Alt al bando dei Beni culturali | Era in corsa Zichichi jr - Live Sicilia

Alt al bando dei Beni culturali | Era in corsa Zichichi jr

I giudici hanno sospeso la gara nella quale era rimasta presente solo l'Ati guidata dal figlio dell'assessore ai Beni culturali e da Gaetano Mercadante, coinvolto nello scandalo "Novamusa". Il bando era "viziato".

Lo ha deciso il Tar di Catania
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PALERMO – Era rimasto in corsa solo Lorenzo Zichichi, figlio dell’assessore regionale Antonino, insieme alla società controllata da Gaetano Mercadante, finito agli arresti nella vicenda “Novamusa”. Adesso, il bando dell’assessorato dei Beni culturali per l’allestimento di un evento nel Messinese, si ferma. Lo ha deciso il Tar di Catania, accogliendo il ricorso di una delle ditte che avevano partecipato ed era stata esclusa dalla gara, e ha sospeso il procedimento. Dando “torto”, di fatto, a padre e figlio. Gli Zichichi: l’assessore in quanto rappresentante legale “pro tempore” dell’assessorato ai Beni culturali, il figlio in quanto titolare di una delle società dell’unica Ati ancora in corsa. Entrambi costituitisi in giudizio.

Ma nell’ordinanza non si fa alcun riferimento a possibili “conflitti d’interesse” o a responsabilità personali di Zichichi senior o junior. Il “vizio” sarebbe insito nel bando stesso. Il giudice pur non entrando nel merito, ha spiegato che quel bando non avrebbe compreso una delle norme previste dalla recente legge sugli appalti. Una norma secondo la quale “l’aggiudicatario, a pena di nullità deve indicare un numero di conto corrente unico sul quale gli enti appaltanti fanno confluire tutte le somme dell’appalto”. Un principio ribadito da una sentenza del Cga del luglio scorso. Così, stop al bando.

Il ricorso è stato avanzato dalla “Mondo Mostre srl”. Si tratta di una delle quattro Associazioni temporanee di imprese rimaste esclusa nelle prime fasi del procedimento. L’appalto prevede l’adeguamento tecnologico e l’allestimento di strutture pubbliche per “la conservazione ed esposizione di contenuti artistici e culturali contemporanei e nella organizzazione della rassegna ‘Eolie – Tappe di viaggio’ con artisti di fama internazionale”. Le attività si sarebbero dovute svolgere a Lipari, Tindari e Filicudi. Un bando da 1,9 milioni di euro.

Un bando finito però nell’occhio del ciclone, dopo le rivelazioni di Live Sicilia, che ha raccontato, il 14 dicembre scorso, come l’unica Ati rimasta in corsa, dopo l’esclusione delle altre, fosse proprio quella guidata da Lorenzo Zichichi e Gaetano Mercadante. Un caso che aveva riacceso le polemiche, oltre che sulla gestione dei Beni culturali sulla scia del caso “Novamusa”, anche sul conflitto di interessi tra l’attività di Lorenzo Zichichi e il nuovo ruolo del padre, assessore proprio ai Beni culturali. L’assessore, dal canto suo, aveva precisato che, nel momento in cui il figlio aveva preso parte a questa gara, era in carica un altro governo, e nulla faceva presagire alla vittoria di Crocetta né tanto meno all’ingresso dello scienziato in giunta. “Mio figlio non può viaggiare nel tempo”, replicò sarcastico l’assessore.

Ma il tempo è passato e l’Ati è ancora in piedi. Composta dalla Cigno edizioni, controllata al 47% dal figlio dell’assessore, e dalla Syremont controllata per il 76% da un’altra grossa società, la Thesauron spa, il cui presidente del Consiglio di amministrazione, fino al 13 dicembre, era Gaetano Mercadante, l’imprenditore finito al centro dello scandalo Novamusa.

Intervistato da Live Sicilia, però, pochi giorni fa, il figlio dell’assessore rivelava di aver “dato mandato ai legali di preparare il ritiro dall’associazione di imprese. Stiamo studiando – ha detto Zichichi – la cosa per farlo senza danneggiare gli altri partecipanti. Abbiamo depositato la partecipazione alla gara all’inizio di ottobre – ha precisato – e in quel momento non solo mio padre non era assessore, ma non si erano neanche tenute le elezioni”. Nel frattempo, come detto, sono strascorse alcune settimane: “Ma se io mi ritiro dall’Ati senza concordare questa mossa – ha proseguito Zichichi jr, che ribadisce di non essere socio di Mercadante, ma di aver solo partecipato a questa gara al suo fianco – danneggio gli altri. L’Ati con noi fuori deve avere un capitale sufficiente. Insomma, ci sono delle procedure, sono tempi tecnici”. L’impressione è che, dopo l’ordinanza di oggi, non mancherà il tempo per “eliminare ogni conflitto di interessi” col ruolo del papà-assessore.


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