Organici dei tribunali |L'Anm incontra Crocetta - Live Sicilia

Organici dei tribunali |L’Anm incontra Crocetta

Il governatore si è impegnato a appoggiare le iniziative della magistratura volte ad ottenere sostanziali modifiche al progetto ministeriale di revisione delle piante organiche (nella foto il presidente dell'Anm di Catania Pasquale Pacifico)

CATANIA – L’Associazione Nazionale Magistrati ha avviato una battaglia per contrastare la revisione varata dal Governo nazionale che prevede il drastico taglio degli organici all’interno dei tribunali. In Sicilia è prevista la riduzione di ben 81 magistrati, 58 giudicanti e 23 requirenti. Nel dettaglio il distretto di Caltanissetta perderà 15 giudici e 5 pm, Catania 9 giudici e 1 pm, Messina 6 giudici e 2 pm. La forbice più pesante si abbatterà su Palermo con ben 28 giudici in meno e 15 procuratori.

I vertici delle Giunte Anm della Sicilia, questa mattina, hanno incontrato il Presidente della Regione Rosario Crocetta che si è impegnato a appoggiare le iniziative della magistratura volte ad ottenere sostanziali modifiche al progetto ministeriale di revisione delle piante organiche. Il governatore siciliano ha garantito di diventare interfaccia politica con il Ministro della Giustizia. Anche se il problema è che sostanzialmente al momento c’è una sorta di stallo nell’attività del governo, visto che siamo alla vigilia dell’appuntamento elettorale.

 

I rappresentanti siciliani dell’Anm hanno consegnato a Crocetta un documento redatto in una riunione unitaria che si è svolta, ieri pomeriggio, a Caltanissetta. “La prospettata riduzione degli organici – scrivono nella nota firmata da Giovanbattista Tona, presidente della Giunta Caltanissetta, Pasquale Pacifico, presidente Anm di Catania, Marina Moleti, presidente della Anm di Messina, Andrea Genna, presidente della Anm di Palermo – appare non soltanto ingiustificata, ma del tutto inaccettabile. I magistrati contestano i criteri scelti per determinare la “domanda di giustizia”. Non si può scegliere di ristrutturare la pianta organica di un distretto basandosi sulla “popolazione di ciascun circondario (rapporto tra magistrato per numero di abitanti) e le sopravvenienze medie (il numero di nuovi affari per anno), senza – si legge nel documento – distinguere per qualità gli affari. Il rischio – spiegano i vertici Anm – e che si da lo stesso peso ad una causa per recupero crediti o previdenziale a quello di un processo di criminalità organizzata o di bancarotta. Secondo l’Anm il Ministero della Giustizia non ha tenuto in considerazione invece criteri e dati oggettivi fondamentali come il carico di lavoro, che è la somma delle pendenze (l’arretrato) effetto molte volte proprio della scopertura degli organici.

Giudicano irrazionale la proposta del Governo perche penalizza territori come la Sicilia, la Calabria e la Puglia ad alto tasso di criminalità organizzata. Il rischio, dunque, secondo l’Anm e che si configuri un “deleterio schema della “guerra tra poveri” tra uffici giudiziari”. Tutto questo, poi, avrebbe anche dei risvolti sulla vita della popolazione siciliana, portando ad un’amplificazione delle condizioni di diseguaglianza sociale e di svantaggio economico. Non bisogna dimenticare – sottolineano i rappresentanti siciliani dell’Anm – che è l’effettivo ed efficiente funzionamento del servizio giustizia a garantire l’affermazione del principio di uguaglianza tra cittadini”. E’ questo deve essere assicurato “a tutte le latitudini” si viva.


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