PALERMO – I rilievi parlano chiaro: sull’asfalto ci sono i segnali di una frenata, un disperato tentativo di riuscire a riprendere il controllo dell’auto, che da lì a qualche istante si sarebbe però schiantata contro un muro, non lasciandogli scampo. Una frenata che non è riuscito a salvarlo, dopo la quale la Fiat Seicento su cui viaggiava si è trasformata in un inferno di fuoco e lamiere. Da quelle stesse lamiere Alessandro Salem, farmacista di 46 anni, è stato estratto dai pompieri completamente carbonizzato.
Quella che ha ucciso il farmacista, conosciuto da tutto il quartiere del Capo per la storica attività commerciale della famiglia, è una dinamica drammatica, su cui gli uomini della sezione Infortunistica della polizia municipale stanno tentando di far luce. L’incidente stradale avvenuto la scorsa settimana ha infatti scosso tutti coloro che conoscevano il farmacista, dai vicini di lavoro agli amici, fino ai parenti che lo consideravano un automobilista prudente, che non amava premere il piede sull’acceleratore.
“Una delle ipotesi che privilegiamo – dice il commissario Glaviano – è che Salem abbia cercato di evitare qualcosa lungo il suo tragitto, è possibile che un animale abbia improvvisamente attraversato la strada, facendogli perdere il controllo del mezzo. Non è ancora certa la velocità con la quale la vittima stesse viaggiando – aggiunge – ma un incidente di queste proporzioni è provocato sicuramente da un’andatura non adeguata”.
I rilievi sul posto sono ormai tutti stati raccolti, adesso non resta che ascoltare il secondo testimone interpellato dalla polizia municipale: “Ne abbiamo già ascoltato uno che ha assistito all’incidente, ma incontreremo presto la donna arrivata pochi secondi dopo l’impatto, nella speranza che emergano nuovi elementi utili alla ricostruzione esatta della dinamica”. La certezza è una sola: si è trattato di un incidente autonomo. “Quella frenata – conclude Glaviano – è riconducibile soltanto all’auto di Salem. Converge verso sinistra e termina proprio contro il muro del cancello del Giusino”.
