"L'accordo con la Lega? | ci va bene, anzi, benissimo" - Live Sicilia

“L’accordo con la Lega? | ci va bene, anzi, benissimo”

Dalla convention della città dei templi il fondatore di Grande Sud parla di alleanze: "Nel mezzogiorno chi vuole che vinca Berlusconi deve votare per noi" e delle perdite che hanno causato al suo partito: "Chi è andato via lo ha fatto perché non è stato candidato".

Miccichè ad Agrigento
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Il cambio di rotta impone il cambio di strategia. E così, per spiegare la bontà della sua scelta, il leader di Grande Sud Gianfranco Miccichè, tornato in vista delle Politiche assieme al Pdl di Berlusconi e quindi alleato anche del Carroccio di Maroni, sfodera il suo teorema. Lo ha fatto in occasione della convention di oggi ad Agrigento, nel corso della quale sono state presentate le candidature al Senato, per la Sicilia, di Salvatore Iacolino, vice capolista, Giacomo Terranova e Mario Baldacchino.

In questi anni – ha spiegato il leader degli arancioni – abbiamo capito che l’accordo con la Lega Nord, cioè con un altro partito del territorio, a noi va bene. Anzi benissimo. E’ esattamente quello che vogliamo”.

Parole che certamente sorprendono se si pensa alle sue battaglie, alle sue dichiarazioni forti, pronunciate non più tardi di qualche mese in campagna elettorale durante le Regionali. Acqua passata allora. Il presente ha così nuovi orizzonti con nuove motivazioni che Miccichè riassume in questo modo: “Il momento migliore del centro destra per la Sicilia, per il Sud, è stato fra il 2001 e il 2005, quando eravamo assieme alla Lega Nord. Noi, forti del risultato elettorale mi riferisco al 61 a zero, contavamo molto al governo e in maggioranza. Poi la Lega è rimasto un partito, noi no. E i risultati purtroppo sono sotto gli occhi di tutti. L’importante – osserva ancora l’ex vice ministro – è che il nostro progetto sia presente, sia fortemente rappresentato. Chi, in Sicilia e nel Mezzogiorno, vuole Berlusconi al governo deve votare Grande Sud, perché dare forza a Grande Sud significa potere equilibrare quelle forze politiche di territorio rispetto alla Lega Nord. Altrimenti se non ci siamo, come non c’eravamo prima, il Carroccio continuerà a fare il bello e cattivo tempo. Nella politica, per contare devi esserci. E noi vogliamo esserci. Per fare alcuni esempi, quando c’eravamo abbiamo costruito la Catania – Siracusa, la Palermo – Messina, l’acqua a Palermo, una marea di infrastrutture”.

La sua scelta di allearsi con il popolo della Libertà, come è noto, ha provocato la fuga da Grande Sud di alcuni autorevoli esponenti. Uno di questi Michele Cimino che all’Ars era capogruppo. A livello geografico Miccichè lo ha subito rimpiazzato: ad Agrigento in arancione è arrivato Iacolino, proveniente dal Pdl. “Prima c’era Alfano, poi Cimino. Agrigento è una città divertente da questo punto di vista” – chiosa. Poi, ancora sollecitato, aggiunge: “Io francamente non ce l’ho mai con nessuno. Si vede che qualcuno non può fare a meno del governo, della maggioranza, degli “aiuti” che può dare un governo. La politica si impara stando all’opposizione. Se Cimino si sente tradito da me, vuole dire che la confusione è tanta”.

E a proposito di separazioni da Grande Sud, ci sono quelle “fresche” annunciate dal referente regionale dell’Unione dei sindaci d’Italia, Giuseppe Siviglia, e dal dirigente sindacale Uil Uilcem Sandro Terrani, i quali hanno parlato di “progetto snaturato”. A loro Miccichè replica così: “La verità è che coloro che volevano essere candidati, e non lo sono stati, improvvisamente non amano più il progetto che fino al giorno prima avevano portato avanti nella speranza di essere candidati”.

Poi i riflettori si spostano sull’operato del governatore Crocetta in questi suoi primi tre mesi di attività. “Non esprimo un giudizio. Non vedo risultati concreti – afferma Gianfranco Miccichè – devo dire comunque che è molto creativo e con questa esasperazione di creatività e con una squadra che pare più una giunta di X Factor che non una giunta di politica non so a che tipo di risultati si potrà arrivare. Però se farà bene, certamente sarò il primo a riconoscerlo”.

Prima che cali il sipario, arriva la domanda sulla eventualità di Angelino Alfano premier. “Speriamo”: è la laconica risposta del leader di Grande Sud. Ma tono e gestualità sono di quelli che lasciano almeno qualche dubbio.


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