"Samorì vuole cambiare l'Italia | Mia sorella? Polemica inutile" - Live Sicilia

“Samorì vuole cambiare l’Italia | Mia sorella? Polemica inutile”

Il deputato regionale Paolo Ruggirello

Il deputato regionale è il responsabile del Mir in Sicilia, il movimento fondato dall'imprenditore modenese che si presenterà alle prossime elezioni politiche. "Le nostre liste sono pulite, e piene di gente che 'sa fare'. Altro che favoritismi, la mia famiglia sta mettendo la faccia in questo progetto".

INTERVISTA A PAOLO RUGGIRELLO
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4 min di lettura

PALERMO – È certamente tra le maggiori curiosità delle prossime elezioni politiche. Il Mir, Movimento dei moderati rivoluzionari è una creatura giovane, giovanissima. Che si specchia nell’identikit dell’imprenditore Gianpiero Samorì, ma che in Sicilia ha le fattezze di Paolo Ruggirello, deputato regionale eletto con la Lista Musumeci.

Onorevole, ci spiega intanto perché ha scelto di aderire al movimento di Samorì? Cosa l’ha convinta?
“L’idea di fondo della scelta di Samorì di partecipare a queste imminenti elezioni si fonda sulla volontà di sfidare la vecchia politica, facendo leva sulle sue capacità di imprenditore. Un imprenditore di successo”.

Sembra di sentire parlare di Berlusconi…
“E in effetti credo che Berlusconi sia stato molto discutibile sul piano personale, ma c’è poco da dire sulle sue capacità di imprenditore”.

Torniamo a noi. Cosa contraddistingue il movimento di Samorì? Cosa dovrebbe convincere gli elettori siciliani a votarlo?
“Lui ha lavorato alla creazione di liste davvero pulite. Sotto tutti i punti di vista. Non c’è nessun deputato uscente di Camera e Senato e tanto meno gente con problemi giudiziari. Da questo punto di vista, il nostro leader è molto rigido, inflessibile”.

E perché la gente dovrebbe fidarsi delle scelte di Samorì? Qui in Sicilia non è ancora molto conosciuto, a dire il vero.
“Partiamo dal fatto che lui è la quinta persona più ricca d’Italia. Potrebbe, insomma, fare altre scelte. Restare comodamente nel suo mondo. Invece sta credendo a un’idea di vero rinnovamento, e sta mettendo anima e cuore in questa operazione. Per lui, davvero, la politica è un servizio, non un modo per accaparrasi poltrone e privilegi”.

Al di là dei principi, però, che interventi “concreti” prevede il programma di Samorì?
“Le faccio un esempio, su tutti. Lui crede nella necessità di creare una Banca pubblica, che consenta un rapido accesso al credito di piccole e medie imprese. E ancora, Samorì punta molto ai tagli dei cosiddetti ‘costi della politica’”.

Un esempio?
“I costi del Quirinale. È possibile che si spenda più di Buckingham Palace ed Eliseo insieme? Mi pare davvero troppo. Nel suo programma c’è anche la riduzione del numero di parlamentari, che vanno equiparati al resto d’Europa e quella delle indennità di alcuni funzionari. Ad esempio, il nostro presidente dell’Inps guadagna dieci volte in più dell’omologo tedesco: oltre un milione di euro l’anno”.

Le elezioni intanto si avvicinano. Che aspettative nutre il movimento, dal punto di vista numerico? Siete convinti di poter approdare in Parlamento?
“Gli ultimi sondaggi del Ministero degli Interni attribuiscono al Mir una percentuale che varia tra l’1,8% e il 3% alla Camera. Vuol dire che quasi certamente saremmo in Parlamento”.

Su chi ha deciso di puntare in Sicilia, il Mir, oltre a lei?
“Al Senato c’è il professor Francesco La Fauci, economista che per anni è stato consulente anche della presidenza dell’Assemblea regionale. Alla Camera, dopo di me, c’è Antonino Pisano, amministratore di diverse imprese. Gente, insomma, che ‘sa fare’”.

A dire il vero, tra i candidati al Senato c’è anche Bice Ruggirello, sua sorella. Una scelta che ha sollevato un po’ di polemiche.
“Queste polemiche non le capisco, a dire il vero. Avrebbero avuto un senso se mia sorella fosse stata piazzata al primo posto in una delle liste. Anzi, la presenza di mia sorella è il segno della scommessa che sto facendo sul Mir”.

Vale a dire?
“Con la candidatura di mia sorella, la famiglia Ruggirello si sta prendendo la responsabilità di spingere il movimento in Sicilia. Ci sta mettendo, insomma, la faccia. E comunque, mia sorella non è spuntata dal nulla: è stata esponente del movimento ‘Giustizia e libertà’, fondato da mio padre. Ed è anche stata candidata alle ultime regionali nel ’96, quando fu la prima dei non eletti, dopo aver ottenuto quattromila preferenze”.

Lei all’Ars fa parte del gruppo “Lista Musumeci”? Come cambiano i rapporti con l’ultimo candidato del centrodestra alla presidenza della Regione?
“Nello è una grande persona. E sono onorato della stima che lui nutre nei miei confronti. Ma il gruppo è frutto di anime diverse. Io non faccio e non ho mai fatto parte de La Destra, il suo partito. Ma insieme lavoriamo per rendere il centrodestra sempre più forte”.

E quindi? Separazione in vista?
“Al momento nulla di tutto questo. Certamente, l’obiettivo del Mir deve essere quello di creare, prima o poi, un proprio gruppo anche a Sala d’Ercole”.

Lei è giunto all’Ars nella scorsa legislatura con l’Mpa. Come giudica il ritorno di Lombardo (e anche di Micciché) nella coalizione di centrodestra?
“Hanno ritrovato la via maestra. Lombardo è stato onesto quando ha detto di essersi ricreduto sulla sinistra, quando ha ammesso di essere stato ingannato. Diciamo che ha avuto una ‘sbandata’, forse dovuta al suo problema giudiziario. Ma va apprezzato anche questa volta: è un vero leader, che infatti ha deciso nuovamente di mettersi in discussione, di mettere la faccia anche in queste elezioni”.

L’ultima domanda: come si fa a essere moderati e rivoluzionari nello stesso momento?
“L’area d’origine è quella dei moderati. Ma dopo anni di silenzio, questa fetta della società ha deciso di dire la sua, in maniera forte. E poi, mi scusi: può esserci una ‘Rivoluzione civile’ e non un ‘moderato rivoluzionario’?”.

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