Acquisto bus, tangenti |alla segreteria di Alemanno - Live Sicilia

Acquisto bus, tangenti |alla segreteria di Alemanno

La procura di Roma ha aperto un'inchiesta per una presunta tangente da 600mila euro per l'acquisto di 40 autobus mai entrati in circolazione. Sotto accusa la segreteria del sindaco di Roma Gianni Alemanno che si difende: "Escludo nella maniera più categorica che membri della mia segreteria possano essere tra i destinatari di somme in denaro per questo o per qualsiasi altro affare".

bufera sul sindaco della capitale
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ROMA – E’ bufera per il sindaco di Roma Gianni Alemanno. A finire sotto accusa è la sua segreteria. Il pm romano Paolo Ielo ha aperto un’inchiesta su una commessa da 20 milioni di euro per l’acquisto di 40 bus mai entrati in circolazione, destinati alla mobilità Laurentina. L’appalto, secondo la procura, sarebbe stato subordinato ad una maxi tangente da 600mila euro realizzato con il meccanismo delle sovrafatturazioni.

A far luce sulla questione è stato Edoardo D’Incà Levis, imprenditore di Verona residente da 40 anni a Praga e arrestato il mese scorso. Questa circostanza ha condotto in carcere Roberto Ceraudo, ex amministratore delegato dell’azienda del gruppo Finmeccanica. “Ceraudo – ha dichiarato D’Incà, tornato intanto in libertà, in un interrogatorio dello scorso 8 gennaio – fece riferimento alla ‘segreteria di Alemanno’ come destinataria delle risorse finanziarie. Non precisò né io chiesi se la segreteria di Alemanno fosse destinataria di tutto o di parte delle risorse”.

L’imprenditore veronese ha dichiarato di aver avuto un ruolo da mediatore nella vicenda, procacciando danaro in nero attraverso cui la Breda Menarini, del gruppo Finmeccanica, avrebbe pagato la tangente. Non è tardata ad arrivare la smentita da parte del sindaco di Roma: “Escludo nella maniera più categorica che membri della mia segreteria possano essere tra i destinatari di somme in denaro per questo o per qualsiasi altro affare”. Difendendosi dalle accuse, il primo cittadino ha dichiarato: “Non ho idea di chi sia il signor D’Incà Levis e né il sottoscritto né la mia segreteria si sono mai occupati di interferire nelle assegnazioni di appalti di qualsiasi genere, compreso ovviamente quello riguardante l’inchiesta in questione”.

Proprio venerdì scorso il pm Paolo Ielo ha interrogato Ceraudo per cinque ore al Regina Coeli, a due giorni dall’interrogazione di garanzia avvenuta a Napoli, occasione in cui si era avvalso della facoltà di non rispondere. Considerato destinatario di 150mila euro c’è anche Riccardo Mancini, l’ex Ad dell’ente Eur Soa, fedelissimo del sindaco Alemanno. Intanto il Partito Democratico richiede le dimissioni del sindaco di Roma, qualora quanto emerso dalle indagini fosse vero. Per il Pd il semplice fatto che tra gli indagati ci sia Mancini costituirebbe una prova della sua implicazione nella vicenda.

A controbattere all’attacco del Pd interviene Angelino Alfano che ha parlato di “accuse strumentali” da campagna elettorale e del sindaco che ha affermato che la sinistra si sta aggrappando “all’ultimo degli appigli che trovano per attaccare la nostra amministrazione”.


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