“Non uccise il fratello e la cognata”| La difesa: “Assolvete l'imputato" - Live Sicilia

“Non uccise il fratello e la cognata”| La difesa: “Assolvete l’imputato”

Sotto processo c'è Natale Romano Monachelli accusato di un duplice omicidio commesso a Villagrazia di Carini nel 1994. Assolto in primo grado, il procuratore generale ha chiesto la condanna all'ergastolo in appello.

VILLAGRAZIA DI CARINI
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PALERMO – Si sono concluse davanti alla la seconda sezione della corte d’assise del Tribunale di Palermo le arringhe difensive degli avvocati di Natale Romano Monachelli, accusato di aver ucciso il 21 novembre del 1994, a Villagrazia di Carini, il fratello Filippo e la cognata Elena Lucchese. La procura generale ha chiesto, in riforma della sentenza di primo grado che aveva assolto Monachelli nel 2011, la condanna all’ergastolo con l’accusa di duplice omicidio.

Filippo Romano Monachelli e la moglie furono uccisi a colpi di pistola. I loro corpi furono bruciati e fatti ritrovare, all’interno di un furgoncino, sul lungomare di Villagrazia di Carini.Durante questi lunghi anni Natale Romano Monachelli si era trasferito a Stoccolma, dove aveva portato con se la madre e il figlio del fratello, rimasto orfano, per rifarsi una vita. Il suo ristorante “Piazza Italia”, era uno dei più frequentati dagli amanti del cibo italiano in Svezia. A Stoccolma si era risposato con una svedese da cui ha avuto un figlio.

Dopo 15 anni, però, arrivò la svolta nelle indagini. La chiave di lettura fu fornita agli investigatori da un pentito Angelo Fontana, ex boss del mandamento di Resuttana, “Per gli omicidi del ’94 dovete cercare a Stoccolma, lì vive l’assassino, lì si è rifugiato dopo aver ucciso il fratello e la cognata. Ora sta allevando l’orfano come un padre”, aveva dichiarato. Dell’assassino però il pentito, ascoltato per far luce sull’omicidio del boss Giovanni Bonannno, ricordava solo il nome: Natale. Secondo la testimonianza di Fontana, Giovanni Bonanno, successivamente scomparso con il metodo della lupara bianca, aiutò Natale Romano Monachelli a uccidere fratello e cognata. Da qui scattò l’arresto e l’estradizione, nel 2009, per l’uomo accusato di duplice omicidio e in seguito l’assoluzione .

Sarebbero, però, troppe secondo il pg le incongruità nel giudizio di primo grado. Secondo la versione fornita da Fontana, “Natale” avrebbe ucciso il fratello tossicodipendente perché portava discredito alla famiglia. La moglie, invece, morì perché era una testimone scomoda. Tutte dichiarazioni che erano state rigettate dalla corte che aveva assolto Monachelli per non aver commesso il fatto e che durante l’arringa difensiva gli avvocati Concetta Cancelliere e Salvatore Pirrone hanno contestato: secondo la difesa, infatti, le dichiarazioni di Fontana non sarebbero state riscontrate . Il processo è stato rinviato al prossimo 19 febbraio per la sentenza.

 


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