Scoperti due tesori antichi |Pergamena e Sigillo medievali - Live Sicilia

Scoperti due tesori antichi |Pergamena e Sigillo medievali

Svelata in Cattedrale una pergamena del XVI secolo che riporta la Passione di Sant'Agata: è il documento cartaceo più antico in città. Presentato anche un sigillo medievale: il primo "segno" della Diocesi.

Pergamena Sant'Agata

Mons. Gaetano Zito mostra la pergamena medievale scoperta ed acquisita dall'Arcidiocesi etnea

CATANIA – E’ la testimonianza su Sant’Agata più antica della città: una pergamena che risale al  XVI secolo è stata ritrovata, acquistata e restaurata dall’Arcidiocesi di Catania. Un gioiello per storici, archivisti ed amanti dei beni culturali, ma anche un prezioso patrimonio per tutti i devoti agatini. La pergamena è stata mostrata stamattina in Cattedrale, alla presenza del parroco mons. Barbaro Scionti, insieme ad un’altra importante novità: un sigillo, conservato nella Biblioteca Ursino Recupero, che raffigura Sant’Agata così come appare nella Cappella Palatina di Palermo e che rappresenta il segno più antico della Diocesi etnea.

Documenti Sant'Agata

A sinistra, la pergamena medievale ritrovata e restaurata. A destra, il sigillo con Sant'Agata

A presentare i due documenti, inediti, è stato il vicario per la Cultura mons. Gaetano Zito (qui il suo intervento scritto): “Finalmente abbiamo a Catania – spiega – un documento che fa retrodatare tutto il resto della documentazione finora conosciuta presente in città. La pergamena è il documento più antico che riguarda Sant’Agata attualmente a Catania“. Mons. Zito racconta anche come si è arrivati alla scoperta della pergamena: “Abbiamo avuto una segnalazione che sul mercato dell’antiquariato, nella zona di Bologna, c’era la copertina di un libro del 1522 che al suo interno, ci fu detto in un primo momento, conteneva noizie inedite su Sant’Agata. Dalla fotografia che ci è stata inviata, abbiamo capito che si trattava invece di un brano della Passione di Sant’Agata: il passaggio in cui Sant’Agata tiene testa a Quinziano rispetto alle provocazioni che riceve da lui. Avendola esaminata con attenzione, facendo il raffronto con altri documenti coevi, abbiamo fatto in modo che arrivasse a Catania e l’Arcidiocesi l’ha acquistata ed è conservata adesso nell’Archivio Storico Diocesano“.

Pergamena Sant'Agata

La presentazione multimediale in Cattedrale

La pergamena è stata studiata in ogni dettaglio, perfino attraverso un esame spettroscopico, a raggi ultravioletti e ad infrarosso. Nella parte alta, c’è scritto il numero romano 125: è possibile, quindi, che la pagina-pergamena fosse il foglio n°125 di un libro più corposo, e che poi sia diventata la copertina di un altro libro, a firma di Alessandro D’Alessandro. Mons. Zito ha compiuto ricerche in tutta Italia, nelle 125 biblioteche che conservano opere di questo autore, per cercare le restanti altre 124 pagine, ma per adesso non sono ancora emerse e c’è la possibiltà che siano andate perdute. L’analisi paleografica, inoltre, fa riferimento all’Italia centrale: è quindi possibile che il codice – un passionario, un libro liturgico oppure un “leggendario” (cioè “testo che va letto”) – sia stato realizzato in un monastero benedettino dell’Italia centrale.

Pergamena Sant'Agata

Mons. Gaetano Zito e mons. Barbaro Scionti mostrano la pergamena

Il secondo documento medievale è una coppia di sigilli: “Acquisiamo ufficialmente – aggiunge mons. Zito – il più antico sigillo della Diocesi di Catania e la più antica raffigurazione di Sant’Agata presente in città, anche questa databile al 12’secolo”.

Si tratta di un documento ri-scoperto: “La coppia di sigilli non è arrivata ora a Catania – aggiunge – ma è presente in città dal momento stesso in cui quei sigilli sono stati realizzati: 1196 uno e 1205 l’altro. Sono due documenti rilasciati dal Vescovo di Catania di allora a favore della comunità dei Benedettini di Catania. Erano conservati prima nell’archivio dei padri Benedettini e poi, dopo la soppressione, tutto il fondo è confluito nella Biblioteca Ursino Recupero. L’inventario di queste pergamene è stato pubblicato nel 1927 a Catania: era una documentazione nota, ma era stato valorizzato solo il testo delle pergamene, non i sigilli.  Quello che abbiamo fatto adesso è guardare con attenzione di sigilli: sono un documento. Entrambi hanno la raffigurazione di Sant’Agata, che richiama quella nella Cappella Palatina, e la dicitura bilingue: “Sigillum Catanenensis Ecclesiae” in latino e quella in greco”. Da un lato del sigillo è rappresentata la Martire, e dall’altro San Giorgio (a dimostrazione dell’influenza normanna).

A margine dell’incontro, mons. Zito ha parlato anche delle “condizioni deplorevoli” in cui si trova la Biblioteca Ursino Recupero (qui il nostro articolo sulla petizione online per salvarla) ed ha espresso un “encomio per il lavoro e la dedizione della direttrice Rita Carbonaro nel portare avanti la Biblioteca”.

Nell’occasione, il maestro del Fercolo Claudio Baturi ha presentato il resoconto della Giornata del Volontariato, che si è svolta domenica scorsa, e padre Giuseppe Maieli ha presentato il nuovo sito web della Basilica Cattedrale www.cattedralecatania.it

(per seguire la Festa di Sant’Agata su twitter il nostro hashtag ufficiale è #LiveSAgata)

 

 

 

 

 


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