo, quello che crea ricchezza e sviluppo per le comunità, il lavoro che deve valorizzare i lavoratori e le imprese private che rischiano in prima persona e che invece sono state lasciate sole”.

Barbera sottolinea come la fase di caduta di un settore agonizzante non si sia mai fermata, ma intanto nei Palazzi di Governo “si pensa già alla prossima tornata elettorale. La Sicilia e i siciliani – sostiene – hanno bisogno di un governo regionale che programmi lo sviluppo. Il tema del lavoro e il rilancio del settore edile devono essere tra le priorità del nuovo governo regionale. La Sicilia conta 5 milioni di abitanti, ospita 2 milioni di famiglie, l’età media è di 41,3 anni: il reddito medio pro capite è di poco superiore ai 7 mila e 500 euro. Serve una vera e seria programmazione del futuro, investire nelle infrastrutture che servono alla nostra Regione, per completare una fotografia di come dobbiamo o vogliamo essere nei prossimi cinque anni”.

La Filca Cisl Sicilia è pronta a una grande mobilitazione: “Serve un’accelerazione – si legge in una nota del sindacato – a tutte le opere pubbliche di grosse dimensioni in essere, ma che stanno subendo dei ritardi enormi nella loro esecuzione, quali la Agrigento-Caltanissetta, la Santo Stefano di Camastra-Gela (Nord/Sud), con cantieri aperti da diverso tempo ma opere ferme, e lavoratori in cassa integrazione. Situazioni dove la collettività perde due volte, la prima perché si ritarda la costruzione di opere importanti per lo sviluppo e l’altra perché i lavoratori, pur se assunti, sono obbligati a rimanere a casa inutilizzati in cassa integrazione con una perdita secca sul loro salario del 40%, e a carico delle casse statali”.

Per i rappresentanti dei lavoratori edili serve un’accelerazione per il completamento delle grandi opere pubbliche che stanno subendo ritardi enormi nella loro esecuzione, come la Agrigento – Caltanissetta, la Santo Stefano di Camastra – Gela (Nord/Sud), con cantieri aperti da diverso tempo ma opere ferme e lavoratori in cassa integrazione. “Qui – aggiunge Barbera – la collettività perde due volte, perché si ritarda la costruzione di opere importanti per lo sviluppo e i lavoratori costretti in cassa integrazione con una perdita secca sul loro salario del 40% e a carico delle casse statali. Purtroppo queste sono solo le opere più eclatanti ma esistono centinaia di casi e migliaia di lavoratori coinvolti in situazioni simili”.

La Filca ha chiesto un incontro al presidente Crocetta affinché venga istituito un tavolo tecnico per discutere della “white list” per il settore delle costruzioni e della stazione unica appaltante: “Bisogna – conclude Barbera – favorire lo sviluppo economico e sociale della regione. Ma occorre anche dar seguito a una lotta senza confine contro il lavoro nero e irregolare, perché la legalità contrattuale, la legalità contributiva, diventino regole di vita quotidiana e non parole che servono solo a strappare applausi”.


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