Ucciso a pietrate a San Berillo |Arrestato il presunto omicida - Live Sicilia

Ucciso a pietrate a San Berillo |Arrestato il presunto omicida

I carabinieri hanno risolto il giallo di San Berillo: un 25enne marocchino è accusato di aver ucciso a colpi di pietra lavica il giovane tunisino di 29 anni trovato agonizzante cinque giorni fa in via Pistone. Entrambi sono irregolari in Italia. Avrebbero litigato dopo uno scippo

omicidio via pistone

Da sinistra, la vittima Saber Batnini ed il presunto omicida Nabil Ljghel

CATANIA – Lo ha ucciso a pietrate per il bottino di uno scippo portato a segno poco prima in piazza Teatro Massimo. E’ Nabil Ljghel, un migrante marocchino di 25 anni, senza documenti in regola in Italia, il presunto assassino di Saber Batnini, 29 anni, trovato agonizzante e con il cranio sfondato cinque giorni fa in via Pistone, nel quartiere San Berillo. Ieri sera lo hanno arrestato i Carabinieri della Compagnia di piazza Dante, che sono riusciti anche a identificare la vittima: si tratta del giovane Batnini, proveniente dal Marocco, anche lui senza documenti in regola.

Ljghel  è stato rintracciato ed interrogato: avrebbe confessato, almeno  parzialmente. E’ adesso nel carcere di Piazza Lanza a disposizione  del procuratore Giovanni Salvi e del sostituto Angelo Busacca.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due giovani si sono ritrovati in via Pistone dopo lo scippo. Ljghel afferma che la lite è stata causata dal fatto che Batnini volesse restituire il portagli alla persona appena scippata; per la Procura, invece, il diverbio è divampato per la spartizione del bottino. Ljghel, forse sotto gli effetti dell’alcool, avrebbe afferrato la testa del ragazzo e l’avrebbe sbattuta più volte contro il selciato: poi, avrebbe afferrato un pezzo di basolato ed avrebbe colpito a morte Batnini. Infine la fuga, a casa di un conoscente in pieno centro storico.

Ad incastrare Ljghel è stato il telefono cellulare: i carabinieri sono riusciti a risalire a lui controllando i tabulati telefonici del cellulare della vittima. Quando i militari si sono presentati nel suo rifugio, l’uomo si è consegnato senza dire nulla. All’interno dell’appartametno c’erano vestiti sporchi di sangue. Aveva un cellulare e un portafogli rubato poco prima. La sua posizioneè ora al vaglio del Giudice per le indagini preliminari.

Guarda l’intervista al comandante della Compagnia di Piazza Dante Francesco Falcone


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