La rapina da "Profumondo"| "Siamo scoraggiati, chiudiamo" - Live Sicilia

La rapina da “Profumondo”| “Siamo scoraggiati, chiudiamo”

Dopo il colpo messo a segno nella profumeria di via Lincoln, il responsabile del punto vendita, Enzo Bonanno, racconta la sua brutta avventura. E' stato sequestrato insieme alla commessa in bagno e minacciato con un pugnale. "Perdite economiche enormi, non ce la facciamo più".

PALERMO – “Causa ben nota, svendiamo tutto e chiudiamo, ci dispiace”. E’ l’epilogo di una terribile avventura durata tre ore, nel corso della quale il titolare di “Profumondo” è stato rinchiuso nel bagno insieme alla commessa da tre rapinatori che hanno agito a volto coperto e armati di pugnali, il 5 gennaio scorso. Paura, impotenza, dolore morale per la perdita del risultato del proprio lavoro: nelle settimane successive al colpo – che ha fruttato ai malviventi circa trentamila euro, tra soldi in contanti e profumi di marca – ricominciare non è stato semplice. E adesso la scelta: “Vogliamo chiudere, le perdite negli ultimi anni sono state troppe e i fornitori sono restii, dopo la rapina, a consegnarci nuove quantità di prodotti”, dice il responsabile della profumeria, Enzo Bonanno.

Sono due i punti vendita “Profumondo” gestiti da Bonanno: l’altro si trova in via Alcide de Gasperi ed è stato più volte preso di mira dai ladri. “Basti pensare che l’anno scorso ci hanno sfondato le vetrine e hanno rubato almeno ventimila euro di merce. Hanno svaligiato letteralmente il negozio, portando via i profumi più costosi e procurandoci un danno economico enorme. Abbiamo dovuto sostituire i vetri, riacquistare i prodotti, far fronte ad uscite finanziarie non previste e rese più pesanti dalla crisi del commercio. L’ultima rapina – aggiunge Bonanno – è stata la più grave perché ci ha privato degli incassi di alcuni giorni in cui eravamo riusciti lievemente a recuperare le spese che non riescono a rientrare se non prima delle festività natalizie.

I malviventi ad agire sono stati tre: “Avevano un forte accento siciliano, li sentivo dal bagno”. Già, perché Bonanno ha trascorso l’arco di tempo dalle 13 alle 16 rinchiuso in bagno, sequestrato insieme alla giovane commessa. “Ero andato sul retro per chiudere una finestra, era ora di pranzo e il sabato ci concediamo una pausa, a differenza degli altri giorni della settimana. Probabilmente – dice Bonanno – ci osservavano da tempo e sapevano che non ci sarebbe stato l’orario continuato e sono passati all’azione. Hanno abbassato la saracinesca dall’interno, nessuno si è accorto di nulla. Ricordo quel pugnale puntato ogni giorno. E’ stato un incubo”

Soltanto qualche mese fa, inoltre, l’azienda ha ceduto un altro dei punti vendita che veniva gestito da Bonanno: “Si tratta di quello in via Cavour, di fronte alla Banca d’Italia. Nonostante ci siano assidui controlli nella zona i malviventi sono riusciti a mettere a segno un grosso furto anche lì. Posso dire che le perdite ammontano ad almeno centomila euro in totale, non è più una situazione sostenibile. Mancano i mezzi ormai, la voglia di ricominciare sempre, ed ogni volta da capo. Siamo scoraggiati e scegliamo di chiudere, l’abbiamo scritto anche su un cartello all’entrata. Svendiamo tutto con il quaranta e il cinquanta per cento di sconto e speriamo almeno di recuperare i costi, di smaltire la merce. Il minimo guadagno che permette di sopravvivere, tra l’altro, è pure diventato un miraggio”.


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