D'Alia: "Populismo dal 5 Stelle |Si comportano da irresponsabili" - Live Sicilia

D’Alia: “Populismo dal 5 Stelle |Si comportano da irresponsabili”

“La linea del rigore e del risanamento, necessaria alla Sicilia, non può essere messa in discussione né a repentaglio dal populismo di mani incerte come quelle del Movimento Cinque Stelle, alla ricerca di visibilità per la campagna elettorale”, attacca il segretario dell'Udc, dopo lo strappo dei grillini sul Dpef

Il leader Udc
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PALERMO – La sede è quella scelta come quartier generale da Rosario Crocetta. E prima di lui, da Leoluca Orlando. Insomma, non c’è dubbio che porti bene. “Un po’ di scaramanzia non guasta”, commenta Gianpiero D’Alia. È l’inaugurazione della campagna elettorale dell’Udc. E il coordinatore regionale, però, ha altro a cui pensare. Altro che scaramanzia. All’Ars, il Movimento cinque stelle ha creato lo “strappo”. Fine della “luna di miele” col governo Crocetta. E Dpef che si arena contro l’assenza del numero legale favorita dai grillini. E a loro, D’Alia non risparmia certamente parole dure. Durissime. “Le cialtronate populiste – ha commentato D’Alia – durano lo spazio di un mattino, ma con il futuro della Sicilia non si può scherzare. Per questa ragione chiediamo al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e al Pd un incontro urgente affinché si approvi in tempi rapidissimi il Dpef”. La linea del rigore e del risanamento, necessaria alla Sicilia, – ha proseguito – non può essere messa in discussione né a repentaglio dal populismo di mani incerte come quelle del Movimento Cinque Stelle, alla ricerca di visibilità per la campagna elettorale. Evidentemente i grillini – ha concluso – pensano di prendere voti bloccando la Regione. Un comportamento da irresponsabili”.

E così, all’Udc è toccato il compito di richiamare la maggioranza all’unità. Mentre, a dire il vero, le elezioni politiche portano altrove. Il Pd e il Megafono del governatore, infatti, saranno avversari. “Nessuna contraddizione – spiega D’Alia – l’accordo alla Regione ha ragioni politiche (un’alleanza che escludesse le ali estreme della sinitra) e di merito: la lotta alla criminalità, il rigore, lo sviluppo. Ma per le Politiche, il Pd ha fatto scelte diverse. Ha deciso – prosegue – di allearsi con Sel. E sono certo che l’ingresso nell’agone politico del movimento di Ingroia, spingerà il Pd a scelte politiche sempre più estremiste”. Il presente, per l’Udc, ha il volto di Mario Monti. “Vogliamo proporre un programma – dice D’Alia – alternativa alla sinistra che ha scelto di andare a braccetto con Vendola, e al centrodestra che per anni ha raccontato bugie agli italiani, finendo, con l’accordo con la Lega Nord per allearsi con i nemici della Sicilia. Monti – precisa – ha avuto il coraggio di fare quello che la politica per tanti anni avrebbe dovuto fare”.

Ma gli ultimi giorni sono stati scanditi anche dalla polemica sul “passato”. Ingroia ha ricordato a Casini, infatti, la vecchia amicizia politica con Totò Cuffaro. E Orlando ha rincarato la dose. “Ma Orlando, così come Cuffaro – ha replicato D’Alia – appartiene alla preistoria. Mentre Ingroia, scegliendo di candidarsi in Sicilia, dove ha svolto fino a ieri il lavoro di pm, e dove sa di non poter essere eletto per legge, è stato quantomeno inopportuno”. Ma nelle prime file, ecco gli assessori Cartabellotta, Bonafede e Valenti, che hanno ricoperto incarichi importanti proprio durante l’era di Cuffaro. “Si tratta – puntualizza però D’Alia – di gente perbene e capace. Certi riferimenti sono degni delle Purghe staliniane”. E gli assessori “in quota Udc”, sono sulla medesima lunghezza d’onda: “Io sono stato – dice Dario Cartabellotta – dirigente generale con Cuffaro, direttore dell’Istituto Vino e Olio con Lombardo, assessore con Crocetta. Io sono stato assunto dalla Regione siciliana. E ho lavorato con ogni presidente”. Per Ester Bonafede, invece, il continuo riferimento a quel periodo rischia di far passare quell’esperienza come “un marchio di infamia. È ora di smetterla – spiega – di andare avanti con gli stereotipi. Sarebbe giunto il momento di giudicare gli amministratori per quello che fanno. Noi lavoriamo tanto, tantissimo. E siamo persone serie. E poi, diciamolo chiaramente: c’era qualcuno, tra quanti hanno ricoperto ruoli nel passato, che non abbiano conosciuto Cuffaro?”.

 



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