Il dossier su Finocchiaro |I segreti dell'operazione - Live Sicilia

Il dossier su Finocchiaro |I segreti dell’operazione

Trafficanti di droga, mafiosi ed estortori e un lungo elenco di case nelle quali Giuseppe Finocchiaro è accusato di aver accolto pregiudicati per ogni tipo di reati. In esclusiva i segreti del sequestro da 2,5milioni di euro che arriva dritto al cuore del clan Laudani. Da Biancavilla ad Acireale. Tutti i nomi e i cognomi, gli immobili e le società sequestrate.

CATANIA – Non è un’operazione qualunque quella condotta dalla Dia etnea guidata dal capocentro Angelo Bellomo che ha messo il lucchetto ad un patrimonio da 2,5milioni di euro riconducibile a Giuseppe Finocchiaro, ritenuto vicino al clan Laudani.

La fitta ragnatela dei rapporti di Finocchiaro, noto in provincia di Catania come rivenditore di Porsche, Ferrari e auto di lusso, dimostra che si tratta di un personaggio di altissimo livello.

Già negli anni ’90 Giuseppe Finocchiaro era sotto la lente della magistratura. Il 17 luglio 1990 all’interno del camping Santa Caterina di Acireale, viene sorpreso con Mauro Sulfaro, classe 1955, “elemento di spicco del clan Laudani”, ritenuto responsabile dell’omicidio dell’avvocato penalista Serafino Famà, ma anche condannato per l’attentato alla caserma dei carabinieri di Gravina di Catania, e inquisito per estorsioni, rapine, traffico di armi da guerra.

Finocchiaro nel 1998 è stato sott’indagine per estorsione aggravata in concorso, ricettazione e incendio doloso, l’anno dopo, è stato condannato per estorsione e ricettazione.

Gli investigatori ipotizzano la “piena adesione del Finocchiaro all’organizzazione mafiosa”, e la “totale disponibilità del medesimo nel favorire le esigenze del sodalizio criminoso”.

Per conto del clan Laudani, Finocchiaro riscuoteva le estorsioni ai danni di imprenditori operanti nell’acese.

I rapporti di Finocchiaro con elementi di spicco della malavita continuano anche dopo la sua scarcerazione nel 2001. Pochi anni dopo, nel 2004, 2005 e 2009 viene fermato ad un posto di blocco con Domenico Cafarella, classe 1961, ritenuto vicino ai Laudani, arrestato per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, condannato per truffa e inquisito con l’accusa di tentata estorsione aggravata e incendio doloso in concorso proprio con Giuseppe Finocchiaro.

Nel 2001, viene sorpreso insieme a Antonio Treccarichi, indagato nel 2006 per asociazione a delinquere e truffa, denunciato per truffa, emissione di fatture per operazioni inesistenti, bancarotta fraudolenta, falso ideologico e sostituzione di persona.

Il patrimonio di Finocchiaro

Il milionario che sarebbe vicino al clan Laudani, è proprietario di una villa a Biancavilla, acquistata nel 2007 da Carmelo Mazzaglia, pregiudicato per riciclaggio, truffa, bancarotta semplice, omissione di atti d’ufficio, in contatti con Salvatore Neri detto “Turi Buzzuni”, pregiudicato per associazione mafiosa e ritenuto appartenente al gruppo “Toscano – Mazzaglia – Tomasello”.

Gli investigatori hanno documentato i rapporti di Mazzaglia con Roberto Ciadamidaro (LA SCHEDA), pregiudicato per associazione mafiosa, recentemente ucciso (FOTO OMICIDIO) all’interno di un regolamento di conti a Biancavilla.

In un altro appartamento di Finocchiaro, sempre a Biancavilla, abita Maurizio Ciadamidaro, arrestato per traffico di eroina e cocaina aggravato, insieme ad elementi di spicco della ‘ndrangheta, come il pluripregiudicato Giuseppe Ascone, in contatto con i clan Pesce, Coluccio, e Procopio.

A Biancavilla Finocchiaro possiede un altro immobile di lusso da 280metri quadrati, occupata da una società gestita da Sebastiano Furnari e Giuseppe Monteleone, “entrambi con precedenti di polizia per esercizio abusivo e partecipazione a giochi d’azzardo e truffa”.

Il sequestro del patrimonio di Giuseppe Finocchiaro.

La sezione Misure di prevenzione presieduta da Rosario Cuteri e composta da Carlo Cannella e Nicola La Mantia, ritiene sussistere una “sproporzione tra il patrimonio e il dato finanziario reddituale ascrivibile al preposto”

Sul decreto di sequestro, di cui LivesiciliaCatania è in possesso, viene ricostruita la presunta “pericolosità qualificata” di Finocchiaro, dipendente da “concreti elementi di fatto” che testimonierebbero l’appartenenza ad un’associazione di tipo mafioso.

Finocchiaro sarebbe in grado di disporre, attraverso intestazioni fittizie, “di beni mobili e immobili registrati e partecipazioni a società di capitali il cui valore appare sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati”.

I beni sequestrati

La Dia ha sequestrato una bottega, due appartamenti, due depositi e un garage tutti a Biancavilla; un appezzamento di terreno a Linguaglossa in contrada Gibbiotti, un terreno ad Acireale in contrada Guzzi.

E ancora, sono state sequestrate il 100% delle quote della F&G Auto Srl, le quote della Target Cars Srl, e un lungo elenco di conti correnti e depositi bancari. Il tutto per un valore di 2,5milioni di euro. L’OPERAZIONE DELLA DIA.


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