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LiveSicilia.it / hp-colonna-centrale / Cosa nostra “Made in Usa” ritorna al passato

Cosa nostra “Made in Usa”
ritorna al passato

Inizia con questo articolo la collaborazione con “S” di Fabio Russomando, collaboratore di Ansa Video da New York, che ogni mese racconterà sul mensile le storie di mafia e di antimafia a stelle e strisce.

Little Italy
di Fabio Russomando
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PALERMO – Fino a vent’anni fa la mafia newyorkese faceva affari gestendo anche lo smaltimento dei rifiuti della “Grande Mela”. Da Manhattan a Brooklyn, passando per il Bronx e Long Island fino ad arrivare al Queens, non disdegnando neanche il vicino New Jersey. Un business milionario che venne interrotto nella seconda metà degli anni novanta da un solido quadro normativo che scardinò gli affari dei “Good Guys” di New York. Tra questi c’era anche Carmine Franco, meglio conosciuto come “Papa Smurf” (Grande Puffo), presunto uomo d’onore della famiglia Genovese. Proprio Franco, all’epoca titolare di un’azienda di trasporto e smaltimento rifiuti, nel 1998 venne condannato al carcere per una serie di reati tra cui trasporto illegale di rifiuti fuori dello stato del New Jersey. Evitò le sbarre patteggiando e pagando allo Stato la bellezza di 11,5 milioni di dollari. Franco fu comunque obbligato a vendere la sua azienda, a pagare altri 5 milioni di dollari alla città di Hillsdale, sede della sua ditta, per la violazione di orari locali, di regole di funzionamento, utilizzo percorsi impropri e generazione di rumore. Inoltre gli fu vietato di intraprendere affari futuri nel campo dello smaltimento di rifiuti.

Ma dopo vent’anni “Papa Smurf”, nonostante precedenti penali e legami con Cosa Nostra, è riuscito ad eludere la legge e ad infiltrarsi nel business, ottenendo partecipazioni in aziende autorizzate allo smaltimento dei rifiuti. Oggi come allora è però incappato nuovamente nelle maglie della giustizia federale. Per l’Fbi, che lo ha arrestato a metà gennaio al termine di una indagine pluriennale, era una delle menti dell’organizzazione che avrebbe avuto in mano il controllo di una parte dello smaltimento rifiuti di New York e del New Jersey. Anche oggi come allora un affare milionario. Insieme a Franco sono finiti in manette altre 31 persone, undici dei quali (Antonio Pucciarello, Howard Ross, Antonio Cardinale, Peter Leconte, Frank Oliver, Charles Giustra, Dominick Pietranico, Giuseppe Sarcinella, William Cali, Scott Fappiano e Antonio Bazzini) appartenenti, oltre alla famiglia mafiosa dei Genovese, anche a quella dei Gambino e dei Lucchese.
L’organizzazione, attraverso i vecchi metodi di estorsione, intimidazione e violenza avrebbe controllato aziende private di trasporto mettendo le proprie mani sul lucroso mercato dello smaltimento dei rifiuti newyorkese. I capi, promettendo “protezione”, chiedevano il pizzo alle aziende ma anche ai loro clienti. Tra le vittime, infatti, c’erano anche piccoli imprenditori obbligati a pagare e a scegliere l’azienda di trasporto rifiuti imposta da Cosa Nostra. Estorsione, racket, usura e frode i reati contestati dal 2009 al 2012. L’indagine ha avuto un’accelerata grazie anche alla collaborazione del titolare di un’azienda di trasporto rifiuti che, dopo che aver fatto parte del sistema e aver per anni subito estorsioni da quattro clan mafiosi concorrenti, si è deciso a collaborare con i federali.

La banda aveva organizzato tutto alla perfezione. I precedenti penali accumulati negli anni che non consentivano ai capi di partecipare direttamente agli appalti sono stati bypassati da Franco e dai suoi “soci” controllando con la violenza le piccole aziende private di trasporto rifiuti, le quali erano obbligate a pagare il pizzo e a presentarsi agli appalti per conto dei clan: l’organizzazione stabiliva così chi doveva ottenere le gare per la raccolta dei rifiuti. Sempre tramite la violenza venivano esclusi eventuali concorrenti.
Come nel caso di uno dei titolari di una ditta trasporti rifiuti che subì il furto di un camion per il ritardato pagamento del pizzo o come nel caso di un’altra ditta a cui furono sottratti due compattatori che vennero riverniciati e venduti ad una azienda controllata del New Jersey. C’erano poi le ronde mattutine nelle contee di Westchester, Rockland e Nassau nello stato di New York e Paissac e Bergen nello stato del New Jersey che servivano per verificare che le aziende rispettassero le consegne di Cosa Nostra. Un’organizzazione che funzionava alla perfezione, ma che oggi, come vent’anni fa, è stata smantellata dall’Fbi.

Leggi notizie correlate

• "Raccontare New York - con il cuore in Sicilia"

Tags: fabio russomando

Pubblicato il 3 Febbraio 2013, 09:14
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Commenti
  1. Salvatore da Firenze 8 anni fa

    Bravi. Articolo strepitoso.

    Rispondi

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