"Ormai siamo al regime | Qui ci vuole la rivoluzione" - Live Sicilia

“Ormai siamo al regime | Qui ci vuole la rivoluzione”

Antonio Di Pietro

Il leader Idv a Trapani, nonostante i 39 di febbre. Ne è venuta fuori una conferenza stampa calda. Anzi, incandescente. Nel pomeriggio è stata la volta di Palermo.

Di Pietro a Trapani e Palermo
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TRAPANI- Si presenta all’incontro con i giornalisti con 39 di febbre e a chi gli chiede più grinta risponde: “Il medico m’ha detto che dovrei ricoverarmi”. Non è per nulla in forma ma ha voluto esserci comunque. Antonio Di Pietro ha partecipato all’incontro con i giornalisti nella sala conferenze dell’Hotel ‘Erice’ dichiarando di essere “molto preoccupato per come stanno andando le cose nel nostro Paese. Siamo al regime. Non è quello dell’olio di ricino, ma dei media. Berlusconi ha detto che io e Ingroia siamo un cancro per la democrazia italiana. Ma vi rendete conto? Si promettono 4 milioni di posti di lavoro, di restituire e poi togliere, l’Imu ed altro ancora ed i sondaggi salgono. Ma gli italiani possono davvero credere a queste promesse? Se lo fanno è perchè c’è un martellamento delle menti che sta condizionando il popolo. Ecco perché viene di fare la rivoluzione. Ma siccome siamo persone responsabili, proponiamo una rivoluzione civile. Un’alternativa di governo”.

Di Pietro ha difeso Antonio Ingroia: “La legge sulla par condicio non viene rispettata. Ci fanno parlare per un minuto e ci attaccano pure. Ingroia ha tutto da rimetterci. Aveva un incarico prestigioso all’Onu e una storia personale di magistrato con la schiena dritta. Ora deve difendersi da accuse false”. Critico invece nei confronti di Beppe Grillo: “Pensava di avere vinto ed ora invece si è accorto che non è così. Con la sola protesta non si va da nessuna parte. I grillini vanno rispettati, ma non si vince soltanto con la protesta”. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i candidati di Camera e Senato della provincia di Trapani, il coordinatore regionale di Italia dei Valori Fabio Giambrone ed il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che polemizzato con il Pd: “Il Partito Democratico continua a dire che intende contrastare la mafia. Noi non vogliamo contrastarla ma distruggerla”. Netto anche sul programma: “Noi diciamo no ai tagli alle forze dell’ordine. Diciamo no ai tagli alla scuola che qui da noi è stata un formidabile ascensore sociale. Diciamo invece sì al lavoro perché siamo contro il precariato”. Il sindaco ha detto la sua anche sull’astensionismo e sul voto di protesta: “Il 53% dei siciliani che non è andato a votare è da tenere in considerazione. E’ un fatto positivo e negativo nello stesso tempo. Negativo perché indica una profonda sfiducia nella politica. Ma sono anche elettori che hanno voluto fare lo sfregio al loro padrino politico, mettendoci la faccia e facendosi riconoscere. Anche metà degli elettori grillini sono sicuro che viene da quel contesto. Ed è un bene che ci sia stata una reazione. E’ un elettorato che va guidato verso una proposta che punta ad una cultura alternativa di governo”.

DI PIETRO A PALERMO
Nel pomeriggio è stata la volta invece di Palermo, dove Di Pietro ha tenuto una conferenza stampa insieme al sindaco Leoluca Orlando e poi ha incontrato militanti e simpatizzanti per la presentazione dei candidati alla Camera e al Senato.

“MI rivolgo ai delusi e a chi vuole votare Beppe Grillo – ha detto Di Pietro – quello dato al Movimento cinque stelle è un voto di protesta che però tace sul tema della legalità. Sui costi della politica, invece, siamo noi a fare i fatti avendo raccolto le firme. Monti? E’ un prete spretato e non mi curo dei sondaggi, che non ho mai pagato. I cittadini sono delusi e amareggiati e apprezzeranno i nostri candidati”.  “Siamo impegnati al massimo – ha aggiunto Orlando – e siamo sicuri che molti dei nostri avversari, il giorno dopo il voto, resteranno delusi. Se il nostro messaggio passerà, riscuoteremo successo ma con questo sistema di informazione non è facile. Gli stessi media che criticano Berlusconi poi gli danno spazio senza limiti”.

”Tra dieci giorni cade l’anniversario di Tangentopoli, era il 17 febbraio del ’92. Sono trascorsi 21 anni, ma i fatti di cronaca di questi giorni ci parlano degli stessi personaggi, delle stesse societa’ coinvolte, gli stessi meccanismi di allora. Nulla e’ cambiato. Quelle persone che sfilano nelle Procure di Milano, Palermo e Roma, li abbiamo visto sfilare in Parlamento e oggi li vediamo pontificare per il governo del Paese – ha concluso Di Pietro – i cittadini devono tornare a quello spirito del ’92 per un cambiamento radicale”. (A cura di Roberto Immesi)

 


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